martedì 5 maggio 2015

PERCHE’ LA SINISTRA: LEGGE ELETTORALE E SCENARI POLITICI di Franco Astengo

PERCHE’ LA SINISTRA: LEGGE ELETTORALE E SCENARI POLITICI di Franco Astengo

4 commenti:

lorenzo ha detto...

Caro Franco, come dici tu stesso, la legge elettorale, quali che siano le circostanze, è stata approvata dalla Camera dei deputati. Si possono fare mille commenti, tutti leciti e magari anche giustissimi, ma il dato di fatto è questo: la legge elettorale c’è, piaccia o non piaccia, bella o brutta che sia. L’unico quesito rilevante a questo punto è: Mattarella firma o non firma? La legge è costituzionale o non lo è? Da quel che si legge nei giornali in questi giorni, Mattarella firma e la legge non è anticostituzionale (fino a che la Corte non dica il contrario). Cordialmente. Lorenzo Borla

franco ha detto...

Come è spiegato molto bne dai giornali oggi Mattarella firma per ragioni squisitamente politiche, addirittura tenendo conto del fatto che al Senato Forza Italia votò a favore. Tutti temi che non c'entrano nulla con la costituzionalità al riguardo della quale sarà necessario il ricorso alla Corte, come già altri stanno valutando preferendo questa strada al rischiosissimo referendum. Personalmente non accetto questa legge, come già non accettai il Porcellum e di conseguenza non parteciperò, come già in passato, al voto. Piccolissima cosa naturalmente ma di assoluta coerenza soggettiva. Quando entrò in vigore il Mattarellum, Natta e Magri che avevano fatto la campagna elettorale per il proporzionale rinunciarono alla candidatura proprio in ragione di questa condizione di coerenza. Inoltre confermo che l'approvazione dell'Italicum suffraga una situazione di fatto di fuoriuscita dal tipo di democrazia parlamentare delineato dalla Costituzione Repubblicana. Sinceramente Mattarella può firmare quel che vuole...grazie per l'attenzione Franco Astengo

lorenzo ha detto...

Una cosa sono le opinioni, una cosa sono i fatti. Mattarella ha firmato. La legge è in vigore. Un referendum abrogativo ha scarsissime probabilità di riuscita (posto che si faccia) per la mancata partecipazione degli elettori. Il ricorso alla Consulta certo si farà, ma non trascuriamo il fatto che Mattarella, di leggi costituzionali "se ne intende", ed è appena uscito dalla condizione di giudice costituzionale. Ho dei dubbi che gli ex colleghi gli diano torto. Vedrai, tempo pochi giorni e non ne parlerà più nessuno. A me questa legge non piace per niente, avrei preferito mille volte una delle quattro ipotesi indicate da Felice Besostri (in particolare il sistema francese), ma personalmente sono convinto che la democrazia sopravviverà a questa legge. Va detto che, come sempre, fare previsioni di questo tipo costa poco, perché poi, quando c'è la verifica, non se ne ricorda più nessuno. Cari saluti. Lorenzo Borla

luciano ha detto...

Caro Astengo,

poiché non mi rassegno al fatto che il nostro disgraziato Paese debba avere la più brutta legge elettorale dell’occidente democratico, le strade le tenterei tutte contemporaneamente, anche quella del referendum. Anche se non dovesse passare, già la raccolta delle firme avrebbe il valore di tenere desta l’attenzione sullo scempio che è stato fatto.

Mi permetto di correggere un’inesattezza: il presidente che firmò il Porcellum nel 2005 non era Napolitano, bensì Ciampi.

Il quale commise due errori di fila. Prima si lasciò coinvolgere irritualmente nella fase di elaborazione del testo, rendendosi complice (sicuramente in buona fede) della porcata dei sistemi differenziati tra Camera e Senato. Poi, anche perché ormai c’era il suo infelice zampino, accettò di promulgarla.

Mattarella ha evitato – per quel che sappiamo – il primo errore, ma ha commesso il secondo.

Francamente mi ha deluso.

Il Presidente, come supremo garante della Costituzione, avrebbe dovuto rinviare alle camere la legge con un messaggio motivato chiedendo che la sentenza della Corte Costituzionale venisse rispettata e non aggirata con effetti peggiorativi.

La priorità, in una funzione arbitrale come quella che è assegnata al Presidente della Repubblica, deve essere sempre quella di salvaguardare i principi costituzionali e la saldezza delle istituzioni in quanto tali; il rischio del conflitto con chi ricopre pro tempore cariche istituzionali è altra cosa e viene dopo.

Nello specifico, è palese che avere nuovamente in futuro un parlamento eletto con una legge incostituzionale, e dunque delegittimato, sarebbe in assoluto il vulnus peggiore.

Cari saluti.



Luciano Belli Paci