Io continuo a dire che in questi ragionamenti che mettono il proporzionale puro come coronamento della costituzione c’è un errore di prospettiva storica: costituzione e proporzionale sono il frutto di un accordo tra le forze antifasciste, per garantirsi tra loro anche se stavano all’opposizione, come è avvenuto dopo la rottura dell’accordo tra socialisti e comunisti da una parte e democristiani dall’altra e la scelta dell’alleanza atlantica. Ma alla fine della prima legislatura De Gasperi si rese conto che con la maggioranza risicata della proporzionale, doveva pagar pegno a ogni gruppuscolo interno ed esterno, e non riusciva a cambiare le leggi fasciste e non solo. Tanto per dirne una , l’Italia si è trasformata da agricola in industriale, con una immensa immigrazione interna, senza una legge urbanistica, provocando un arricchimento scandaloso dei proprietari delle aree che diventavano fabbricabili (tra i proprietari c’era anche la Chiesa). Il povero Sullo fu lasciato solo, anche dai socialisti e comunisti, e sparì dalla scena.
Sinceramente non riesco a capire che cosa c'entrino Fiorentino Sullo e la riforma urbanistica, che comunque fu realizzata, anche se troppo tardi, con questa bestialità di legge elettorale. In ogni caso un sistema proporzionale corretto alla tedesca o un uninominale maggioritario a doppio turno come in Francia potevano essere presi in considerazione. Non lo si è fatto per motivi talmente evidenti che non è nemmeno il caso di accennare. Maurizio Giancola
a mio parere il problema di una legge elettorale non sta tanto in posizioni più o meno di principio, tutte alquanto labili e discutibili, ma nel fatto di avere una sua coerenza complessiva che consenta una sufficiente “governabilità” del paese per evitare che si passi dalla democrazia alla anarchia, e una sufficiente “rappresentatività” delle forze politico-culturali presenti nel paese. Il proporzionale puro corre sul filo del rasoio della sostanziale ingovernabilità del Parlamento e del governo. Il correttivo potrebbe essere una sufficientemente alta soglia di sbarramento attorno al 6-8% ( in Germania mi pare sia del 12%) legata alla sfiducia costruttiva, nel senso che non si possa mandare a casa un governo se non è già presente una nuova maggioranza che si proponga al Presidente della Repubblica. Tutto ciò avendo come principio di riferimento la intangibilità della durata della legislatura ( 4 anni come in USA).
Questa discussione sul proporzionale sì proporzionale no distrae l'attenzione rispetto all'Italikum dai principi della sentenza n. 1/201 della Corte Costituzionale : ” In ordinamenti costituzionali omogenei a quello italiano, nei quali pure è contemplato detto principio e non è costituzionalizzata la formula elettorale, il giudice costituzionale ha espressamente riconosciuto, da tempo, che, qualora il legislatore adotti il sistema proporzionale, anche solo in modo parziale, esso genera nell’elettore la legittima aspettativa che non si determini uno squilibrio sugli effetti del voto, e cioè una diseguale valutazione del “peso” del voto “in uscita”, ai fini dell’attribuzione dei seggi, che non sia necessaria ad evitare un pregiudizio per la funzionalità dell’organo parlamentare (BVerfGE, sentenza 3/11 del 25 luglio 2012; ma v. già la sentenza n. 197 del 22 maggio 1979 e la sentenza n. 1 del 5 aprile 1952).". Se il legislatore non vuole rispettare questi principi adotti un sistema elettorale maggioiritaro. L'abbiamo detto davanti alla Corte Costituzionale da noi sarebbe perdsino legittimo un maggioritario britannico. No dsi può prendere un sistema proporzionale e poi alterarlo con un premio di maggioranza. Perché non si adotta un sistema maggioritario? perché non è manipolabile. Bisogna avere la maggioranza dei seggi da conquistare uno per uno
In Germania la soglia di sbarramento è del 5%, non del 12% come riportato da Alberto Ferrari. Non sono contrario alle soglie in linea di principio, ma credo che non si debba superare il 5%, che è già una percentuale ragguardevole. Maurizio Giancola
Al di là degli aspetti tecnici, sono totalmente d'accordo con Alberto Ferrari quando dice
"che consenta una sufficiente “governabilità” del paese per evitare che si passi dalla democrazia alla anarchia, e una sufficiente “rappresentatività” delle forze politico-culturali presenti nel paese"
Il punto è tutto qui. Se siamo d'accordo su questo, allora la soluzione è molto più semplice di quanto non si voglia credere. Eccone una delle tante possibili, che prende spunto da alcuni elementi del sistema Tedesco:
2) Adottare un proporzionale con una limitata soglia di sbarramento, non oltre 2 o 3%
3) Sistemi di liste corte e su collegi di dimensioni limitate, e, a parte i capilista, nessuna possibilità di candidature in più collegi, in modo da favorire la conoscenza diretta fra cittadino ed elettore. La divisione dei collegi su scala nazionale dovrebbe essere tale da consentire anche rappresentanze forti localmente, per dare rappresentanza ai territori. Ad esempio con il sistema delle circoscrizioni (cinque?) nazionali a cui assegnare i seggi da ripartire poi con il proporzionale.
4) Assegnare un limitato premio di maggioranza alla lista che ottiene più voti, corrispondente a non più del 10% dei seggi utili, giusto per rafforzare il primo partito.
Facciamo delle ipotesi:
A) Esiste un partito che da solo arriva al 40%. In tal caso governa, perché il bonus lo porta al 50%. Credo che sia giusto che se un partito ha una rappresentanza così forte possa governare. In ogni caso le opposizioni restano ancora forti e non sono zittite
B) Esiste un partito forte, diciamo da 25 o 30% e altri partiti grandi da 10 - 15% più alcuni piccoli partiti. Il partito principale, anche con il bonus, non arriva oltre il 40%, e quindi deve cercare almeno un alleato di dimensioni rispettabili, e, essendoci un sistema proporzionale, non è detto che debba essere costretto a "larghe intese" ma potrebbe trovare un partito "affine" o con cui trovare un terreno di intese comuni. E' giusto così: la democrazia non è la dittatura della minoranza più numerosa, ma un sistema in cui si cercano accordi e compromessi, e se due partiti insieme rappresentano il 50% o più del paese, devono lavorare insieme. Forse nessuno dei due potrà fare tutto quello che vuole, ma sicuramente potranno governare.
C) non esistono partiti molto forti, diciamo che il maggiore arriva a malapena al 20%, e nelle sue situazioni ce ne sono altri due o tre. In questo modo il bonus porta il primo partito al 30%, e la necessità di accordi diventa più ampia. Un governo con due o tre partiti di cui uno al 25-30% e gli altri due un po' più piccoli. Cosa c'è di scandaloso in tutto questo? Forse che la Merkel ha problemi a governare con la SPD?
In tutti questi scenari c'è una costante che va notata: i partiti del 3 - 5%, che quindi riescono a superare la soglia, non sono mai più di tre o quattro, ma anche cinque. Insieme rappresentano bene la viarietà delle posizioni minoritarie del paese, ma non possono porre veti a governi fatti da pochi grandi partiti. Se vogliono, possono anche aderire alle maggioranze, se ne condividono i programmi.
Tutto questo però parte da un principio: non devono esserci schieramenti precostituiti, ciascuno si presenta alle elezioni con il proprio programma e poi si trova l'accordo in Parlamento: questa è l'essenza della repubblica parlamentare, dove il parlamento diventa il luogo centrale di mediazione degli interessi. Forse non si conoscerà la sera stessa chi governerà, ma si governerà lo stesso, in modo più stabile degli ultimi 20 anni e con molte meno tensioni nel paese.
Questa è una proposta semplicissima. E' un vero proporzionale corretto, con piccolo premio: favorisce i partiti maggiori ma garantisce rappresentatività effettiva, alla lunga porta a formare aggregazioni stabili di partiti e non coalizioni posticce.
Ovviamente non sono un fine costituzionalista, e mi piacerebbe sentire il parere di chi queste cose le capisce molto bene, e in questa lista ce ne sono tanti.
Faccio infine notare che questa proposta poteva anche essere realizzata modificando l'impianto dell'Italikum, e quindi non avrebbe costretto alla resa Renzi, ma magari sarebbe servita a riportare un clima di condivisione e partecipazione nel quadro politico.
Resto comunque convinto che il modo migliore per governare in modo veramente efficiente ed efficace, senza veti di minoranze né frammentazione del quadro politico e per tutta la durata della legislatura, sapendo già dalla sera prima delle elezioni chi governerà sia una bella dittatura tipo Stalin o Hitler o Pinochet....... (scusate la battuta finale, ma mi è propria scappata, oggi sono di buon umore per l'esito dello sciopero della scuola
ho letto di tutto e di più su questa legge elettorale, l'unica cosa che mi pare evidente è che è costruita sul modello di quella per le elezioni comunali dei comuni sopra i 15000 che non mi pare abbia dato grande prova di se, anzi ha generato una casta di intoccabili, in genere pure abbastanza impreparati ed in alcuni casi anche un po' cleptomani. Un leader eletto senza il contrappeso di un'assemblea che rappresenti effettivamente le volontà degli elettori tende all'autocrazia, è proprio il caso dei sindaci che hanno espropriato i consigli comunali di tutte le loro competenze politico-amministrative, accentrandole su di se (o peggio delegandole alle determine dirigenziali), per cui la battaglia non parte tanto e solo dalla contestazione del "porcellum con le ali" votato l'altro ieri ma anche da una netta contestazione delle leggi elettorali comunali. Dario Allamano
9 commenti:
Io continuo a dire che in questi ragionamenti che mettono il proporzionale puro come coronamento della costituzione c’è un errore di prospettiva storica: costituzione e proporzionale sono il frutto di un accordo tra le forze antifasciste, per garantirsi tra loro anche se stavano all’opposizione, come è avvenuto dopo la rottura dell’accordo tra socialisti e comunisti da una parte e democristiani dall’altra e la scelta dell’alleanza atlantica. Ma alla fine della prima legislatura De Gasperi si rese conto che con la maggioranza risicata della proporzionale, doveva pagar pegno a ogni gruppuscolo interno ed esterno, e non riusciva a cambiare le leggi fasciste e non solo. Tanto per dirne una , l’Italia si è trasformata da agricola in industriale, con una immensa immigrazione interna, senza una legge urbanistica, provocando un arricchimento scandaloso dei proprietari delle aree che diventavano fabbricabili (tra i proprietari c’era anche la Chiesa). Il povero Sullo fu lasciato solo, anche dai socialisti e comunisti, e sparì dalla scena.
Sinceramente non riesco a capire che cosa c'entrino Fiorentino Sullo e la riforma urbanistica, che comunque fu realizzata, anche se troppo tardi, con questa bestialità di legge elettorale. In ogni caso un sistema proporzionale corretto alla tedesca o un uninominale maggioritario a doppio turno come in Francia potevano essere presi in considerazione. Non lo si è fatto per motivi talmente evidenti che non è nemmeno il caso di accennare.
Maurizio Giancola
a mio parere il problema di una legge elettorale non sta tanto in posizioni più o meno di principio, tutte alquanto labili e discutibili, ma nel fatto di avere una sua coerenza complessiva che consenta una sufficiente “governabilità” del paese per evitare che si passi dalla democrazia alla anarchia, e una sufficiente “rappresentatività” delle forze politico-culturali presenti nel paese. Il proporzionale puro corre sul filo del rasoio della sostanziale ingovernabilità del Parlamento e del governo. Il correttivo potrebbe essere una sufficientemente alta soglia di sbarramento attorno al 6-8% ( in Germania mi pare sia del 12%) legata alla sfiducia costruttiva, nel senso che non si possa mandare a casa un governo se non è già presente una nuova maggioranza che si proponga al Presidente della Repubblica. Tutto ciò avendo come principio di riferimento la intangibilità della durata della legislatura ( 4 anni come in USA).
Questa discussione sul proporzionale sì proporzionale no distrae l'attenzione rispetto all'Italikum dai principi della sentenza n. 1/201 della Corte Costituzionale : ” In ordinamenti costituzionali omogenei a quello italiano, nei quali pure è contemplato detto principio e non è costituzionalizzata la formula elettorale, il giudice costituzionale ha espressamente riconosciuto, da tempo, che, qualora il legislatore adotti il sistema proporzionale, anche solo in modo parziale, esso genera nell’elettore la legittima aspettativa che non si determini uno squilibrio sugli effetti del voto, e cioè una diseguale valutazione del “peso” del voto “in uscita”, ai fini dell’attribuzione dei seggi, che non sia necessaria ad evitare un pregiudizio per la funzionalità dell’organo parlamentare (BVerfGE, sentenza 3/11 del 25 luglio 2012; ma v. già la sentenza n. 197 del 22 maggio 1979 e la sentenza n. 1 del 5 aprile 1952).". Se il legislatore non vuole rispettare questi principi adotti un sistema elettorale maggioiritaro. L'abbiamo detto davanti alla Corte Costituzionale da noi sarebbe perdsino legittimo un maggioritario britannico. No dsi può prendere un sistema proporzionale e poi alterarlo con un premio di maggioranza. Perché non si adotta un sistema maggioritario? perché non è manipolabile. Bisogna avere la maggioranza dei seggi da conquistare uno per uno
Felice C. Besostri
In Germania la soglia di sbarramento è del 5%, non del 12% come riportato da Alberto Ferrari. Non sono contrario alle soglie in linea di principio, ma credo che non si debba superare il 5%, che è già una percentuale ragguardevole.
Maurizio Giancola
Confermo la soglia del 5% in Germania.
Al di là degli aspetti tecnici, sono totalmente d'accordo con Alberto Ferrari quando dice
"che consenta una sufficiente “governabilità” del paese per evitare che si passi dalla democrazia alla anarchia, e una sufficiente “rappresentatività” delle forze politico-culturali presenti nel paese"
Il punto è tutto qui. Se siamo d'accordo su questo, allora la soluzione è molto più semplice di quanto non si voglia credere. Eccone una delle tante possibili, che prende spunto da alcuni elementi del sistema Tedesco:
1) Abolire del tutto il bicameralismo
2) Adottare un proporzionale con una limitata soglia di sbarramento, non oltre 2 o 3%
3) Sistemi di liste corte e su collegi di dimensioni limitate, e, a parte i capilista, nessuna possibilità di candidature in più collegi, in modo da favorire la conoscenza diretta fra cittadino ed elettore. La divisione dei collegi su scala nazionale dovrebbe essere tale da consentire anche rappresentanze forti localmente, per dare rappresentanza ai territori. Ad esempio con il sistema delle circoscrizioni (cinque?) nazionali a cui assegnare i seggi da ripartire poi con il proporzionale.
4) Assegnare un limitato premio di maggioranza alla lista che ottiene più voti, corrispondente a non più del 10% dei seggi utili, giusto per rafforzare il primo partito.
Facciamo delle ipotesi:
A) Esiste un partito che da solo arriva al 40%. In tal caso governa, perché il bonus lo porta al 50%. Credo che sia giusto che se un partito ha una rappresentanza così forte possa governare. In ogni caso le opposizioni restano ancora forti e non sono zittite
B) Esiste un partito forte, diciamo da 25 o 30% e altri partiti grandi da 10 - 15% più alcuni piccoli partiti. Il partito principale, anche con il bonus, non arriva oltre il 40%, e quindi deve cercare almeno un alleato di dimensioni rispettabili, e, essendoci un sistema proporzionale, non è detto che debba essere costretto a "larghe intese" ma potrebbe trovare un partito "affine" o con cui trovare un terreno di intese comuni. E' giusto così: la democrazia non è la dittatura della minoranza più numerosa, ma un sistema in cui si cercano accordi e compromessi, e se due partiti insieme rappresentano il 50% o più del paese, devono lavorare insieme. Forse nessuno dei due potrà fare tutto quello che vuole, ma sicuramente potranno governare.
C) non esistono partiti molto forti, diciamo che il maggiore arriva a malapena al 20%, e nelle sue situazioni ce ne sono altri due o tre. In questo modo il bonus porta il primo partito al 30%, e la necessità di accordi diventa più ampia. Un governo con due o tre partiti di cui uno al 25-30% e gli altri due un po' più piccoli. Cosa c'è di scandaloso in tutto questo? Forse che la Merkel ha problemi a governare con la SPD?
In tutti questi scenari c'è una costante che va notata: i partiti del 3 - 5%, che quindi riescono a superare la soglia, non sono mai più di tre o quattro, ma anche cinque. Insieme rappresentano bene la viarietà delle posizioni minoritarie del paese, ma non possono porre veti a governi fatti da pochi grandi partiti. Se vogliono, possono anche aderire alle maggioranze, se ne condividono i programmi.
Tutto questo però parte da un principio: non devono esserci schieramenti precostituiti, ciascuno si presenta alle elezioni con il proprio programma e poi si trova l'accordo in Parlamento: questa è l'essenza della repubblica parlamentare, dove il parlamento diventa il luogo centrale di mediazione degli interessi. Forse non si conoscerà la sera stessa chi governerà, ma si governerà lo stesso, in modo più stabile degli ultimi 20 anni e con molte meno tensioni nel paese.
Questa è una proposta semplicissima. E' un vero proporzionale corretto, con piccolo premio: favorisce i partiti maggiori ma garantisce rappresentatività effettiva, alla lunga porta a formare aggregazioni stabili di partiti e non coalizioni posticce.
Ovviamente non sono un fine costituzionalista, e mi piacerebbe sentire il parere di chi queste cose le capisce molto bene, e in questa lista ce ne sono tanti.
Faccio infine notare che questa proposta poteva anche essere realizzata modificando l'impianto dell'Italikum, e quindi non avrebbe costretto alla resa Renzi, ma magari sarebbe servita a riportare un clima di condivisione e partecipazione nel quadro politico.
Resto comunque convinto che il modo migliore per governare in modo veramente efficiente ed efficace, senza veti di minoranze né frammentazione del quadro politico e per tutta la durata della legislatura, sapendo già dalla sera prima delle elezioni chi governerà sia una bella dittatura tipo Stalin o Hitler o Pinochet....... (scusate la battuta finale, ma mi è propria scappata, oggi sono di buon umore per l'esito dello sciopero della scuola
ho letto di tutto e di più su questa legge elettorale, l'unica cosa che mi pare evidente è che è costruita sul modello di quella per le elezioni comunali dei comuni sopra i 15000 che non mi pare abbia dato grande prova di se, anzi ha generato una casta di intoccabili, in genere pure abbastanza impreparati ed in alcuni casi anche un po' cleptomani. Un leader eletto senza il contrappeso di un'assemblea che rappresenti effettivamente le volontà degli elettori tende all'autocrazia, è proprio il caso dei sindaci che hanno espropriato i consigli comunali di tutte le loro competenze politico-amministrative, accentrandole su di se (o peggio delegandole alle determine dirigenziali), per cui la battaglia non parte tanto e solo dalla contestazione del "porcellum con le ali" votato l'altro ieri ma anche da una netta contestazione delle leggi elettorali comunali.
Dario Allamano
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