sabato 9 maggio 2015

Giampaolo Mercanzin: Chi vivrà vedrà

CHI VIVRA' VEDRA' Non posso credere che vi sia incompetenza nelle decisioni che, soprattutto col governo Renzi, si stanno ovviamente assumendo "erga omnes". Due sono consecutivamente le più clamorose in questi giorni. La prima: il GOVERNO si permette di disattendere le decisioni della consulta, affermando che non restituirà al "maltolto" ai cittadini pensionati. Fatto orribile, ma che segue una scelta ancor più grave, qando nel 2014, Napolitano, disattese la sentenza dela stessa in merito al cosiddetto "porcellum" (costringendola a dare delle interpretazioni autentiche "morbide"), non portando il popolo "sovrano" a votare con le vecchie norme. Ma la più clamorosa riguarda il nuovo Presidente della Repubblica che stiamo verificando si è dimenticato dell'art. 87 I° comma Cost. il quale afferma - senza bisogno di interpretazioni autentiche - che: "Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'UNITA' NAZIONALE. Certamente avrà letto male quello che qualsiasi studente delle superiori, con poche infarinature di diritto pubblico, sa ed ha pensato invece di rappresentare la MAGGIORANZA dell'unità nazionale. Sono difatti due le "gaffes" che il prof. Mattarella, ex componente della Corte Costituzionale, ha commesso: la prima ignorando che si possa mettere la fiducia di altro organo (il Governo) su provvedimenti di esclusiva competenza del Parlamento, la seconda non rilevando che una gran parte delle forze dell' "Unità Nazionale", ha abbandonato l'aula in totale dissenso con la fiducia posta dal governo. Non so per quanto tempo questa cultura dell'ultima spiaggia, che si tramanda fin dai tempi dei "governi balneari" dell'on, ex presidente della Repubblica Giovanni Leone, potrà durare. Nè so a quale scopo sono praticamente effettuati piccoli "Colpi di Stato" dove ormai questa Italia (quella delle tre scimiette?) è disposta a sopportare questa "navigazione a vista", dove: Magistrati di procedura penale si arrogano competenze di carattere civile (il caso Ruby è il più eclatante); Decisioni di ordinaria amministrazione, possibli solo con disegni di Legge discussi e votati in Parlamento, vengono contrabbandati con l'appellativo di "straordinaria necessita ed urgenza" in nome di una presunta efficacia efficienza economicità, contrabandata dal Governo. Certo ormai la vera "casta" si è impossessata di tutti i gangli vitali del Paese ed il popolo, in parte plagiato col sistema del "bastone e della carota", in parte vessato da falsità, non è più quello tanto decantato, sovrano, ma quello più realisticamente suddito. Non sono abituato a rifarmi al "si stava meglio quando si stava peggio", ma certamente nella cosiddetta I^ Repubblica, questi comportamenti non sarebbero stati accettati dall'allora attenta "opinione pubblica". Bisogna dargli atto: essi hanno interpretato al meglio per se stessi, il famoso motto "Primun vivere"! Quanta ragione aveva il mio povero amico Prof. Navazio, segretario regionale dell'allora PRI lamalfiano, quando sentenziava: "i cattolici sono democratici finché governano, i comunisti finché sono all'opposizione" Ora costoro comandano assieme, alla maniera del "volemose bene" veltroniano.Si era dimenticato degli opportunisti, trai quali annovero anche il segretario, oltre che vice ministro, di quel novello PSI che dovrebbe rappresentare la cultura socialista, ai quali vanno bene entrambi. Il popolo dovrà restare" all'opere imbelli dell'arse officine ed ai campi bagnati di servo sudor" Chi vivrà vedrà....... Giampaolo Mercanzin

13 commenti:

lorenzo ha detto...

Se fossi fra quelli esclusi dalla restituzione del "maltolto", in quanto il Governo "si permetterà di disattendere eccetera" io sarei contento che i miei soldi andassero a chi ne ha più bisogno. Quindi non sarebbe "un fatto orribile" ma, più propriamentee si chiamerebbe ridistribuzione. Chi si dice di sinistra dovrebbe credrerci. Lorenzo Borla

franco ha detto...

La scelta del Presidente della Repubblica di firmare la legge elettorale Italicum non è dipesa da alcun esame del profilo costituzionale della stessa, bensì da ragioni esclusivamente politiche compresa quella del voto favorevole di Forza Italia al Senato che stava a dimostrare un consenso più largo di quello della sola maggioranza. I tempi stretti poi sono stati giustificati dal fatto che il testo era lo stesso di quello approvato dal Senato e quindi non si ravvedevano esigenze di particolare approfondimento. Siamo quindi ad un passaggio tutto politico al riguardo del quale non non esiste un soggetto adeguato per contrastarlo. Occorre riportare il confronto nel merito. Piuttosto che il referendum, con i quesiti difficili da formulare in modo da essere ammesso dalla Corte di Cassazione e con la spada di Damocle del 50% di partecipazione, meglio tentate la via di un nuovo giudizio della Consulta. Questa volta però occorre una mobilitazione di tutte le forze contrarie a questo obbrobbio e che pensano ad una qualità concreta della Democrazia Repubblicana. Occorre muoverci sul piano dell'aggregazione di settori sociali non lasciando soli gli avvocati, com'è accaduto nell'occasione precedente. In ogni caso questo lavoro porterà ad una discussione e a una aggregazione di tipo nuovo. Segnalo, nel piccolo di una città di provincia, l'iniziativa del gruppo degli "Autoconvocati per l'opposizione" di Savona che hanno proposto la formazione di un Comitato per la Democrazia Repubblicana rivolto a tutti i soggetti di sinistra e antifascisti che condividono questa impostazione. Si possono avere informazioni su due siti: http://autoconvocatiperlopposizione.com e http://sinistrainparlamento.blogspot.it che mi permetto di invitare a consultare. Grazie per l'attenzione Franco Astengo

alberto ha detto...

Non condivido per i seguenti motivi.
- l’art. 53 della Parte I della nostra Costituzione dice che “ Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.” Non quindi in base al colore dei capelli, della pelle o dell’appartenenza ad una categoria. Ma esclusivamente in base al loro reddito.
- l’Art.134, sempre della nostra costituzione dice che “ La Corte Costituzionale giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge, dello Stato e delle Regioni. “ Mettere in discussione questo potere attribuito alla consulta come fa il sottosegretario Puglisi significa mettere in discussione la Costituzione .
La Corte Costituzionale , e la Corte dei Conti, hanno più volte detto e scritto che la via maestra c’è ed è molto chiara: intervenire sulle aliquote IRPEF in modo che 4mila€ al mese percepite da un pensionato “ ricco” , da un dirigente d’azienda, da un parlamentare, da un professionista ecc. siano tutti tassati allo stesso modo, come scrive la nostra Costituzione.
Ma probabilmente è proprio questo che i politici, parlamentari ecc. non vogliono, perchè sarebbero anch’essi chiamati a pagare di più.
Ma chi si dice di sinistra non può non porre sul tappeto il problema di introdurre ulteriori aliquote IRPEF per i redditi più alti, oltreché per i patrimoni come ricorda Piketty. Il resto sono solo ragionamenti di destra. A proposito sapete che professione esercita il sottosegretario Puglisi? : il commercialista. Per questo non vuole parlare di rimodulazione dell’IRPEF.

salvatore ha detto...

Alberto Ferrari, che dire altro.... sono d'accordo al 100% con te.

E aggiungo un'altra cosa: chi è veramente socialista dovrebbe volere un sistema fiscale molto semplice, con pochissimi meccanismi, due di imposizione diretta, uno legato al reddito e l'altro al patrimonio, ed uno di imposizione indiretta, una aliquota IVA possibilmente solo su beni non primari. E niente altro!
Invece in Italia si inventano 10.000 balzelli, imposte, tasse, contributi, accise su mille cose diverse.

Tutto ciò, oltre che complicare tremendamente il sistema fiscale, e quindi rendere meno efficiente la macchina degli accertamenti e danneggiare le piccole imprese e gli artigiani che sono costretti a perdere molto tempo per inseguire le normative e le scadenze, fa anche in modo che chi ne è capace riesce ad eludere molto più di chi ha solo il proprio stipendio o la propria pensione.


In un marasma del genere, non ha molto senso venire a dire che i pensionati da 1500 - 2000 euro al mese devono redistribuire il loro reddito nei confronti dei più bisognosi. Qui si cade nella demagogia! Ma ormai ho capito che il PD ha fatto quadrato: qualsiasi argomentazione è valida, che si tratti di mero esercizio di retorica o abbia qualche contenuto sostanziale, pur di giustificare le scelte del "loro" premier

antonio ha detto...

ammettiamo pure, senza concederlo, che le obiezioni di Ferrari siano trascurabili.

Il governo con lo sgravio degli 80€ ha speso circa 12miliardi/anno evitando accuratamente di versarli ai redditi più bassi, ( se ricordo bene 12000-24000/anno).
Questo perchè, si è detto, bisognava potenziare la domanda interna e questi redditi -chissà in base a quale teoria- sono più spendaccioni: i risultati sono noti: effetto zero.

Adesso lo Stato, (ex sentenza c.c.), dovrebbe restituire ai pensionati (3xminimo) circa 10miliardi di cui 5miliardi/anno a regime.

Veniamo a Borla:
"io sarei contento che i miei soldi andassero a chi ne ha più bisogno."
anch'io sarei stato contento;
i miei soldi, per trasposizione, invece di finire ai redditi bassi, sono finiti, (vedi sopra, 80€) a chi meno aveva bisogno; qualche gufo dice, (ma non io, che ritengo si tratti di imbecillità),
- per meri motivi elettorali-; e sono anche del parere che se gli 80€ fossero finiti ai redditi vicini al minimo vitale, sarebbero immediatamente transitati
nella domanda interna.

Siamo all'assurdo che un pensionato con una "pensione d'oro" di 1500 euro lordi, (3 volte il minimo), ha finanziato 'pro quota' un analogo reddito da lavoro, mentre
forse avrebbe preferito finanziare una pensione da 500€/mese.

Va bene tutto, ma ci fosse almeno una base razionale.

Antonio Autuori

lorenzo ha detto...

Non ho affatto detto che i pensionati da 1500/2000 euro al mese debbano rinunciare al maltolto. Mi sembra si capisse che mi riferivo più propriamente a quelli da 4000/5000 euro al mese, che non sono pochissimi. E perché non dovrebbe esserci ridistribuzione fra le pensioni (come peraltro ha fatto capire di pensarla Tito Boeri)? Cosa che non c’entra con una sacrosanta revisione delle aliquote fiscali e il rendere più efficienti i controlli. Quanto alla Costituzione, oggi i giornali sono pieni di critiche alla sentenza della Consulta e quindi (secondo l’assioma di Ferrari) mettono in discussione la Costituzione. Chi invece approva la sentenza (e difende la Costituzione?) sono i giornali di Berlusconi che stanno dalla parte delle pensioni ricche, dal momento che la lobby dei dirigenti (Federmanager) trova in Forza Italia terreno fertile. Noto con piacere che esattamente la stessa accusa () è perfettamente ribaltabile: qualsiasi atto, o commento a favore di un atto del governo, fa scattare il riflesso pavloviano della sinistra per cui invece è un atto “orribile”. Lorenzo Borla

lorenzo ha detto...

12.000 euro lordi l'anno, fanno circa 8000 netti, diviso 13, sono 615 netti al mese... Certo, forse gli 80 euro si potevano destinare alle pensioni minime. Ma non sarebbe meglio fare questo all'interno dell'Inps, scremando di sopra e aggiungendo di sotto (il che, ripeto, è una idea di giustizia proposta dal presidente dell'Inps)? LB

alberto ha detto...

Caro Borla se si accetta che le diverse “categorie” , pensionati, dirigenti, operai, professionisti ecc., si compensano al loro interno , allora torniamo al parlamento delle corporazioni di lontana memoria. L’art. 53 della Costituzione è molto chiaro. E’ da oltre 10 anni che giriamo attorno alla questione di una diversa formulazione delle aliquote marginali IRPEF, così anziché tassare di più coloro i quali, pensionati, dirigenti, liberi professionisti, ecc., guadagnano di più, ridistribuendo alle aliquote inferiori, i nostri politici si esercitano in provvedimenti che sanno che saranno bocciati come incostituzionali. La rimodulazione delle aliquote IRPEF toccherebbe anche loro e i loro alti dirigenti. Così si inventa la tassazione per categorie che contrasta con la Costituzione. Non sarà un caso?

antonio ha detto...

non si può più fare: queste risorse sono finite altrove e ti faccio notare che il tuo esempio (615€/mese è il minimo dei beneficiari) e non puoi colpire due volte
nello stesso strato sociale a meno di non considerare i pensionati un nemico e/o un pozzo di San Patrizio. Per non parlare del fatto che con gli attuali livelli di disoccupazione giovanile,
molte pensioni, per quanto magre, sono diventate una forma surrettizia di assistenza dei padri verso i figli disoccupati, in particolare al sud.

La musica è già: "restituiremo qualcosa alle pensioni più basse"; "ce lo chiede l'Europa"; "un buco nelle finanze dello Stato";ect.

Si possono chiedere sacrifici, ma ci vuole un progetto di politica economica e industriale nel quale la maggioranza dei sacrificandi si possa riconoscere e
possa controllare.
Qui c'è gente che governa alla giornata e pare la fiera delle castronerie. Ti ricordi la telefonata -falsa- di Vendola a Fabrizio Barca: Barca, che è del mestiere, li ha fotografati
perfettamente.
Leggo sui giornali che l'Europa ci deve controllare per timore di un buco di bilancio, ma io intanto penso che l'Italia che era esposta verso la Grecia di 4 miliardi ora è esposta
di 40 miliardi e la Spagna che era esposta di 600milioni ora è esposta di 20 miliardi mentre Francia e Germania, che erano all'inizio, di gran lunga, le più esposte hanno semplicemente
consolidato il loro debito; per non parlare del fatto che se avessero dato subito 30 miliardi alla Grecia adesso non saremmo a discutere di 300miliardi.
Adesso l'Europa controlla noi per 10-12 miliardi, ma dovremmo essere noi a controllare l'Europa, invece mi trovo con un presidente del consiglio, con turno di presidenza europea, che doveva "asfaltare" la politica europea e non è manco riuscito a chiedere ragione di quanto sopra.

A.

lorenzo ha detto...

Caro Ferrari, la mia idea era di una grande banalità, per uno che si crede socialista: dal momento che non si tratta di tassazione aggiuntiva, ma soltanto di restituzione, ridistribuiamo ciò che dovrebbe essere restituito, ripartendolo fra pensioni ricche e pensioni povere; ovvero, non si restituisce niente oltre una certa soglia e quegli stessi soldi vanno alle pensioni della fascia più bassa. Mi sembra proprio un pensiero elementare e non ha niente a che vedere con il sostegno al governo. Naturalmente siamo in Italia, paese di giurisperiti formalisti, e saltano fuori le corporazioni medioevali e addirittura la contrarietà della Costituzione. Quanto alla revisione delle aliquote, che certo è la cosa migliore, date le premesse è di là da venire. Mentre questa ripartizione si poteva far subito. LB

lorenzo ha detto...

24.000 euro lordi l'anno fa 16.000 netti, diviso 13 fa 1230 netti al mese. Non mi sembra si siano buttati gli 80 euro ai ricchi. Quanto alla restituzione del "maltolto", qui non si parla di tosare i pensionati con nuove tasse e considerarli nemici o il pozzo di San Patrizio, ma di ridistribuire soldi in più che sono dovuti. Quindi non c'entrano sacrifici e politica economica e addirittura industriale, e il credito verso la Grecia che sono "ben altri" problemi. LB

antonio ha detto...

L'Italia è l'unica grande economia europea che non è rientrata ai livelli pre-crisi 2007 e ha perduto in 8 anni circa il 10% del Pil;
se non c'è bisogno di politica economica e industriale di che cosa c'è bisogno di un "selfie"?
In un panorama del genere i pensionati da 16000 netti hanno finanziato per trasposizione le politiche elettorali verso occupati da 16000 netti.
Quanto alla Grecia, i "ben altri" problemi sono: pagano sempre i fessi.
Per quanto mi riguarda l'argomento è chiuso.
A.

alberto ha detto...

In uno Stato anche le idee devono tenere conto delle leggi. Se i pensionati
ricchi compensano i pensionati poveri I professionisti vorranno fare lo
stesso , gli imprenditori pure, ecc. Così non si pone l'accento sul problema
vero: è scandaloso che si tassino con la stessa aliquota marginale redditi
lordi da 100 mila € e redditi da svariati milioni di euro visto che oltre i
75.000 euro di reddito, ovvero per il quinto ed ultimo scaglione di reddito,
l’aliquota IRPEF è pari al 43%. I contribuenti facoltosi, che percepiscono
un reddito annuo eccedente i 75 mila euro, ovvero oltre 6.250 euro mensili
dovranno corrispondere 25.420 euro più il 43% sul reddito eccedente.
Buttare li il problema delle taglio delle pensioni è voler "scantonare".
Un caro saluto