lunedì 16 marzo 2015

Lanfranco Turci: Il mio punto di vista sulla "coalizione sociale"

IL MIO PUNTO DI VISTA SULLA " COALIZIONE SOCIALE" Il progetto di " coalizione sociale" lanciato dalla FIOM potrebbe essere l'inizio di una ristrutturazione della sinistra e della nascita di un nuovo soggetto politico. O potrebbe presto risolversi nella inconcludenza e in nuove rotture all’interno di ciò che resta della sinistra politica e sociale. Io tendo a vedere nella mossa di Landini notevoli potenzialità che vanno colte e aiutate ad emergere 1) Comincio con una nota che avevo pubblicato il 30 NOVEMBRE DEL 2014 e che ritengo tuttora valida: "A questo punto dello stato della sinistra, scrivevo, vado alla disperata. Secondo me in una società dominata dai media( che ci piaccia o no è quella in cui viviamo) non si può prescindere da un leader nuovo e trainante. Guardate Tsipras e Iglesias. Un leader che abbia sangue fresco da spendere, una origine popolare e l'impronta del mondo del lavoro. Un leader che non lasci dubbi sul suo orientamento di sinistra e anti liberista. Un leader che non cerchi l'angolino identitario e sfidi il Pd parlando ai vecchi elettori e militanti di sinistra e al contempo ai giovani senza storia politica alle spalle…. Per me fare un discorso di questo tipo è uno strappo, anzi è uno schiaffo alla mia formazione e alla mia cultura politica. Ma solo un Landini, nel panorama attuale della sinistra, ci potrà salvare o almeno tentare con qualche possibilità.” 2) Landini ha capito che occorre un linguaggio politico nuovo. Non serve il nostro da intellettuali della politica, nè tanto meno il politichese corrente che allontana la gente come la peste. Landini o per calcolo consapevole, o per la sua stessa formazione, si muove fuori dal recinto consunto della politica corrente. Quel recinto, lo sappiamo, è consunto per effetto di una campagna ben pilotata di anni e anni di predicazione antipolitica, che ha contestato, in nome della lotta agli scandali, le basi stesse della istituzioni democratiche e dei corpi intermedi. Ma quel recinto è stato consunto anche, e prima ancora, dallo svuotamento dei poteri democratici per opera delle politiche liberiste e delle istituzioni burocratiche europee.( Quello che Draghi definì il pilota automatico che funziona a prescindere dai singoli governi e che i Greci cercano di smontare in queste settimane!) Per questo Landini non parla al momento di Partiti e lascia correre perfino una accennata indifferenza alla contrapposizione fra destra e sinistra. In ciò concedendo qualcosa a quello che potremmo chiamare un certo populismo di sinistra, o quasi un grillismo di sinistra. Credo che egli si renda conto che il recinto tradizionale della politica è stato distrutto da Renzi, dalla sua sfida come uomo del fare, come leader di un Partito della Nazione capace di scavalcare i vecchi confini in funzione di un centro oligarchico e populista. Per questo non sarà più possibile contare sul vecchio campo di gioco della politica ( centro-destra contro centro-sinistra ) con gli stessi giocatori e con i riti del passato. Per questo invece di partire dal posizionamento politico Landini preferisce partire dai problemi sociali come egli li ha vissuti in questi anni, con un occhio allargato oltre la categoria dei metalmeccanici o del solo lavoro salariato. In questo modo riesce a parlare a platee reali e virtuali oggi inaccessibili non solo ai residui della sinistra Pd( e parlo di quel poco che è ancora definibile sinistra in quel partito), ma anche ai partitini di sinistra e a reti associative come le nostre. 3) Per chi viene dal Pci o dalla tradizione del movimento operaio suona come una bestemmia la contrapposizione fra coalizione sociale e soggetto politico. Eppure bisogna capire perchè il problema , sia pure in termini attenuati, tenda a ripresentarsi nella proposta di Landini. Non credo sia solo per sua ingenuità o per l' opportunismo di alcuni intellettuali che tendono a mettere il cappello su tutto ciò che si muove, reinventandosi in tutti i ruoli possibili. Credo invece che la scomposizione degli assetti sociali del "popolo"( si veda per esempio la lettura che ne fornisce il nostro amico Tupàc Amarù) e l'evaporazione della capacità di una effettiva lettura di classe di questi cambiamenti, comporti la necessità di ripartire dalla materialità dei nuovi rapporti di classe, per ricostruire da essi processi unitari e disegni di trasformazione. E' un pò come ritornare a fare le aste della prima elementare per chi riteneva di essere già all'università. 4)Peraltro al di là dei vecchi e nuovi conflitti che possono essere descritti in termini di classi e di ceti sociali, esiste una miriade di conflitti territoriali e di vertenze locali sull'ambiente, sull'uso del territorio, sui "beni comuni", sulla legalità, che prendono forma in una molteplicità di iniziative e comitati in cui si raggruppano le più diverse organizzazioni sociali e politiche. Un censimento di queste esperienze richiederebbe la pazienza di un entomologo che munito di una lente di ingrandimento sappia scoprirle e catalogarle. Ma al di là della catalogazione esse richiedono soprattutto un processo di aggregazione e in questo senso il contenitore della " coalizione sociale" può ben prestarsi a fornire loro un inquadramento sufficientemente elastico. 5)Resta però il fatto che, pur facendo lo sconto ai prezzi che un processo nuovo come la " coalizione sociale" deve pagare per affermarsi quale attore significativo nel quadro che si viene ristrutturando, sappiamo, almeno tutti noi che veniamo da una certa esperienza politica, che non basta la somma di mille vertenze, di mille movimenti e di mille conflitti per dare vita a un processo politico che duri e si affermi. ( Basti pensare in tutt'altro contesto alla evoluzione di Podemos in partito politico). Io non dubito che Landini ne sia consapevole. Se così non fosse saremmo di fronte a un fuoco di paglia destinato a esaurirsi rapidamente, con un lascito di conflitti intanto innescati nella sinistra politica e nel sindacato. Io credo invece che la ridefinizione del modo di essere del sindacato dovrà trovare una sua strada, perchè il problema della sua burocratizzazione e il rischio di corporativizzazione non sono una invenzione polemica. Sull'altro versante la strada della costruzione della " coalizione sociale" è tutta da inventare e alla fine non potrà non investire e coinvolgere quanto c'è oggi di sinistra politica. Non credo, ad esempio, che l'idea del " Coordinamento vasto" lanciata quasi due mesi fa da Sel a conclusione di Human Factor, possa essere recuperata oggi a prescindere dal progetto di " coalizione sociale", o possa sovrapporsi ad esso automaticamente. Nè basterà una grande campagna referendaria sul Jobs act per andare avanti. Anzi sarà da pensarci bene prima di giocarsi tutte le carte su un terreno scivoloso ( do you remember il referendum sulla scala mobile?) in cui Renzi si contrapporrà a noi con una impostazione da plebiscito pro o contro di lui. Molto più importante è invece accumulare le risorse per costruire una rappresentanza della sinistra capace di muoversi autorevolmente e con ambizione egemonica sullo scacchiere politico e sociale. In questa prospettiva io vedo la “ coalizione sociale” 6) Noi che compito abbiamo? Intanto non restare ai margini a pontificare dalle tastiere dei nostri computer o dai nostri colti convegni di studio. Dobbiamo appoggiare il tentativo della " coalizione sociale", dare una mano . Per questo abbiamo già dato l'adesione alla manifestazione del 28 Marzo. Contemporaneamente dobbiamo tenere aperto il discorso di prospettiva alimentandolo , nei limiti delle nostre possibilità, di analisi e di proposte strategiche. Non abbiamo, né possiamo pretendere alcun ruolo di protagonisti. Ma una disponibilità generosa ad aiutare e a dare qualche consiglio disinteressato ci tocca! Lanfranco turci

10 commenti:

alberto ha detto...

Caro Lanfranco, conclude oggi su Repubblica il suo articolo Ilvo Diamanti :
“La “coalizione sociale” evocata da Landini, dunque, mira a divenire coalizione “politica”, che attrae le liste a Sinistra del Pd e l’area del disagio interna al Pd. Magari non un partito — almeno per ora: domani si vedrà. Anche se c’è da sospettare che il più interessato alla costruzione del nuovo soggetto partitico di Landini sia proprio Renzi. Che “neutralizzerebbe” l’opposizione di sinistra in uno spazio, presumibilmente, circoscritto. Intorno al 5% (o qualcosa di più). E allargherebbe ulteriormente lo spazio di influenza del suo PdR verso il centro. Assorbendo quel che resta dell’elettorato berlusconiano. Così resterebbero fuori solo Salvini (e Meloni), il M5s. Insieme a Landini. L’opposizione che piace al premier.”

Forse Diamanti sbaglia. Ma per intanto le modalità con le quali Landini ha lanciato la “coalizione sociale” quasi in opposizione ai partiti di sinistra (e soprattutto a quei donatori di sangue che sono gli attuali dirigenti di SEL – alla quale peraltro sono iscritto - nella disperata ricerca di un polo di aggregazione per scarsa fiducia in se stessi) hanno, sintetizzando:

1) creato scompiglio dentro alla CGIL e favorito indubbiamente la CISL e allontanata ogni residua speranza di unità sindacale; 2) ridimensionata fortemente l’opposizione interna dei dem considerati apertamente come poco più di niente; 3) considerati inadeguati anche tutte le residue forze politiche di sinistra da PRC ai socialisti a soprattutto SEL che comunque è la sola forza ancora presente in parlamento. Non male come inizio, forse cercando di imitare Syriza ( ma li al governo c’era la destra e il paese è alla fame ) o Podemos ( ma anche in Spagna al governo c’è la destra). Mentre in Italia al governo c’è, piaccia o no un partito di centrosinistra che siede in Europa tra i partiti del PSE dopo aver salvato dal disastro totale proprio il PSE.

Spero di sbagliarmi e che tu abbia ragione. Ma continuo a credere che c’erano altri modi “più costruttivi” per tentare di “rianimare” la cultura solidaristica e il popolo di sinistra in Italia. Renzi si batte solo con una proposta politica costruttiva e di grande spessore culturale “per tutto il paese”; proprio come fece Brandt nel ‘59

Un fraterno saluto

lanfranco ha detto...

Caro Alberto , come ho scritto oggi su FB, sono pronto a scommettere che Diamanti, se fosse stato in Grecia due anni fa, avrebbe scritto le stesse cose su Syriza. Io non voglio essere il testimone di un nuovo messia, ma lo scompiglio provocato da Landini mi pare solo salutare. Quanto al tuo giudizio sul Pd che avrebbe salvato ( da che cosa?) il Pse ti segnalo l'editoriale di un insospettabile Luca Ricolfi su Il Sole "4 Ore di domenica scorsa, dove spiega papale papale che Renzi ha occupato tutto lo spazio disponibile al centro-destra e per questo non si vede, Berlusconi o no, come possa rinascere un centro-destra al di qua dell'estremismo di Salvini. Che quello che propone Landini possa poi essere confinato in un antagonismo da 5% mi pare una proposizione così banale e convenzionale che la lascio volentieri al noto politologo.

martelloni ha detto...

I commenti del "liberissimo" e "liberalissimo" attuale sistema (oligopolistico) dell'informazione italiana sulla operazione Coalizione Sociale sono, naturalmente, pelosissimi. Il bambino va strangolato al primo vagito proprio perché non si configura da subito come un partitino antagonista fra i vari partitini della sinistra comunista e/o post-comunista nonchè delle sopravvissute aggregazioni socialiste. Concordo però con l'ultima affermazione fatta da Ferrari. Infatti, contro il blocco sociale-politico antipopolare e pseudo-democratico aggregatosi – o in via di riaggregazione – intorno a Renzi, occorre costruire una vera Coalizione Sociale di Liberazione Nazionale: una CSLN

alberto ha detto...

Caro Lanfranco,converrai che se il PSE non è diventato maggioranza nel parlamento europeo, con tutto ciò che ne sarebbe conseguito, è perchè Hollande portava il Psf ai minimi e se la batosta non è stata più grave è stato solo per l’insperato successo del PD alle europee. Questo dobbiamo pure ammetterlo. Per il resto mi auguro che possa avere ragione tu, anche se io continuo a pensare che è una pessima abitudine delle sinistre iniziare escludendo e dividendo.
Un caro saluto

roberto ha detto...

Solo per puntualizzare, le "sopravvissute aggregazioni socialiste" dove sono? I partitini post-comunisti quali sono?
A sinistra ci sono varie formazioni, partitiche e non, il cui comun denominatore è rappresentato dalla contestazione del sistema liberista e neoliberista, i socialisti non possono che stare da questa parte, dalla parte di chi lavora per vivere.
La proposta di Landini può far parte di un percorso che richiama le radici mutualiste, cooperativiste, lavoriste del Socialismo Italiano, non ci sono steccati, ma l' urgenza è costruire un' alternativa politica alllo pseudoriformismo renziano, in modo da fare chiarezza tra destra e sinistra, in termini di contenuti sociali e di modello economico. Sel è il soggetto politico esistente che, pur con i suoi limiti, ha il merito di poter essere da subito a disposizione per tale percorso.

luigi ha detto...

Caro compagno,
spero di più ... che SEL si ricordi per cosa è nato non partito ma
partita da giocare per iniziare percorso sinistra unita ... tutta
... ma non per metterci sopra il cappello e commandare ... umilmente
per unire.
Dunque che SEL faccia un passo indietro e vada a ricostituire, una
testa un voto, la forza politica in Italia post Tsipras.
Inoltre smetta di essere fratello siamese con la sinistra PD.
Un dialogante ma franco saluto.
Luigi Fasce

francesco ha detto...

Io sono un estimatore di Susanna Camusso. Ne ho sempre apprezzato la serietà e la concretezza.

Devo dire però che la sua posizione di difesa di una sorta di a-politicità del sindacato, nelle condizioni attuali, mi sembra francamente sterile e senza sbocchi. La proposta della FIOM mi pare più sensata. Anzi: credo che sarebbe opportuno lavorare affinché la Coalizione Sociale proposta da Landini trovi uno sbocco politico concreto, con il concorso di tutti coloro che ci vogliono stare (e io ci vedrei bene anche un ruolo non banale della Sinistra socialista).

Quanto a SEL, mi pare che dopo aver lanciato Human Factor, ormai più di un mese fa, si siano di fatto già fermati. Immagino che lo abbiano fatto per aspettare i Fassina, i Cuperlo e compagnia. Ma se è così (se dobbiamo cioè restare in attesa della Sinistra PD), campa cavallo...

Un saluto

Francesco Somaini

claudio ha detto...

posso sbagliare , ma secondo me è solo una autocandidatura a fare il “podestà forestiero” che viene messo alla testa delle cinquantasinistre e dei centocapetti. Mica possono scomodare tutte le volte Tsipras, e altri Ingroia no grazie....

felice ha detto...

Senza aggregazione crescente e processi unitari paralleli la Coalizione Sociale resta una delle tante belle idee, che a sinistra non mancano mai. Se non si fa breccia nel ceto medio impoverito e timoroso del futuro non si supererà mai un 5%, 7% , teniamo presente che al massimo del suo splendore Rifondazione ha avuto un picco al 9%. per smuovere il Pd bisognerebbe raggiungere almeno una percentuale da PSI rispettabile 14% circa. Nelle professioni anche nei settori innovativi e di punta ci sono "gente di sinistra", come raggiungerli?Strada, Ciotti sono persone bellissime e rispettabilissime, cre ne fosseroi migliaia come loro, il mondo sarebbe migliore, anche Rodotà è un giurista rispettato, ma noi per far decollare il progetto abbiamo bisogno di qualche centinaia di migliaia di persone normali o appena sopra la media, più che centinaia di persone straordinarie.Nella pubblica amministrazione ci sono persone preparate che non hanno fatto carriera perché non ammanicate, vanno contattate. Le partite IVA non sono solo quelle finte che mascherano rapporti di lavoro subordinato ma professionisti ed artigiani, che amano il loro lavoro e che vorrebbero avere una pubblica amministrazione più efficiente e che eroghi servizi migliori. Va affrontato il fisco senza demagogie. se crediamo nella d democrazia dobbiamo essere persuasi prima noi che possiamo ottenere il consenso della maggioranza senza trucchi di leggi elettorali farlocche. Se la Coalizione Sociale parte con una lacerazione tra CGIL e FIOM, non importa chi abbia torto e chi ragione, non è un buon viatico. Una forte coalizione sociale avrebbe bisogno che prima o poi non dico di unità sindacale, ma ALMENO di un processo di unificazione sindacale O PER ESSERE GRADUALISTI DELL'AVVIO DI UN PROCESSO DI UNIFICAZIONE SINDACALE. SIAMO IN TEMPO PRIMA CHE IL SISTEMA DEI MEDIA SI IMPADRONISCA DI LANDINI E LO SPREMA, FINCHé FA AUDIENCE. Renzi ha comunque un vantaggio su Landini e Salvini, quello di avere potere oltre che presenza televisiva: non è una differenza da poco


Felice C. Besostri

roberto ha detto...

Condivido le considerazioni di Besostri. Personalmente vedo con favore l' iniziativa di Landini, ma confido che si impegnerà fino in fondo per mettere insieme e superare ogni incomprensione tra coloro che vivono del proprio lavoro. E' chiaro che CGIL e FIOM devono essere tra loro coese.Il passaggio è importante e delicato, la Sinistra rinasce da lì.
D' altronde da parte di Landini non ho sentito toni operaisti, anzi si rivolge costantemente ad una platea ampia, esattamente quella che serve per costruire nel paese il consenso necessario ad una sinistra di alternativa, senza estremismi ma anche senza timidezze.