Questo articolo di Pier Paolo Caserta mi pare davvero perfetto.
Salire sul carro del presunto vincitore è uno sport popolare e tuttavia non capisco proprio come si possa, da socialisti, schierarsi con Renzi senza avvertire un conflitto col principio di non-contraddizione.
Ma ormai anche "socialista" (per non dire di "riformista" o di "innovatore") è una parola che vuol dire tutto e niente, e non da oggi.
Fabrizio Barca ci ha spiegato che Renzi potrebbe stupirci, perché a volte anche personaggi molto discutibili, messi alla prova, si rivelano eccellenti. Ci ha fatto l'esempio di Lyndon Johnson, il mediocre uomo di apparato texano che dopo l'assassinio di Kennedy si ritrovò presidente degli USA e fece grandi cose espandendo lo stato sociale e realizzando l'integrazione razziale. Il caso, le circostanze, la "grazia di stato" ... sono fattori che in politica pesano.
Tutto può darsi. Renzi parla tutto il tempo solo di se stesso e non delle cose che pensa e che vuole, quindi è una grandissima incognita (anche per questo c'è da chiedersi come diavolo facciano i socialisti dell'appello a non poter fare a meno di dirsi "renziani" ...).
Però i guru della Leopolda sono stati Ichino e Zingales, che poi non a caso sono finiti uno con Mario Monti e l'altro con Oscar Giannino ...
Comunque sia, la questione può appassionare solo chi ha deciso di stare nel PD.
Per quelli di noi che hanno deciso di rimanerne fuori - e alla larga - è opportuno osservare la vicenda, che è politica ma anche umana, con distacco e senza escludere nulla. Speriamo che ci stupisca sul serio, in positivo.
Per ora, negli ultimi anni, solo il PD è riuscito a stupirci, ma perché è venuto fuori perfino più sconclusionato ed avvilente di come lo avevamo dipinto quando era in gestazione. Eppure non era facile.
vorrei spezzare un temperino in favore dei "socialisti renziani" per >rendergli >giustizia: credo che le critiche che anche in questa mailinglist subiscono >per >il loro pronunciamento "renziano" nascano da un tinfelice equivoco. Loro >volevano schierarsi con il Renzo manzoniano, con il Tramaglino lombardo, e >dunque contro i don Rodrigo di ieri e di oggi, contro l'arroganza dei >potenti, >e non certo col Renzi leopoldino e briatoriano. Quanto a quest'ultimo, c'è >una >stella polare che aiuta tutti gli uomini e le donne propriamente "di >sinistra", >tutti i «sinceri democratici» ad orientarsi politicamente tra gli agitati, >confusi e inquinati marosi della politica "de noartri". Questa stella è il >verbo veltroniano. Valter infatti – sebbene dal suo volontario esilio in >Africa >nera dove, come promesso, si è da anni ritirato per svolgere l'onesto lavoro >di >assistenza umanitaria – gradirebbe il piccolo-grande Renzi e come >segretario >di partito e come premier: l'americanizzazione/liquefazione del PD sarebbe >finalmente compiuta e perfetta. E proprio grazie alla annunciata >«rivoluzione» >renziana di cui – come sempre – non si sa quasi nulla, se non che andrebbe >fatta non con attrezzi proletari quali cacciavite e martello, bensì con la >più >tecnologica e borghese chiave inglese. >
No, Luciano, la questione dovrebbe appassionare tutti coloro che vorrebbero vedere in Italia una sinistra di governo, che oggi non c'è. "Di governo" non significa "pronta a tutto pur di restare al governo" oppure "disponibile alle larghe intese ora e sempre"; significa: "che si pone l'obbiettivo di governare l'Italia", che talvolta ci riesce e talvolta no, ma in ogni caso non si accontenta di giudicare la politica dall'esterno. Una coalizione di sinistra per governare non si può fare senza gli elettori del PD, mi pare ovvio - pertanto, recuperare questo partito ad una politica meno dissennata è vitale, per chi vi opera dentro, ed anche per chi non lo ama. Ora due piccole cose mancano al PD di oggi: un orientamento di sinistra ed un approccio innovativo ai compiti di oggi, due cose che dovrebbe portare la nuova segreteria. In questa prospettiva, quali alternative ci sono, in questo congresso? 1 Cuperlo: gran gentiluomo, intelligente, orientato piuttosto a sinistra, condizionato da profondi legami col vecchio partito: sinistra sì, innovazione poco. Viene percepito come debole dai suoi stessi sostenitori - la sua candidatura non entusiasma nemmeno i suoi amici, forse nemmeno lui stesso. 2 Renzi: perfettamente descritto da una recente mail di Francesco Somaini. Proveniente da Ichino e Zingales, diretto verso dove? non lo sa nessuno, dipende. Innovazione sì, sinistra probabilmente no. 3 Un segnaposto di Letta, delegato ad attuare la ricetta di Napolitano: vedi alla voce Epifani, che un commento su Spazio Lib Lab al testo di Caserta indica paradossalmente come scelta che sarebbe giusta per i socialisti (immagino in base alle sue radici). Vedi Luciano, io ho doverosamente votato Bersani contro Franceschini, poi Bersani contro Renzi, abbiamo vinto due volte, e dove mi sono ritrovato? In un PD che fa la politica di Ichino Zingales, interpretata da Franceschini in persona. Francamente, sono un po' stufo di sostenere chi ha ottime credenziali di sinistra e poi, una volta al timone, non dà nessun colpo di barra (Bersani dal 2009 alle elezioni) oppure perde la testa e resuscita re Giorgio e consegna il partito alle larghe intese (Bersani dopo le elezioni, Epifani). Intanto, per non urtare nessuno, nel partito si è fatto rinnovamento zero, sempre la solita nomenklatura congelata nei soliti ruoli. La nomenklatura oggi si stringe dietro Cuperlo per continuare poi con l'ipocrisia di sempre: parole di sinistra e azioni "moderate", "responsabili". In questa situazione, credimi, la tentazione di sostenere Renzi è forte, e non per saltare sul carro del vincitore... Probabilmente non lo farò, darò diligentemente un voto inutile a Cuperlo, ma capisco i molti compagni che lo faranno. Paolo Zinna
Dopo il 1945, in molti paesi dell'Europa orientale e centrale, decine e decine di artisti e di intellettuali entrarono con ingenuità ed entusiasmo nei partiti comunisti dei loro paesi, dopodichè in breve tempo si ritrovarono tutti nelle pesti. I comunisti infatti non sopportavano l'individualismo anticonformista e la borghese indipendenza intellettuale di questi nuovi entusiasti simpatizzanti, e così questi spiriti liberi furono tutti sistematicamente liquidati. In modo anche molto spiccio e brutale. Il grande Milan Kundera definì brillantemente questo atteggiamento degli intellettuali cechi, polacchi, ungheresi, come quello dello "spiritoso alleato dei propri becchini". L'entusiasmo dei nostri compagni "socialisti per Renzi", tra i quali ci sono non pochi amici e persone che mi sono care, mi ricorda da vicino questo fenomeno. Certo: la vittoria di "saponetta Renzi" è ormai praticamente decisa, come quella di Luigi Napoleone alle elezioni del dicembre del 1848, o appunto come quella dei comunisti nei paesi di quello che stava allora per diventare il blocco sovietico. Gli opinion makers infatti si sono già pronunciati, e l'intendenza segue. Anzi si sta già muovendo perfino più rapidamente del solito. Il PD - rassegnamoci - sarà dunque renziano (per il Paese vedremo come si metteranno le cose). Ma che da tutta questa faccenda possa venirne fuori qualcosa di socialista, o anche semplicemente di Sinistra, mi pare francamente ben arduo da credere.
Renzi è una delle espressioni più piene della profonda crisi della politica e della democrazia. Ed anche un prodotto del PD partitio senza basi identitarie e frutto del pieno fallimento del postcomunismo . Ma non si reagisce certo ad un fallimento con un rimedio peggiore del male. Ma costruendo con pazienza ciò che mamca all'Italia : una soggettività socialista - non certo la rifondazione del vecchio Psi ma un soggetto che abbia la cultura socialista come fattore propulsivo centrale e superi tutte le ambiguità cuòlturali del postcomunismo. Se bisogna guardare a qualcuno nel Pd quel qualcuno è Epifani (anche se oggi ha un ruolo antipatico) . Cuperlo è la continuità del fallimento.....del resto voglio vedere coloro che hanno appoggiato Renzi come premier (as inizuare da D'Alema e Giovani Turchi) che cosa diranno ora che si vuole candidare a leader del partito. Che è tornato ad essere un pericolo per la democrazia? Io ero antirenziano e lo sono...altri fanno ridere...
Al di là della profondità delle analisi, che poi al momento di passare alle decisioni concrete restano pura poesia, con Cuperlo c'è un male certo, la conservazione in vita dell'apparato storico PCI-PDS-DS di cui Cuperlo è un frutto tardivo, con Renzi c'è un ricambio, con uomini degli enti locali al posto degli apparatnik eternamente centrali. Può anche darsi che la ricetta non funzioni, ma l'altra non ha mai funzionato...La faccenda degli enti locali non è irrilevante, perchè sono le vittime dei tagli che finora han risparmiato la burocrazia centrale dello stato, parassitaria e paralizzante e adottata come "tecnici" perchè gli staffisti dei partiti non sapevano neanche cosa è una delibera, una determina e un regolamento
Concordo con Bellavita e Borla. Aggiungo che l'idea dei socialisti che hanno deciso di stare con Renzi parte appunto dall'analisi della realtà italiana, non da sogni irrealizzabili. Si chiama riformismo, direi. E se vogliamo citare un nostro riferimento storico, ricordo che Nenni disse: "l'alternativa è tra rinnovarsi o perire". Ecco, noi avremmo scelto la prima ioptesi!
A differenza di quanto ritiene Luciano, a me l'articolo di Caserta in questo "spazio lib-lab" pare assai poco condivisibile: "Renzi, invece, è una scelta di conservazione. Un socialismo per Renzi mi sembra un ossimoro" scrive il nostro (tra l'altro, scusate la mia ignoranza, ma chi è Caserta?), che nel titolo propone un aut aut secco, "o socialisti, o renziani".
Io probabilmente sono un ossimoro vivente, dunque, avendo votato per Vendola al primo turrno delle primarie e per Renzi al ballottaggio! Siccome i lettori della mailinglist del Rosselli sono molto intelligenti, evito di spiegare la logica di questo voto: i compagni di Sel, a quanto ci riferisce Borla, ora l'hanno capita eccome... E poi, come si fa a sostenere che Renzi è una scelta di conservazione? Forse guardando al passato, a compagni di strada dai quali si è liberato? Il punto è che, come ci ricorda Barca, magari Renzi ci potrebbe stupire, magari in positivo: come fate ad escluderlo? Capisco il 'voto inutile' di Paolo Zinna (io ne ho dati tanti, di voti inutili, nella mia vita...) ma non me la sento di preferire l'ex figiciotto Cuperlo (anche per le ragioni ricordate da Bellavita) al cattolico Renzi (che non è tecnicamente un democristiano per ragioni anagrafiche, poiché ha cominciato a fare politica quando la Dc si stava sciogliendo ed è entrato a vele spiegate direttamente nel Ppi: sono molto più democristiani di lui Letta e, soprattutto, Franceschini, direi...) Zinna scrive, dall'interno del Pd, che "la tentazione di sostenere Renzi è forte, e non per saltare sul carro del vincitore..." Sono d'accordo! E vorrei chiarire che il nostro documento, a parte il titolo che è anche un gioco di parole (crocianamente parlando, ma essere 'renziani' è da Tso secondo il sindaco di Firenze...) è stato pensato nei mesi scorsi, dopo la "non vittoria" di Bersani alle elezioni e scoprendo (dalle discussioni tra compagni che si parlano, si ri-incontrano nei social network, si scrivono su questa mailing list, ecc) che molti di noi avevano votato Renzi, non certo per opportunismo perché si sapeva che alle primarie avrebbe vinto Bersani, o comunque avevano cambiato idea ed erano pronti a sostenerlo.
Magari, anche qualcun altro di voi cambierà idea in futuro, chissà... Il documento degli 'innovatori e socialisti con Matteo Renzi' (con, e non per) si può leggere su
www.socialisti.net
e le adesioni sono sempre aperte, basta mandare una mail a
socialisticonrenzi@gmail.com
infine - a beneficio di Francesco in particolare e di tutti i tantissimi rosselliani che non amano il Pd - ricordo che da quando esiste il Pd le primarie per eleggere il Segretario sono sempre state aperte anche ai non iscritti: io, che al Pd non sono iscritto, per esempio la prima volta diedi un bel voto inutile ad Enrico Letta, pur sapendo che Uòlter Veltroni avrebbe vinto senza problemi...
E ora, ditelo pure che sono un socialista che preferisce i cattolici ai comunisti, specie se pentiti!
Caro Edmondo, perdonami, però a me quest'alternativa tra innovatori e conservatori sembra davvero uno specchietto per le allodole. Se si tratta di difendere lo stato sociale, la scuola e la sanità pubblica e la Costituzione, io mi dichiaro senza alcun problema conservatore. Piuttosto, si può finalmente sapere in cosa consiste l'innovazione di Renzi? Perché, al di là della rottamazione (peraltro, conosciamo la musica: spostati tu, che mi ci metto io: al posto di sindaco di Firenze, di segretario del PD, di presidente del Consiglio e, se Francesco non sta attento, anche di segretario del Rosselli...) io sinceramente non l'ho ancora capito. In realtà, come ben ha detto Vannino Chiti sul Corriere di oggi, l'alternativa sul terreno mi sembra quella tra l'ennesima riproposizione del partito personale e l'idea di un partito simile a quella che ci ha illustrato Barca... Per il resto, l'unico programma che, vagamente, Renzi ci ha finora propinato è quello del Blair 1997 (16 anni fa...), anche nelle strategie comunicative: alla faccia dell'innovazione.... Un caro saluto Giovanni
io penso che la strategia comunicativa di Renzi sia un po' aggiornata, rispetto a quella blairiana: mia figlia, che ha 20 anni, non sa chi sia Tony Mandelson eppure ascoltando il sindaco di Firenze durante il dibattito tv prima delle primarie ha esclamato "papà, ma questo spacca!"
L'innovazione di Renzi è in primo luogo in termini di linguaggio, di capacità di interloquire con i giovani, di non essere un vecchio arnese come molti di noi...
Sto leggendo il suo ultimo libro, intitolato non a caso "Oltre la rottamazione" e penso - come abbiamo scritto nel documento degli "Innovatori e socialisti con Matteo Renzi" - che il programma sia un work in progress: magari mi sbaglio, ma ho deciso di "andare a vedere" e finora siamo 70 firmatari, cresciamo ogni giorno e pensiamo che l'innovazione sia davvero necessaria, non per smantellare lo stato sociale ma per rendere un po' meno inefficiente l'amministrazione della cosa pubblica, non trovi?
Quanto a Vannino Chiti, è un caro compagno, vagamente vicino ai socialisti: ho moderato un dibattito tra lui e Ugo Intini a una festa torinese del Pd, è un comunista che sta facendo molti passi in avanti verso la socialdemocrazia... Mi sembra che, rispetto a lui, Renzi sia molto, molto più veloce!!!
Mi limito a osservare che una volta quando esistevano come soggetto storico i socialisti si dividevano sui comunisti oggi quelli che ancora sono e si dicono tali si dividono su Renzi. Pero',non male!
Negli ultimi venti anni il campo della sinistra è stato dominato dalla nomenclatura ex comunista: con Occhetto leader prima, poi D’Alema, Veltroni, Bersani e i loro comprimari, (cioè la generazione che è succeduta ai Togliatti, Terracini, Pajetta, Amendola, Napolitano, eccetera). La cui gestione (da Occhetto in poi) delle fortune della sinistra e dei suoi valori, si può riassumere con una sola parola: fallimentare. Per giunta contro un avventuriero/ affarista/trafficante/compratore di voti, la cui capacità di gestione politica ed economica del Paese era pari a zero. Anzi, disastrosa: per le condizioni di arretratezza economica, povertà crescente, disoccupazione, disuguaglianza, in cui ha lasciato l’Italia. Bene, mi sembra che per queste sole considerazioni, sia ora di cambiare musica e passare la mano alla generazione successiva, quella dei Renzi e dei Letta. Il fatto che questi siano cattolici credo sia pura coincidenza: sono emersi semplicemente dal coro del Partito democratico. O forse non lo è: perchè è venuto crescendo, specie dopo l’ultima debacle del febbraio 2013, e non solo a causa della sconfitta, il fastidio per la mancanza di ricambio, per l’incapacità di rinnovamento, per la rigidità dell’organizzazione, per la distanza dai cittadini, dello zoccolo duro del Partito. Quella che si esprime a favore di Renzi, è invece una speranza di ottenere quel “cambiamento”, invocato a parole ma mancato nei fatti, dagli ex Pci. Non c’è certezza che Renzi si rivelerà nei fatti, cioè nell’azione di governo, all’altezza delle promesse. Così come si presenta, diciamo che avrà bisogno validi collaboratori e ministri, un po’ più preparati dei Velardi e Rondolino di D’Alema. Farà una politica di destra o di sinistra? Che faccia una politica di destra mi sembra altamente improbabile: non affrontare il problema dei disoccupati, dei cassintegrati, degli esodati, dei poveri, per uno che viene formalmente da sinistra, mi sembra semplicemente impossibile. Indipendentemente da ciò, c’è però l’aspettativa che almeno rompa l’ingessatura del Partito, e lo “restituisca”, come lui si esprime, ai militanti e al popolo della sinistra. Vorrei aggiungere una nota alla domanda che sento ripetere, come un ritornello, da decenni, sempre come fosse una novità: . Prodi, a suo tempo, per coprirsi, rispose con i suoi 380 punti: come dire, zero. A D’Alema, ad Amato, non l’abbiamo neppure chiesto. Monti fece naturalmente un dottissimo discorso, Enrico Letta un pochino più pragmatico. Ma è certo che l’attenzione pubblica alla pronuncia di questi propositi della sinistra/centro, è durata, almeno negli ultimi vent’anni, posto che ci sia stata, lo spazio di un mattino. Mentre invece i non programmi, ma le promesse da venditore di tappeti, con grafici e firme come coreografia, e un linguaggio basico per farsi capire anche dai mentecatti, le ha usate, con successo, l’illusionista manipolatore Berlusconi. Allora, voglio dire che è inutile chiedere , perché le scelte degli elettori avvengono con altri criteri (sempre che si vogliano vincere le elezioni, è ovvio; se si vuol vivere felici e perdenti, ci si accomodi a compilare programmi perfetti). Cari saluti. Lorenzo Borla
Sono un Renziano della prima ora e sono convinto che programmi, strategie ed azioni di Matteo Renzi rappresentano ora la speranza della sinistra.
Sono stato vicino a Riccardo Lombardi da giovane e , a partire dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica e dalla prospettazione lungimirante che si sarebbe andati verso periodi in cui le ideologie avrebbero perso di peso, lo considero il riformista più pragmatico della sinistra italiana del dopoguerra.
Conosco bene Matteo e trovo che abbia lo stesso atteggiamento riformista pragmatico.
Provate a leggere il programma e troverete i contenuti ( assenti nel programma di Bersani – disponibile ad un duello dialettico al riguardo ).
Amo il socialismo e per me Matteo ne è il miglior rappresentante.
Franco Donati
Presidente associazione ADESSO! Ticino di Abbiategrasso
un problema di subalternità, inevitabile, finché i socialisti, gli aspiranti tali, i sinistri aspiranti ad una dimensione europea non saranno capaci di eleborare una loroproposta credibile e alternativa, è logico che si dividano sulle proposte altrui
14 commenti:
Questo articolo di Pier Paolo Caserta mi pare davvero perfetto.
Salire sul carro del presunto vincitore è uno sport popolare e tuttavia non
capisco proprio come si possa, da socialisti, schierarsi con Renzi senza
avvertire un conflitto col principio di non-contraddizione.
Ma ormai anche "socialista" (per non dire di "riformista" o di "innovatore")
è una parola che vuol dire tutto e niente, e non da oggi.
Fabrizio Barca ci ha spiegato che Renzi potrebbe stupirci, perché a volte
anche personaggi molto discutibili, messi alla prova, si rivelano
eccellenti. Ci ha fatto l'esempio di Lyndon Johnson, il mediocre uomo di
apparato texano che dopo l'assassinio di Kennedy si ritrovò presidente degli
USA e fece grandi cose espandendo lo stato sociale e realizzando
l'integrazione razziale. Il caso, le circostanze, la "grazia di stato" ...
sono fattori che in politica pesano.
Tutto può darsi. Renzi parla tutto il tempo solo di se stesso e non delle
cose che pensa e che vuole, quindi è una grandissima incognita (anche per
questo c'è da chiedersi come diavolo facciano i socialisti dell'appello a
non poter fare a meno di dirsi "renziani" ...).
Però i guru della Leopolda sono stati Ichino e Zingales, che poi non a caso
sono finiti uno con Mario Monti e l'altro con Oscar Giannino ...
Comunque sia, la questione può appassionare solo chi ha deciso di stare nel
PD.
Per quelli di noi che hanno deciso di rimanerne fuori - e alla larga - è
opportuno osservare la vicenda, che è politica ma anche umana, con distacco
e senza escludere nulla. Speriamo che ci stupisca sul serio, in positivo.
Per ora, negli ultimi anni, solo il PD è riuscito a stupirci, ma perché è
venuto fuori perfino più sconclusionato ed avvilente di come lo avevamo
dipinto quando era in gestazione. Eppure non era facile.
Luciano Belli Paci
vorrei spezzare un temperino in favore dei "socialisti renziani" per
>rendergli
>giustizia: credo che le critiche che anche in questa mailinglist subiscono
>per
>il loro pronunciamento "renziano" nascano da un tinfelice equivoco. Loro
>volevano schierarsi con il Renzo manzoniano, con il Tramaglino lombardo, e
>dunque contro i don Rodrigo di ieri e di oggi, contro l'arroganza dei
>potenti,
>e non certo col Renzi leopoldino e briatoriano. Quanto a quest'ultimo, c'è
>una
>stella polare che aiuta tutti gli uomini e le donne propriamente "di
>sinistra",
>tutti i «sinceri democratici» ad orientarsi politicamente tra gli agitati,
>confusi e inquinati marosi della politica "de noartri". Questa stella è il
>verbo veltroniano. Valter infatti – sebbene dal suo volontario esilio in
>Africa
>nera dove, come promesso, si è da anni ritirato per svolgere l'onesto lavoro
>di
>assistenza umanitaria – gradirebbe il piccolo-grande Renzi e come
>segretario
>di partito e come premier: l'americanizzazione/liquefazione del PD sarebbe
>finalmente compiuta e perfetta. E proprio grazie alla annunciata
>«rivoluzione»
>renziana di cui – come sempre – non si sa quasi nulla, se non che andrebbe
>fatta non con attrezzi proletari quali cacciavite e martello, bensì con la
>più
>tecnologica e borghese chiave inglese.
>
No, Luciano, la questione dovrebbe appassionare tutti coloro che vorrebbero
vedere in Italia una sinistra di governo, che oggi non c'è. "Di governo" non
significa "pronta a tutto pur di restare al governo" oppure "disponibile
alle larghe intese ora e sempre"; significa: "che si pone l'obbiettivo di
governare l'Italia", che talvolta ci riesce e talvolta no, ma in ogni caso
non si accontenta di giudicare la politica dall'esterno.
Una coalizione di sinistra per governare non si può fare senza gli elettori
del PD, mi pare ovvio - pertanto, recuperare questo partito ad una politica
meno dissennata è vitale, per chi vi opera dentro, ed anche per chi non lo
ama. Ora due piccole cose mancano al PD di oggi: un orientamento di sinistra
ed un approccio innovativo ai compiti di oggi, due cose che dovrebbe portare
la nuova segreteria. In questa prospettiva, quali alternative ci sono, in
questo congresso?
1 Cuperlo: gran gentiluomo, intelligente, orientato piuttosto a sinistra,
condizionato da profondi legami col vecchio partito: sinistra sì,
innovazione poco. Viene percepito come debole dai suoi stessi sostenitori -
la sua candidatura non entusiasma nemmeno i suoi amici, forse nemmeno lui
stesso.
2 Renzi: perfettamente descritto da una recente mail di Francesco Somaini.
Proveniente da Ichino e Zingales, diretto verso dove? non lo sa nessuno,
dipende. Innovazione sì, sinistra probabilmente no.
3 Un segnaposto di Letta, delegato ad attuare la ricetta di Napolitano: vedi
alla voce Epifani, che un commento su Spazio Lib Lab al testo di Caserta
indica paradossalmente come scelta che sarebbe giusta per i socialisti
(immagino in base alle sue radici).
Vedi Luciano, io ho doverosamente votato Bersani contro Franceschini, poi
Bersani contro Renzi, abbiamo vinto due volte, e dove mi sono ritrovato? In
un PD che fa la politica di Ichino Zingales, interpretata da Franceschini in
persona. Francamente, sono un po' stufo di sostenere chi ha ottime
credenziali di sinistra e poi, una volta al timone, non dà nessun colpo di
barra (Bersani dal 2009 alle elezioni) oppure perde la testa e resuscita re
Giorgio e consegna il partito alle larghe intese (Bersani dopo le elezioni,
Epifani). Intanto, per non urtare nessuno, nel partito si è fatto
rinnovamento zero, sempre la solita nomenklatura congelata nei soliti ruoli.
La nomenklatura oggi si stringe dietro Cuperlo per continuare poi con
l'ipocrisia di sempre: parole di sinistra e azioni "moderate",
"responsabili".
In questa situazione, credimi, la tentazione di sostenere Renzi è forte, e
non per saltare sul carro del vincitore... Probabilmente non lo farò, darò
diligentemente un voto inutile a Cuperlo, ma capisco i molti compagni che lo
faranno.
Paolo Zinna
Dopo il 1945, in molti paesi dell'Europa orientale e centrale, decine e
decine di artisti e di intellettuali entrarono con ingenuità ed
entusiasmo nei partiti comunisti dei loro paesi, dopodichè in breve
tempo si ritrovarono tutti nelle pesti. I comunisti infatti non
sopportavano l'individualismo anticonformista e la borghese
indipendenza intellettuale di questi nuovi entusiasti simpatizzanti, e
così questi spiriti liberi furono tutti sistematicamente liquidati. In
modo anche molto spiccio e brutale.
Il grande Milan Kundera definì brillantemente questo atteggiamento
degli intellettuali cechi, polacchi, ungheresi, come quello dello
"spiritoso alleato dei propri becchini".
L'entusiasmo dei nostri compagni "socialisti per Renzi", tra i quali
ci sono non pochi amici e persone che mi sono care, mi ricorda da
vicino questo fenomeno.
Certo: la vittoria di "saponetta Renzi" è ormai praticamente decisa,
come quella di Luigi Napoleone alle elezioni del dicembre del 1848, o
appunto come quella dei comunisti nei paesi di quello che stava allora
per diventare il blocco sovietico. Gli opinion makers infatti si sono
già pronunciati, e l'intendenza segue. Anzi si sta già muovendo perfino
più rapidamente del solito.
Il PD - rassegnamoci - sarà dunque renziano (per il Paese vedremo
come si metteranno le cose).
Ma che da tutta questa faccenda possa venirne fuori qualcosa di
socialista, o anche semplicemente di Sinistra, mi pare francamente ben
arduo da credere.
Un saluto,
Francesco Somaini
Renzi è una delle espressioni più piene della profonda crisi della politica e
della democrazia. Ed anche un prodotto del PD partitio senza basi identitarie e
frutto del pieno fallimento del postcomunismo . Ma non si reagisce certo ad un
fallimento con un rimedio peggiore del male. Ma costruendo con pazienza ciò che
mamca all'Italia : una soggettività socialista - non certo la rifondazione del
vecchio Psi ma un soggetto che abbia la cultura socialista come fattore
propulsivo centrale e superi tutte le ambiguità cuòlturali del postcomunismo.
Se bisogna guardare a qualcuno nel Pd quel qualcuno è Epifani (anche se oggi ha
un ruolo antipatico) . Cuperlo è la continuità del fallimento.....del resto
voglio vedere coloro che hanno appoggiato Renzi come premier (as inizuare da
D'Alema e Giovani Turchi) che cosa diranno ora che si vuole candidare a leader
del partito. Che è tornato ad essere un pericolo per la democrazia? Io ero
antirenziano e lo sono...altri fanno ridere...
Al di là della profondità delle analisi, che poi al momento di passare alle
decisioni concrete restano pura poesia, con Cuperlo c'è un male certo, la
conservazione in vita dell'apparato storico PCI-PDS-DS di cui Cuperlo è un
frutto tardivo, con Renzi c'è un ricambio, con uomini degli enti locali al
posto degli apparatnik eternamente centrali. Può anche darsi che la ricetta
non funzioni, ma l'altra non ha mai funzionato...La faccenda degli enti
locali non è irrilevante, perchè sono le vittime dei tagli che finora han
risparmiato la burocrazia centrale dello stato, parassitaria e paralizzante
e adottata come "tecnici" perchè gli staffisti dei partiti non sapevano
neanche cosa è una delibera, una determina e un regolamento
Concordo con Bellavita e Borla.
Aggiungo che l'idea dei socialisti che hanno deciso di stare con Renzi parte appunto dall'analisi della realtà italiana, non da sogni irrealizzabili.
Si chiama riformismo, direi.
E se vogliamo citare un nostro riferimento storico, ricordo che Nenni disse: "l'alternativa è tra rinnovarsi o perire". Ecco, noi avremmo scelto la prima ioptesi!
Fraterni saluti
Edmondo Rho
A differenza di quanto ritiene Luciano, a me l'articolo di Caserta in questo "spazio lib-lab" pare assai poco condivisibile: "Renzi, invece, è una scelta di conservazione. Un socialismo per Renzi mi sembra un ossimoro" scrive il nostro (tra l'altro, scusate la mia ignoranza, ma chi è Caserta?), che nel titolo propone un aut aut secco, "o socialisti, o renziani".
Io probabilmente sono un ossimoro vivente, dunque, avendo votato per Vendola al primo turrno delle primarie e per Renzi al ballottaggio! Siccome i lettori della mailinglist del Rosselli sono molto intelligenti, evito di spiegare la logica di questo voto: i compagni di Sel, a quanto ci riferisce Borla, ora l'hanno capita eccome...
E poi, come si fa a sostenere che Renzi è una scelta di conservazione? Forse guardando al passato, a compagni di strada dai quali si è liberato? Il punto è che, come ci ricorda Barca, magari Renzi ci potrebbe stupire, magari in positivo: come fate ad escluderlo?
Capisco il 'voto inutile' di Paolo Zinna (io ne ho dati tanti, di voti inutili, nella mia vita...) ma non me la sento di preferire l'ex figiciotto Cuperlo (anche per le ragioni ricordate da Bellavita) al cattolico Renzi (che non è tecnicamente un democristiano per ragioni anagrafiche, poiché ha cominciato a fare politica quando la Dc si stava sciogliendo ed è entrato a vele spiegate direttamente nel Ppi: sono molto più democristiani di lui Letta e, soprattutto, Franceschini, direi...)
Zinna scrive, dall'interno del Pd, che "la tentazione di sostenere Renzi è forte, e non per saltare sul carro del vincitore..." Sono d'accordo! E vorrei chiarire che il nostro documento, a parte il titolo che è anche un gioco di parole (crocianamente parlando, ma essere 'renziani' è da Tso secondo il sindaco di Firenze...) è stato pensato nei mesi scorsi, dopo la "non vittoria" di Bersani alle elezioni e scoprendo (dalle discussioni tra compagni che si parlano, si ri-incontrano nei social network, si scrivono su questa mailing list, ecc) che molti di noi avevano votato Renzi, non certo per opportunismo perché si sapeva che alle primarie avrebbe vinto Bersani, o comunque avevano cambiato idea ed erano pronti a sostenerlo.
Magari, anche qualcun altro di voi cambierà idea in futuro, chissà...
Il documento degli 'innovatori e socialisti con Matteo Renzi' (con, e non per) si può leggere su
www.socialisti.net
e le adesioni sono sempre aperte, basta mandare una mail a
socialisticonrenzi@gmail.com
infine - a beneficio di Francesco in particolare e di tutti i tantissimi rosselliani che non amano il Pd - ricordo che da quando esiste il Pd le primarie per eleggere il Segretario sono sempre state aperte anche ai non iscritti: io, che al Pd non sono iscritto, per esempio la prima volta diedi un bel voto inutile ad Enrico Letta, pur sapendo che Uòlter Veltroni avrebbe vinto senza problemi...
E ora, ditelo pure che sono un socialista che preferisce i cattolici ai comunisti, specie se pentiti!
Fraterni saluti
Edmondo Rho
Caro Edmondo,
perdonami, però a me quest'alternativa tra innovatori e conservatori sembra davvero uno specchietto per le allodole. Se si tratta di difendere lo stato sociale, la scuola e la sanità pubblica e la Costituzione, io mi dichiaro senza alcun problema conservatore.
Piuttosto, si può finalmente sapere in cosa consiste l'innovazione di Renzi? Perché, al di là della rottamazione (peraltro, conosciamo la musica: spostati tu, che mi ci metto io: al posto di sindaco di Firenze, di segretario del PD, di presidente del Consiglio e, se Francesco non sta attento, anche di segretario del Rosselli...) io sinceramente non l'ho ancora capito.
In realtà, come ben ha detto Vannino Chiti sul Corriere di oggi, l'alternativa sul terreno mi sembra quella tra l'ennesima riproposizione del partito personale e l'idea di un partito simile a quella che ci ha illustrato Barca... Per il resto, l'unico programma che, vagamente, Renzi ci ha finora propinato è quello del Blair 1997 (16 anni fa...), anche nelle strategie comunicative: alla faccia dell'innovazione....
Un caro saluto
Giovanni
Caro Giovanni,
io penso che la strategia comunicativa di Renzi sia un po' aggiornata, rispetto a quella blairiana: mia figlia, che ha 20 anni, non sa chi sia Tony Mandelson eppure ascoltando il sindaco di Firenze durante il dibattito tv prima delle primarie ha esclamato "papà, ma questo spacca!"
L'innovazione di Renzi è in primo luogo in termini di linguaggio, di capacità di interloquire con i giovani, di non essere un vecchio arnese come molti di noi...
Sto leggendo il suo ultimo libro, intitolato non a caso "Oltre la rottamazione" e penso - come abbiamo scritto nel documento degli "Innovatori e socialisti con Matteo Renzi" - che il programma sia un work in progress: magari mi sbaglio, ma ho deciso di "andare a vedere" e finora siamo 70 firmatari, cresciamo ogni giorno e pensiamo che l'innovazione sia davvero necessaria, non per smantellare lo stato sociale ma per rendere un po' meno inefficiente l'amministrazione della cosa pubblica, non trovi?
Quanto a Vannino Chiti, è un caro compagno, vagamente vicino ai socialisti: ho moderato un dibattito tra lui e Ugo Intini a una festa torinese del Pd, è un comunista che sta facendo molti passi in avanti verso la socialdemocrazia... Mi sembra che, rispetto a lui, Renzi sia molto, molto più veloce!!!
Ricambio il caro saluto
Edmondo Rho
Mi limito a osservare che una volta quando esistevano come soggetto storico i socialisti si dividevano sui comunisti oggi quelli che ancora sono e si dicono tali si dividono su Renzi.
Pero',non male!
Negli ultimi venti anni il campo della sinistra è stato dominato dalla nomenclatura ex comunista: con Occhetto leader prima, poi D’Alema, Veltroni, Bersani e i loro comprimari, (cioè la generazione che è succeduta ai Togliatti, Terracini, Pajetta, Amendola, Napolitano, eccetera). La cui gestione (da Occhetto in poi) delle fortune della sinistra e dei suoi valori, si può riassumere con una sola parola: fallimentare. Per giunta contro un avventuriero/ affarista/trafficante/compratore di voti, la cui capacità di gestione politica ed economica del Paese era pari a zero. Anzi, disastrosa: per le condizioni di arretratezza economica, povertà crescente, disoccupazione, disuguaglianza, in cui ha lasciato l’Italia. Bene, mi sembra che per queste sole considerazioni, sia ora di cambiare musica e passare la mano alla generazione successiva, quella dei Renzi e dei Letta. Il fatto che questi siano cattolici credo sia pura coincidenza: sono emersi semplicemente dal coro del Partito democratico. O forse non lo è: perchè è venuto crescendo, specie dopo l’ultima debacle del febbraio 2013, e non solo a causa della sconfitta, il fastidio per la mancanza di ricambio, per l’incapacità di rinnovamento, per la rigidità dell’organizzazione, per la distanza dai cittadini, dello zoccolo duro del Partito. Quella che si esprime a favore di Renzi, è invece una speranza di ottenere quel “cambiamento”, invocato a parole ma mancato nei fatti, dagli ex Pci. Non c’è certezza che Renzi si rivelerà nei fatti, cioè nell’azione di governo, all’altezza delle promesse. Così come si presenta, diciamo che avrà bisogno validi collaboratori e ministri, un po’ più preparati dei Velardi e Rondolino di D’Alema. Farà una politica di destra o di sinistra? Che faccia una politica di destra mi sembra altamente improbabile: non affrontare il problema dei disoccupati, dei cassintegrati, degli esodati, dei poveri, per uno che viene formalmente da sinistra, mi sembra semplicemente impossibile. Indipendentemente da ciò, c’è però l’aspettativa che almeno rompa l’ingessatura del Partito, e lo “restituisca”, come lui si esprime, ai militanti e al popolo della sinistra. Vorrei aggiungere una nota alla domanda che sento ripetere, come un ritornello, da decenni, sempre come fosse una novità: . Prodi, a suo tempo, per coprirsi, rispose con i suoi 380 punti: come dire, zero. A D’Alema, ad Amato, non l’abbiamo neppure chiesto. Monti fece naturalmente un dottissimo discorso, Enrico Letta un pochino più pragmatico. Ma è certo che l’attenzione pubblica alla pronuncia di questi propositi della sinistra/centro, è durata, almeno negli ultimi vent’anni, posto che ci sia stata, lo spazio di un mattino. Mentre invece i non programmi, ma le promesse da venditore di tappeti, con grafici e firme come coreografia, e un linguaggio basico per farsi capire anche dai mentecatti, le ha usate, con successo, l’illusionista manipolatore Berlusconi. Allora, voglio dire che è inutile chiedere , perché le scelte degli elettori avvengono con altri criteri (sempre che si vogliano vincere le elezioni, è ovvio; se si vuol vivere felici e perdenti, ci si accomodi a compilare programmi perfetti). Cari saluti. Lorenzo Borla
Ciao a tutti.
Sono un Renziano della prima ora e sono convinto che programmi, strategie ed azioni di Matteo Renzi rappresentano ora la speranza della sinistra.
Sono stato vicino a Riccardo Lombardi da giovane e , a partire dalla nazionalizzazione dell’energia elettrica e dalla prospettazione lungimirante che si sarebbe andati verso periodi in cui le ideologie avrebbero perso di peso, lo considero il riformista più pragmatico della sinistra italiana del dopoguerra.
Conosco bene Matteo e trovo che abbia lo stesso atteggiamento riformista pragmatico.
Provate a leggere il programma e troverete i contenuti ( assenti nel programma di Bersani – disponibile ad un duello dialettico al riguardo ).
Amo il socialismo e per me Matteo ne è il miglior rappresentante.
Franco Donati
Presidente associazione ADESSO! Ticino di Abbiategrasso
un problema di subalternità, inevitabile, finché i socialisti, gli aspiranti tali, i sinistri aspiranti ad una dimensione europea non saranno capaci di eleborare una loroproposta credibile e alternativa, è logico che si dividano sulle proposte altrui
Felice Besostri
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