Nelle sue ultime righe dell'articolo si dimostra inequivocabilmente come alla domanda 'Epifani può arginare Renzi?' la risposta non possa essere che negativa. Si scrive infatti: 'ed ora ha (Epifani) la possibilità con il sostegno di Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema di rinnovare il Pd per farne una forza laica e riformista, parte integrante del socialismo europeo.'Questa affermazione è un palese ossimoro. Sarebbe come chiedere al sale di rendere dolce il caffè e dimostra la chiarissima incomprensione del fenomeno Renzi. Nè D'Alema nè Bersani vogliono effettivamente riformare alcunché ed il Pd in particolare: la storia di entrambi, lunga serie di sconfitte e compromessi gestiti al ribasso, sta lì a dimostrarlo. Sono due vecchi, più per mentalità che per anagrafe, conservatori che tendono a galleggiare e non hanno elaborato alcun reale disegno politico. Sia in chiave anti Renzi sia per il governo del Paese e l'intervista di D'Alema a Di Vico dell'ottobre 2011, tanto per citarne una (ma sono tutte uguali) che non sia inficiata dalle odierne polemiche sta lì a dimostrarlo. La frase più eccitante era:“dobbiamo sottoporre loro (agli elettori) un’offerta politica convincente per ridare slancio al Paese e mettere mano ai meccanismi corporativi che lo bloccano”. Che a gridare 'viva la mamma' è la stessa cosa. Chi può essere contrario? Salvo poi riempire di l'affermazione di contenuti. Ma né D'Alema ha spiegato il senso dell'offerta politica né Di Vico l'ha richiesto. Che ci si può aspettare da uno così? Di Bersaniunutile dire, la sua recente campagna elettorale parla per lui. Ed è autodenigrante. Renzi in questo momento ha successo perché nel Pd c'è insofferenza verso l'immobilismo parolaio e subalterno (alla cultura berlusconiana) messo in campo, paradossalmente, proprio dagli ex pci. Anziché sviluppare un 'originale nuovo' sono andati a copiare, male, quello che fa l'avversario. Avrebbero dovuto spiegargli il senso della parola 'benchmark' che non è propriamente 'copiare'. E come diceva Lenin 'tra un orologio che segna perfettamente due volte al giorno l'ora esatta perché fermo ed uno che va avanti o indietro, ma funziona, preferisco il secondo' Come dargli torto. Per questo Renzi vince. Ci fosse una concreta proposta politica da opporglisi l'antagonista vincerebbe facile. E non si sentirebbe più parlare del boyscout.
2 commenti:
Nelle sue ultime righe dell'articolo si dimostra inequivocabilmente come alla domanda 'Epifani può arginare Renzi?' la risposta non possa essere che negativa. Si scrive infatti: 'ed ora ha (Epifani) la possibilità con il sostegno di Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema di rinnovare il Pd per farne una forza laica e riformista, parte integrante del socialismo europeo.'Questa affermazione è un palese ossimoro. Sarebbe come chiedere al sale di rendere dolce il caffè e dimostra la chiarissima incomprensione del fenomeno Renzi. Nè D'Alema nè Bersani vogliono effettivamente riformare alcunché ed il Pd in particolare: la storia di entrambi, lunga serie di sconfitte e compromessi gestiti al ribasso, sta lì a dimostrarlo. Sono due vecchi, più per mentalità che per anagrafe, conservatori che tendono a galleggiare e non hanno elaborato alcun reale disegno politico. Sia in chiave anti Renzi sia per il governo del Paese e l'intervista di D'Alema a Di Vico dell'ottobre 2011, tanto per citarne una (ma sono tutte uguali) che non sia inficiata dalle odierne polemiche sta lì a dimostrarlo. La frase più eccitante era:“dobbiamo sottoporre loro (agli elettori) un’offerta politica convincente per ridare slancio al Paese e mettere mano ai meccanismi corporativi che lo bloccano”. Che a gridare 'viva la mamma' è la stessa cosa. Chi può essere contrario? Salvo poi riempire di l'affermazione di contenuti. Ma né D'Alema ha spiegato il senso dell'offerta politica né Di Vico l'ha richiesto. Che ci si può aspettare da uno così? Di Bersaniunutile dire, la sua recente campagna elettorale parla per lui. Ed è autodenigrante. Renzi in questo momento ha successo perché nel Pd c'è insofferenza verso l'immobilismo parolaio e subalterno (alla cultura berlusconiana) messo in campo, paradossalmente, proprio dagli ex pci. Anziché sviluppare un 'originale nuovo' sono andati a copiare, male, quello che fa l'avversario. Avrebbero dovuto spiegargli il senso della parola 'benchmark' che non è propriamente 'copiare'. E come diceva Lenin 'tra un orologio che segna perfettamente due volte al giorno l'ora esatta perché fermo ed uno che va avanti o indietro, ma funziona, preferisco il secondo' Come dargli torto. Per questo Renzi vince. Ci fosse una concreta proposta politica da opporglisi l'antagonista vincerebbe facile. E non si sentirebbe più parlare del boyscout.
Posta un commento