Berlusconi Renzi Zingales (messi in ordine alfabetico) e la “peggiocrazia”
Forse sono ottuso, ma per me quanto sta accadendo in queste ore, sul “terreno” come si usa dire, e nei “palazzi del potere”, e nelle chiuse stanze della finanza e della criminalità in guanti bianchi dove nemmeno il potere ha accesso, è la migliore, anzi la “peggiore” dimostrazione che il “sistema” in uso è bacato in radice.
In un mondo in cui sono “i mercati” i nuovi oracoli a cui sacrificare vite umane, ovviamente, “ça va sans dire”, per farne vivere altre, esattamente come accadeva ed accade nelle società che con la puzza sotto il naso consideriamo più primitive, non si può continuare a non decidere da che parte stare, e quando mi accorgo che quella che considero la mia parte, è anch’essa una parte in cui si pensa al proprio benessere indipendentemente dal benessere degli altri, anzi, in ragione del fatto che il proprio benessere è costruito sull’indifferenza sostanziale e su lacrime fasulle per come stanno gli altri, a me viene di insultare innanzi tutto me stesso.
Per proseguire in questa mia ennesima rottura di scatole per chi mi legge e mi sopporta, prendo spunto dalla lettera al Corriere della Sera apparsa sul quotidiano di oggi, spedita da Matteo Renzi, nella quale, a parte gli stranieri Socrates, Zapatero e Babbo Natale, e a parte i nomi impersonali, Fianna Fail, Europa e Qurinale, cita solo due nomi di cittadini italiani: Silvio Berlusconi e Luigi Zingales.
Del primo si sa tutto, anzi si sapeva già tutto sin da quando nel 1995 Peppino (Giuseppe) Fiori lo aveva descritto con cura nel suo libro “Il Venditore”. (Libro che senz’altro né D’Alema né Veltroni hanno letto).
Del secondo leggo su l’Unità del 4 novembre 2011 che sarebbe sì, “l’economista della Leopolda ma anche l’economista che stando a Sarah Palin, di più ha fatto per difendere il libero mercato”, anche se a dir il vero non ha ancora raggiunto la meta, tanto che Renzi nella sua lettera di oggi, specifica che sempre secondo l’economista citato, “dobbiamo sconfiggere la peggiocrazia”, ……ancora (?).
Programmino niente male, che potrebbe finalmente portarci a sostituire la sfibrata democrazia con una sana “aristocrazia” che sappia finalmente interpretare un programma “elitista”, e magari si dimostri anche finalmente capace di ispirarsi a quei “principi non negoziabili” che pur non essendo “verità di fede”, dalla “fede sono illuminati e confermati”, come già nel 2006 Benedetto XVI ebbe ad indicare ai partecipanti ad un Convegno promosso dal Partito Popolare Europeo.
Mi ha particolarmente colpito poi una risposta data da Zingales al giornalista de l’Unità che gli chiedeva ragione del fatto che “il programma della Leopolda renziana è stato giudicato da alcuni di destra e populista.”
Secondo Zingales “destra e sinistra sono categorie dell’800. Oggi la differenza passa fra cosa si può fare e cosa no. Populista poi no, ma popolare sì. In democrazia ci vuole consenso.”
Stando a questa moda di definire quello che non condividiamo “categorie del…. passato”, a me ateo sempre più convinto ad esserlo dalla Chiesa Cattolica Romana dentro la quale sono nato, verrebbe da dire che “paganesimo e cristianesimo” sono categorie del 200 o del 300 senza apostrofo davanti, ma per quanto sia dotato di intelletto minimo, non mi ci provo nemmeno, anche perché non mi riesce di dimenticare che se si fosse rimasti fermi in passato solo a cosa “si poteva fare”, oggi avremmo altri problemi, magari anche molto più gravi che non quelli di scrollarci di dosso “migliori” del tipo Berlusconi, Renzi o Zingales.
In altre parole però, oggi, almeno a sinistra, e mi riferisco ostinatamente ad una sinistra capace di riconoscere le proprie ragioni di essere, siamo dinnanzi ad un bivio……..
…… o mettiamo mano proprio a quello che crediamo “non si possa fare”... oppure dobbiamo almeno avere l’onestà intellettuale di applaudire Berlusconi, per me un mostruoso essere immondo, ma che almeno si mostra per quello che è.
vittorio melandri
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