Rimandando ad una nota le mie considerazioni sulla ottima assemblea del Networ a Passignano, voglio partire da queste due considerazioni della compagna Susanna Camusso riguardo al costituendo governo Monti:
"Al presidente Monti sottolineeremo che le ricette finora presentate non sono utili e ascolteremo cosa ci dirà - ha spiegato a Palermo la leader del sindacato di sinistra -. L'Italia ha bisogn...o di un'altra politica economica che si basi sull'equità sociale e bisogna partire dalla redistribuzione fiscale, da una patrimoniale sulle grandi ricchezze". Non solo. "Oltre che una patrimoniale sulle grandi ricchezze, pensiamo che il governo debba agire sulle rendite finanziarie e sui grandi immobili e le seconde case"...."«Ai governi tecnici, ai governi d'emergenza, ai governi su Marte diciamo con chiarezza: noi l'art.18 non lo cancelleremo mai, perchè è un legge a scopo deterrente».
Credo che con la massima chiarezza possibile la compagna Susanna abbia espresso il punto di vista non solo del sindacato ma di chiunque si riconosca nel socialismo democratico e riformatore. Riguardo alla emergenza di una fase nuova che si sta aprendo, costellata di gravi incertezze e gravi contraddizioni non risolte. Qualche fessacchiotto (lo notava giustamente Marco Lang a Passignano) ha tirato le monetine a Berlsconi per sottolineare magari la continuità tra craxismo e Berlsconismo. In genere chi lancia le monete è sempre un pò cazzone (come quelli che vogliono fare le rivoluzioni con i gargarismi ). Ma sbaglia di grosso proprio sul piano dell'analisi storica.
Il craxismo nasce come tentativo di rivvoare il pensiero e la prassi del socialismo italiano. Poi nel merito si possono esprimere giudizi disparati. Negli anni 80 (nella seconda metà soprattutto) assume esso una curvatura profondamente negativa nel modo di gestire il partito e nel dare spazio a sub-ideologie modernizzanti (e comunque non sovrapponibili al pensiero di Craxi) che tendevano a liquidare piuttosto che a rinnovare il pensiero socialista.
Ma Craxi è tutto e per tutto (con i suoi meriti e difetti) uomo della I Repubblica. Berlusconi è invece il prodotto più emblematico dell'antipolitica su cui si è fondata la II. Nel 1993 le televisioni di Berlusconi erano tutte impegnate sul fronte del giustizialismo antipolitico. Vittorio Feltri era uno dei più accaniti forcaioli.
Ora la seconda Repubblca si è proprio fondata su una idea antipolitica di smantellamento della democrazia rappresentativa e dei suoi corpi intermedi e su una democrazia mutilata affidata al rapporto non mediato tra leader ed individuo. La privatizzazione della politica nasce così ed è stata ampiamente favorita dalle sub-ideologie nuoviste (mescolate con il giustizialismo) del superamento del 900 portate avanti nella sinistra da Occhetto e Veltroni. Questi 17 anni di II Repubblica non sono stati gestiti solo da Berlsconi, vi sono stati anche 8 anni (compreso Dini) di Ulivismo. Ora l'Ulivo aveva certo personale politico di gran lunga superiore a quello raccogliticcio della destra. Gli ultimi tre anni di governo di destra sono stati terribili soprattutto per aver nascosto la gravità della crisi su cui il paese si andava avvitando (e nell' aver favorito ed incentivato la divisione sindacale). Ma, come ho detto a Passignano, è la costituzione materiale della II Repubblica che si è costituita sul liberismo, di cui l'Ulivo ha rappresentato la variante più elegante e tecnocratica. L'uscita dalla II Repubblica sarà irta di contraddizioni e non facile...c'è tutto un ceto politico che si formato su paradigmi sbagliati. Ma una opera di ricostruzione democratica ha come premessa il superamento delle sub culture che hanno dominato in questo qundicennio. Questo significa che a sinistra dobbiamo lavorare da subito per un partito che abbia identità, cultura e radicamento del socialismo democratico (quello di Bad Godesberg, per non sbagliare)
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