sabato 19 novembre 2011

Franco Astengo: Per un progetto politico

PER UN PROGETTO POLITICO E IL TAPPO VENDOLA
La caduta del governo Berlusconi e l'avvento del governo dei "filosofi" presieduto da Monti, rappresentano fatti politici che possono significare una vera svolta per l'intero sistema politico italiano.
Ne scrive già il "Corriere della Sera" oggi 19 Novembre, adombrando, a partire dal centro dello schieramento, una prospettiva di riallineamento complessivo, simile nella forma (ma non nella sostanza) a quanto si verificò all'inizio degli anni’90.
Beninteso il quadro rimane tutto da valutare, in particolare sul versante del centrodestra dove risulterà decisiva la verifica concernente, la "tenuta" del PDL attorno al suo leader, attualmente (ma non definitivamente?) dimezzato.
Attenzione: il quadro generale rimane quello di una crisi gravissima e delle condizioni miserevoli sul piano politico, economico, culturale del nostro Paese, all'interno delle difficoltà europee: i primi provvedimenti annunciati dal nuovo governo vanno tutti nella direzione di spingere verso quel liberismo che sta all'origine di tutti i guai, e non basterà (restando al caso italiano) a mitigare la situazione la presenza, nell'esecutivo, di importanti esponenti del solidarismo cattolico.
Non facciamo l'elenco in questa sede, per ragioni di economia del discorso, ma lo stato degli atti è ben chiaro a tutti senza necessità di entrare nel dettaglio.
Concentriamoci, allora, sulla sinistra.
Affermato che non è sicuramente sprecata la letizia per la caduta del governo Berlusconi, e che altrettanto sicuramente stile e metodo di questo governo possono apparire tratti anche apprezzabili, la sinistra, quella legata alla tradizione "storica" e quella dei nuovi movimenti sociali, con questo governo non c'entra per nulla e la sua posizione naturale è quella dell'opposizione, in nome delle rivendicazioni economiche, sociali, politiche portate avanti nel corso di questi anni.
La riapertura della possibilità di un confronto politico, che appare essere il vero punto di valore in sé rilevabile in questa fase, pone dunque per intero quel tema , che abbiamo cercato con tenacia e ostinazione probabilmente giudicate querule e ostinate da molti, di una nuova soggettività unitaria della sinistra italiana.
Sarebbe il momento di agire, liberandosi delle attuali appartenenze e aprendo la strada alla convergenza verso un nuovo progetto.
Intendo essere chiaro rispetto a questo possibile obiettivo, aggiungendo in conclusione di questo intervento alcune schematiche proposizioni di contenuto: la strategia personalistica delle primarie ad ogni costo nel centrosinistra portata avanti da Vendola e da SeL non ha spazio (la cosiddetta "foto di Vasto" non avrà seguito o meglio per averlo dovrebbe servire una secca riconversione centrista da parte del partito personale del presidente pugliese, che nelle prime battute pronunciate nel corso della crisi - un tiro poi parzialmente corretto - ha rischiato di finire isolato anche rispetto a FIOM e CGIL).
In questo senso Vendola e il suo “cerchio magico” rappresentano una sorta di “tappo” se non avranno l’umiltà e la capacità di porsi al servizio di un progetto molto più grande e ambizioso: essere parte di una nuova sinistra italiana all’altezza delle contraddizioni del futuro.
Così come avrà spazio marginale et residuale l'idea della ricostruzione di un "Partito Comunista".
I comunisti ci sono e servono, eccome, ma per costruire un progetto più grande e ambizioso.
Mi permetto, allora, di delinearne alcuni tratti
Il primo punto riguarda la struttura della soggettività politica: serve un soggetto politico unitario della sinistra, in modo da superare il portato delle divisioni del passato recuperando elementi di tradizioni diverse e innovando la qualità dell'agire politico in relazione al modificarsi delle fratture storiche attorno alla frattura principale originata dallo sviluppo industriale , tenendo conto del modificarsi dell'intreccio tra struttura e sovrastruttura (prioritariamente al riguardo dei processi di diffusione della conoscenza e dell'informazione). Questo soggetto non può essere organizzato sulla base dei principi apparentemente maggioritari del “partito personale” e del “partito leggero”. Occorre ritrovare la strada del soggetto a integrazione di massa, a forte vocazione di rappresentanza generale, strutturato e radicato organicamente sul territorio, non finalizzato esclusivamente alla concezione della politica come lotta per il potere, ma in grado di svolgere una funzione pedagogica e a sviluppare il concetto di “egemonia” avendo ben presente come i nuovi movimenti sociali che debbono essere convolti in questo processo concepiscano il percorso di formazione della “politica”, attraverso la proposizione di politiche pubbliche chiaramente individuate e progettate (dalla policy alla politics, per dirla con termini tecnici).
Il secondo punto riguarda il ruolo delle istituzioni e i meccanismi della rappresentanza politica. Sotto quest’aspetto è possibile riassumere molto rapidamente, in quanto la funzione delle istituzioni dello Stato e degli Enti Locali è chiaramente disegnato dalla Costituzione Repubblicana: va sconfitta l'idea presidenzialista in ogni sua accezione (incluse anche le elezioni dirette di Sindaci, Presidenti e quant'altro, che possono essere anche aver servito la causa nel recente passato ma che, al riguardo della prospettiva di lungo periodo, non possono che essere giudicate negative) con il rilancio del ruolo dei consessi elettivi e la partecipazione politica mediata attraverso partiti dalla vita interna democratica seguendo il dettato dell'art.49 della Costituzione. Il rilancio dei consessi elettivi (sulla base del principio “Il Parlamento come specchio del Paese”) richiede un ragionamento serio sul sistema elettorale che dovrà basarsi sul principio proporzionale, disegnando un sistema politico all'interno del quale sia possibile lo sviluppo di una mediazione politica “alta”, senza forzature improprie al riguardo dell'articolazione della rappresentatività sociale (rappresentatività sociale che nelle sue forme dirette di organizzazione di interessi dovrà godere del massimo di autonomia). In questo senso deve essere superato l’artefatto “bipolarismo all’italiana” e rifiutata la costruzione di improprie coalizioni, preventivamente mediate al ribasso e poi fallimentari sul piano dell’applicazione pratica delle politiche concordate, oltre a rappresentare luoghi di mediazione di bassissimo profilo nella scelta delle candidature.
Il terzo punto riguarda la politica internazionale, in un momento di grande difficoltà sul piano economico dovute alla crisi e di rilevanti sommovimenti popolari in decisive aree del mondo, finalizzati al recupero dei basilari principi democratici, violati da dittature corrotte e oppressive, come nel caso del Nord Africa: l'Europa politica dovrà rappresentare l'obiettivo principale, superando l'attuale Europa del monetarismo, in un processo di adeguamento alle logiche della competizione internazionale che ormai avviene per “aree” fortemente definite sul piano geo-politico.
Il tema dell'Europa dovrà necessariamente essere collegato con gli elementi fondamentali di progetto e di programma politico che il nuovo partito della sinistra sarà chiamato a portare avanti: sono molti i dettagli che dovranno essere affrontati, ma in questa occasione ci si limiterà a indicare due presupposti fondamentali: quelli relativi alla programmazione economica pubblica e, di conseguenza dell'intervento dello Stato in economia (comprendendo in questo tutti i principali passaggi: dall'assetto idrogeologico del territorio, al rilancio delle infrastrutture, a un grande piano di ripresa industriale da avviarsi ovviamente all'interno di un ben definito contesto europeo e utilizzando risorse anche a quel livello). Tema di fondo la qualità della produzione al di fuori di meccanismi di competizione iperliberista.
L'altro presupposto fondamentale è quello dello stato sociale, inteso quale fattore determinante della redistribuzione della ricchezza e della direzione di marcia dell'eguaglianza (emerge, su questo punto, il tema dell'utilizzo del deficit e in questo caso il discorso va rivolto nuovamente in direzione europea). Nell'idea di welfare stanno, ovviamente, i temi della sanità e della scuola.
Non proseguo oltre perché non intendo approfondire più di tanto gli aspetti specifici: rimane fermo l'obiettivo politico di breve periodo che riguarda il porre sul tappeto concretamente, di fronte alle grandi masse, il tema della ricerca di un nuovo “compromesso socialdemocratico” fondato sul modello renano.
Un tema da portare avanti, in netta alternativa al nuovo governo liberista, da una nuova, forte soggettività rappresentativa della sinistra italiana.
Infine: serve da subito un’iniziativa politica conseguente, da portare avanti con coraggio e determinazione, senza la preoccupazione di affrontare momenti di difficoltà che sicuramente si presenteranno sulla strada di chi intende perseguire l’obiettivo di ricostruire, sul serio, la sinistra italiana, in una prospettiva di superamento dei condizionamenti storici e di apertura verso l’avvenire
Savona, lì 19 novembre 2011 Franco Astengo

Nessun commento: