domenica 21 novembre 2010

Luciano Fasano: Primarie Milano: anatomia di una sconfitta | CulturaPolitica.org

Primarie Milano: anatomia di una sconfitta CulturaPolitica.org

10 commenti:

claudio ha detto...

Dalla vicenda di Milano emerge l'incapacità del Pd di gestire le primarie come uno strumento democratico : sono concepite solo come una fase della campagna elettorale.
Poi, ed è a ancora più grave, l'incapacità di capire che la rottura tra Fini e Berlusconi apre lo spazio al terzo polo e lo chiude al PD, anche se si sbraccia a offrire i suoi ori di famiglia per rimanere nel gioco. Ma tutte le chance di casini e Fini si giocano restando ben distaccati dal PD e dalla sinistra, per cui tanto vale che il Pd si metta su una linea identitaria di sinistra. A cosa serve mettere un legale che non pratica la professione vice presidente del CSM, solo perchè è UDC, e neanche di prima fila? a cosa serve consegnare a uno sconosciuto, che manco sappiamo come la pensa, il comune di Torino dove, dopo il 65% di Chiamparino, potremmo far eleggere anche un paracarro? Cosa otteniamo in cambio? neanche l'invito a una riunione, perchè a giocare contro Berlusconi sono i centristi e non noi.
Morale. il Pd non ha più la leadership dello schieramento contro Berlusconi e neanche quella della sinistra, perchè è più credibile Vendola. Lo so, il momento non è facile, soprattutto per chi sbaglia tutte le uscite...

lanfranco ha detto...

errare humanum,perseverare diabolicum si può applicare anche al commento di fasano.Già l'idea che il programma ideale sarebbe stato interpretare "tutti i tratti della modernità milanese",la dice lunga sulla cultura politica che ispira queste posizioni tipicamente veltroniane ,filtrate tramite libertà eguale.Forse fra le modernità milanesi ci sono anche conflitti sociali,interessi contrapposti,priorità sociali che vanno a discapito di altri interessi.Forse c'era da fare una scelta prioritaria a favore dei ceti popolari,quella espressa da pisapia,ma non più bandiera da anni di un partito come il pd che ha fatto di una astratta modernità, e della sua pretesa superiore capacità di governarla, la sua bandiera. Boeri ,i cui conflitti di interessi ,come dice giovanni,erano ben noti anche prima,viene fuori da questa filosofia.Così come viene fuori da un'altra faccia della stessa filosofia la ricerca del profilo moderato e tranquillizzante che si volle trovare la volta scorsa nella figura dell'ex prefetto.Fasano addebita queste scelte al gruppo dirigente del pd locale.Può essere,ma la sua impostazione politica porta nella stessa direzione,possibilmente anche in modo aggravato.Da qui il diabolicum del suo perseverare.Infatti che altro è la critica a bersani di aver dato una torsione socialdemocratica al pd(magari !)?E che altro è non capire il riemergere di un sentimento autentico di sinistra nel paese e ridurlo a un innamoramento passeggero per vendola?E ancora il lamentarsi che il pd non copre a sufficienza lo spazio moderato e centrista,lasciando crescere così casini e soci,senza capire che se bersani facesse quanto lui chiede la sinistra andrebbe ben oltre quello che lui chiama l'innamoramento per vendola e occuperebbe le ampie praterie disponobili del pd?.La verità è che il pd è in un cul de sac e con la linea di veltroni potrebbe uscirne solo ripetendo l'operazione rutelli su più ampia scala.Ma a quel punto si sarebbe definitivamente sciolto l'equivoco e con lo scioglimento dell'amalgama il muro cadrebbe a pezzi,come dice appunto claudio.

guido ha detto...

Sono abbastanza d’accordo. Io credo che il PD sia entrato da tempo in una posizione insostenibile di asino di Buridano e si sia ritagliato una coperta stretta. In una prospettiva bipolare (e molto a tavolino) si poteva pensare che l’ampliamento dell’elettorato avrebbe potuto avvenire verso il centro presentandoci come i veri modernizzatori liberali. Non ha funzionato perché in Italia i liberali hanno cuore e portafoglio a destra: i repubblicani e i radicali che avevano il cuore a sinistra e il portafoglio a destra (Scalfari, Visentini, vecchio gruppo espresso eccetera) sono sempre stati molto pochi. E tirando da quella parte ci si è scoperti il fondo schiena dall’altra. La vecchia regola del “pas d’ennemis a gauche” non è stata osservata e si è aperta un’ampia possibilità prima per il club Bertinotti, che alla fine grazie al cielo se ne è andato per sua consunzione, non senza aver provocato guasti devastanti, e poi per i vari Di Pietro, Grillo e ora, ma su un piano molto più sensato, Vendola. Sono tutti prodotti della “vocazione maggioritaria” antiulivista del PD. Non vedo come da quella parte si possa ampliare l’elettorato : con il mondo cattolico la strada è ben presidiata dall’UDC e dal punto di vista sociologico il blocco sociale degli evasori fiscali, degli sfruttatori del lavoro nero e degli svalutatori è molto solido e non vedo come si possa intaccare. Gli altri offrono sempre di più Oggi si affaccia una prospettiva diversa, e tutto fa pensare che il bipolarismo si articoli in tre-cinque macroaree. A questo punto la coperta del PD va ripensata perché dubito molto si possa ritagliare una coperta sufficientemente ampia lasciando fuori da Vendola in giù. GM

gim ha detto...

Mi sembra una risposta inutilmente e vacuamente livorosa, ed indirizzata più alla figura di chi ha scritto l’intervento che ha suscitato tanto scandalo, che alla forma ed alla sostanza del testo. Se poi l’uso del termine “modernità” suscita di per sé scandalo in quanto “veltroniano”, vuol dire che si sta per davvero tornando al passato.

luciano ha detto...

Non ho capito questo commento, tanto duro quanto immotivato, del
solitamente riflessivo Cassano.
Il grupo dirigente del PD milanese, praticamente identico da alcuni lustri
nonostante il succedersi di "ditte" diverse, insegue costantemente un'idea
di "modernità" (le virgolette sono d'obbligo) che oscilla tra nuovismo e
complesso di inferiorità.
Ci hanno fatto votare, negli anni, il rampollo degli industriali brianzoli,
il prefetto, vecchi arnesi democristiani talora anche di stampo reazionario,
l'architetto dei salotti à la page. Perdendo sempre, da 17 anni.
Alcuni di loro, di provenienza popolari-margherita (Garavaglia, Galperti)
hanno addirittura cominciato a spiegare che, dato che ha vinto Pisapia, la
"modernità" imporrebbe di schierarsi con il candidato in pectore del terzo
polo. Cioè di votare per quel Gabriele Albertini che, dopo che si era
distinto come "falco" di Federmeccanica, ha fatto per 10 anni il sindaco
berlusconiano di Milano ostentando disprezzo per la politica, definendosi da
buon qualunquista come "amministratore di condominio" e governando malissimo
la città.
Insomma, temo che a Cassano manchi la traduzione, che invece noi abbiamo
dovuto imparare a nostre spese.
La "modernità" di cui parlano questi signori, compreso Fasano (anche se con
più eleganza intellettuale degli altri), è semplicemente un altrove. Dove
non c'è più la politica, dove si rimuove ogni vincolo che ostacoli il libero
dispiegarsi delle mire dei gruppi economici dominanti, e soprattutto dove
non c'è più traccia di un progetto di sinistra, lì c'è la loro modernità, il
loro nuovo-che-avanza.
Questa volta, utilizzando l'occasione delle primarie, il loro "nuovo" di
turno glielo abbiamo rispedito al mittente.
Dicono che perderemo e che ci voleva uno ancor più "nuovo" di Boeri (il
giochino è potenzialmente senza fine, come ricordava Nenni col "puro più
puro che ti epura").
Invece le possibilità di vincere ci sono. E comunque, se si dovesse perdere,
mille volte meglio perdere con la nostra faccia, mettendo in campo una
proposta finalmente politica e non il solito esperimento usa-e-getta di puro
marketing.

Luciano Belli Paci

mario ha detto...

Non si è capito bene se Fasano vuole criticare il PD da "destra" o da "sinistra". Quanto al prevenuto livore antipatizzante mi pare che siano dallo stesso Fasano rivolti unicamente nei confronti di Vendola e della cosiddetta "sinistra radicale" che, a dispetto di certi ormai inutili tentativi di minimizzazione e marginalizazione , a quanto pare, in una città "simbolo" come Milano hanno mostrato di avere tutti i numeri nel sostenere la vincente candidatura Pisapia.

lanfranco ha detto...

caro gim livore addirittura vacuo mi pare un giudizio gratuito,che il mio commento non merita.
naturalmente altra cosa è il non condividere...

claudio ha detto...

Il segreto di una buona "nuova" politica sta proprio solo in questa oposizione/proposta/presupposto/prediudizio: "meglio perdere con la nostra faccia, mettendo in campo una proposta finalmente politica e non il solito esperimento usa-e-getta di puro marketing."

Claudio Marra

gim ha detto...

A me pare, proprio in virtù di un metodo razionale, che bisogna stabilire una cosa: se si vuol commentare un testo, lo si commenta in base a quanto vi è scritto. Altra cosa è il dare un giudizio politico su una figura, un gruppo, una situazione. Ma le due cose non possono essere confuse. Nella fattispecie, io contesto il ragionamento insito nel giudizio di Lanfranco, che parlare di modernità significhi veltronismo, cioè destra.

Per alcuni è sicuramente vero, ma questa non è un’asserzione logicamente generalizzabile, anche perché ciò significherebbe negare il fatto che le forme della conflittualità, che sono alla base di ogni evoluzione e trasformazione sociale, si siano profondamente riarticolate e rese più complesse, continuando invece a marciare sul terreno, ritenuto più solido, della tradizione.

Gim Cassano

mario ha detto...

Nel contesto della discussione in atto a me pare che il ragionamento di Lanfranco (termini compresi) sia stato oggettivamente puntuale e condivisibile. Se non erro si sta parlando di "politica a Sinistra in Italia" con attori e tesi a loro riferite che tutti conosciamo. Non vedo dove sia la generalizzazione.