mercoledì 11 giugno 2025

Giuseppe Casanova: Medicina, la beffa del test posticipato e la carenza di medici in Italia

Medicina: la beffa del test posticipato e la carenza di medici in Italia In un momento storico in cui la carenza di medici in Italia ha raggiunto livelli preoccupanti, il Governo ha scelto di intervenire con un provvedimento che, invece di semplificare l’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia, rischia di complicarlo ulteriormente. Il nuovo sistema prevede lo spostamento del test di ammissione a sei mesi dopo l’inizio del primo anno universitario. Apparentemente un'apertura, nei fatti una scelta che potrebbe far perdere un anno intero a migliaia di giovani aspiranti medici. Il numero chiuso non è stato rimosso, né i posti disponibili sono aumentati in modo significativo. Lo studente, dunque, si iscrive al corso di laurea in Medicina, frequenta le lezioni e affronta i primi mesi di studi, per poi ritrovarsi a dover sostenere un test di selezione a metà anno, con la concreta possibilità di dover abbandonare il corso qualora non superasse la prova. Nessuna certezza, nessuna reale semplificazione e, chi non supera la selezione è costretto a cambiare rotta, perdendo mesi e motivazione. In passato, chi non superava il test sostenuto ad anno Accademico non ancora iniziato, poteva scegliere un piano B, come iscriversi ai cosi di laurea di Farmacia o di Biotecnologie, sostenere esami in comune con Medicina e magari vederseli convalidati in caso di successo al test l’anno successivo. Ora questa possibilità viene inibita da una finta apertura che espone gli studenti a un doppio danno: perdita di tempo e incertezza sul futuro. Il paradosso è reso ancora più amaro dalla realtà: l’Italia forma pochi medici, costringendo il sistema sanitario ad assumere personale dall’estero, spesso senza piena conoscenza del livello della loro formazione. Tutto ciò mentre le nostre università, riconosciute a livello mondiale per la qualità della didattica in Medicina e della formazione effettuata nei vari reparti ospedalieri, continuano a esportare eccellenze che trovano all’estero stipendi e condizioni di lavoro ben più dignitose. In sintesi, una riforma che avrebbe dovuto aprire le porte, finisce per essere solo una vetrina vuota, priva di coraggio e di visione strategica. Serve un intervento serio, che aumenti i posti, elimini o quantomeno riduca il numero chiuso e valorizzi davvero il talento dei nostri giovani, investendo sul futuro della sanità italiana per riportarla alla efficienza e alla efficacia di un tempo. Giuseppe Casanova (Cagliari)

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