Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
sabato 30 novembre 2024
venerdì 29 novembre 2024
Franco Astengo: Sciopero generale e recupero di senso
SCIOPERO GENERALE E RECUPERO DI SENSO di Franco Astengo
Oggi sciopero generale: fatto non usuale attraverso cui CGIL e UIL stanno tentando non solo di porre al centro le questioni salariali, sociali, della prospettiva industriale (come recita la piattaforma di convocazione della giornata) ma anche un recupero di senso del loro essere soggetto di un fronte di lotta e di prospettiva del cambiamento.
Il sindacato confederale da molto tempo non riesce ad esercitare una funzione effettiva di orientamento di massa, appunto di "recupero di senso" della propria azione e della propria presenza in una dimensione che è apparsa di visione sempre più ridotta nella fase dell'immediata post-globalizzazione e dello scivolamento del Paese nella retorica dell'antipolitica e della destra populista.
Adesso si sta tentando di invertire la rotta (CGIL e UIL si stanno trovando a fianco i sindacati di base e non la CISL ormai palesemente tornata nell'alveo anni'50 del sindacato governativo, magari matrice come fu allora di qualche sindacato "giallo") : non sarà facile ma potrebbe trattarsi della strada giusta.
Ovviamente il quadro degli anni'70 non esiste più: mancano le grandi concentrazioni industriali manifatturiere, la proprietà è lontana e impalpabile mentre impazza una finanziarizzazione senza volto, il quadro internazionale sfugge a una possibile individuazione di "terreno di scontro", lo Stato - Nazione non funziona più da regolatore dello scambio sociale, la società è parcellizzata percorsa dall'individualismo competitivo, in un evidente declino dell'Occidente si sono evidenziate disuguaglianze incolmabili nei cui interstizi si stanno infilando conflitti di cui in sostanza ignoriamo la natura, quello che un tempo definivamo "lavoro vivo" emerso dalla due rivoluzioni industriali adesso è minacciato dall'innovazione tecnologica e le giovani generazioni se ne allontanano spontaneamente magari sognando improbabili "ritorni bucolici" e "decrescite felici".
Nella difficoltà di un'Europa sociale e politica che ha perso la centralità dei "30 gloriosi" e di cui è emblematica la crisi tedesca, Europa in crisi anche come appendice dell'impero americano (svanito l'abbaglio della fine della storia che avrebbe dovuto seguire la caduta del Muro di Berlino) l'Italia conta poco, forse nulla: quindi non conta granché neppure lo sciopero generale di oggi.
Si tratta però di un segnale, oltre che di un passaggio di riaggregazione sociale di una certa importanza: un segnale perché sembra non trattarsi di un momento di raccolta su basi meramente corporative (come accade in altri Paesi) ma misurato nel solco di una rimodulazione di presenza e di orientamento.
Ci troviamo nel piccolo di una dimensione ormai provinciale e di un Paese, l'Italia, in forte difficoltà politica non soltanto perchè governata da una destra incapace di muovere un solo passo anche in direzione non gradita dal nostro punto di vista ma soprattutto la difficoltà dell'Italia risiede nell'essere percorsa da un forte sentimento di contrarietà all'agire politico e che tende verso l'assolutizzazione del comando.
Dire di no con fermezza a questa emergenza appare in questo momento il compito del sindacato: il rischio vero è quello di un processo di sostituzione del meccanismo democratico, cioè di un confronto diretto con il potere economico nel quale viene meno l'intermediazione sociale e politica.
Il centro-sinistra italiano per un certo periodo ha cullato l'illusione che la disintermediazione avrebbe portato la governabilità all'altezza della disputa con il potere dell'economia e della tecnica sciogliendo i "lacci e lacciuoli" (come invocava Guido Carli qualche decennio or sono): questo disegno che era il disegno del PD ha causato l'allontanamento sociale e l'esplosione di un meccanismo di rifiuto della funzione politica. Un rifiuto che si era fatto partito rotolando poi tra le spire della realtà di palazzo e causando un trauma che ha spostato l'opinione verso il rifiuto totale o verso la semplificazione di una destra orrenda nella realtà politica e soprattutto nell'espressione culturale diffusa.
Ecco: nella ricerca di senso da parte del sindacato che questo sciopero generale comprende non dovrebbe esserci spazio per una idea di sostituzione della politica e della sua organizzazione più coerente in partiti.
Abbiamo bisogno di tornare alla capacità di rappresentanza ciascuno per la propria parte.
giovedì 28 novembre 2024
mercoledì 27 novembre 2024
martedì 26 novembre 2024
domenica 24 novembre 2024
giovedì 21 novembre 2024
Fondazione Di Vittorio: "Tra 1991 e 2023 salari reali calati di 1000 euro. Negli ultimi quattro anni l'inflazione ne he fatti perdere oltre 5mila" - Il Fatto Quotidiano
mercoledì 20 novembre 2024
martedì 19 novembre 2024
Franco Astengo: Numeri dall'Emilia e dall'Umbria
NUMERI DALL'EMILIA E DALL'UMBRIA di Franco Astengo
Il doppio successo del centro-sinistra nella sfida delle regionali di Emilia - Romagna e Umbria nelle elezioni svolte il 17-18 novembre non deve trarre in inganno.
E' stato l'astensionismo il fattore principale anche di questa tornata come accade ormai da molto tempo ed è capitato anche in una regione "solida" dal punto di vista istituzionale come l'Emilia - Romagna nella quale il totale dei voti validi si colloca ben al di sotto del 50% e dove la vittoria del centro-sinistra è stata sicuramente dovuta al "campo largo" ma soprattutto alla capacità di richiamare l'insieme dei propri tradizionali elettrici ed elettori come dimostra il risultato del PD nella regione dove maggiore è sempre apparsa la continuità con le fonti storiche primarie di identità del Partito.
Le forze politiche, esaurita la legittima necessità di analisi del voto con maggiore o minore grado di soddisfazione, dovrebbero porre al centro il tema della disaffezione complessiva che si esprime attraverso la non partecipazione, il voto bianco e quello nullo: in ispecie le forze della coalizione di centro sinistra se non intendono ripetere l'errore di considerare la governabilità fine esaustivo dell'azione politica trascurando il tema della rappresentanza.
Inoltre sempre nell'ambito del centro-sinistra appare ormai netta l'assunzione da parte del PD del ruolo di partito - pivotale e di conseguenza di tentare di costruire attorno a questo partito l'indispensabile omogeneità coalizionale attraverso una grande discussione sui valori di fondo e il confronto sulle specifiche visioni progettuali.
Un dato da verificare ma che si può offrire come oggetto di studio è quello del calo di Fratelli d'Italia che potrebbe alimentare la crescita dell'astensione.
Soltanto in Umbria i voti per il candidato presidente supera il 50% dei voti validi mentre precipita, nella stessa regione, al 45% per quello che riguarda le liste: si tratta non di segnali ma di precise indicazioni rivolte alle forze politiche sulle quali va aperta una riflessione molto più approfondita rispetto a quanto non sia ancora stato fatto finora.
Un dato che si può offrire alla verifica analitica riguarda il calo di Fratelli d'Italia che potrebbe alimentare la crescita dell'astensione.
Si ricorda che tutte le percentuali sono misurate sul totale degli aventi diritto e non sul totale dei voti validi: è questo l'unico schema possibile da seguire per realizzare una precisa comparazione in tempo di astensione superiore al 50%.
Ecco dati e raffronti:
EMILIA ROMAGNA
Partecipazione: tra il 2020 e il 2022 più 2,97% (sui candidati presidenti) più 7,62% (sulle liste); tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 12,57% (320.837 voti); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 11,64% sui candidati presidenti (360.203 voti) e 490.153 voti in meno rispetto alle liste.
Regionali 2020:
Iscritti 3.508.179
Voti validi
Candidati presidenti 2.325.497 66,28%
Liste 2.162.216 61,63%
Politiche 2022:
Iscritti 3.328.327 (differenza dovuta alle liste per il voto all'estero)
Voti Validi 2.304.908 69,25%
Europee 2024
Iscritti 3.500.353
Voti Validi 1.984.071 56,68%
Regionali 2024
Iscritti 3.576.428
Voti validi presidente 1.623.868 45,04%
liste 1.493.918 41,77%
Candidati Presidenti:
Regionali 2020
Bonaccini (centro - sinistra) 1.195.819 34,08%
Borgonzoni (centro destra) 1.014.654 28,92%
Benini (M5S) 80.783 2,30%
Battaglia (No vax) 10.978 0,31%
Bergamini (Partito Comunista Rizzo) 10.263 0,29%
Collot (Potere al Popolo) 7.024 0,20%
Lugli (Lista Civica) 5.976 0,17%
Regionali 2024
De Pascale (centrosinistra) 921.980 25,77%
Ugolini (centrodestra) 650.760 18,19%
Serra (PRC-PaP-PCI) 31.474 0,88%
Teodori (Lealtà Verità) 19.830 0,55%
De Pascale è stato eletto con 273.839 voti rispetto a Bonaccini nel 2020 con una percentuale inferiore del'8,31% sul totale degli aventi diritto
Coalizioni : Centro - Sinistra tra il 2020 e il 2022 (fuori il M5S) meno 4,83% ; tra il 2022 e il 2024 (europee; somma delle liste che sostengono De Pascale alle Regionali 2024) più 6,89% (M5S alle politiche 2022 6,92%), tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) il centrosinistra (le cui liste raccolgono 64.836 voti in meno rispetto al candidato presidente) perdono il 7,75% sul totale degli aventi diritto.
Centro - Destra tra il 2020 e il 2022 meno 1,05%; tra il 2022 e il 2024 (europee) somma delle liste che sostengono Ugolini meno 3,74% ( meno 84.601); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 6,67% (217.453 voti)
Regionali 2020
Centro - Sinistra 1.040.482 29,65%
Centro - Destra 981.787 27,98%
M5S 102.595 2,92%
Politiche 2022
Centro Sinistra 826.362 24,82%
Centro Destra 896.607 26,93%
M5S 230.444 6,92%
Centristi 195.499 5,87%
Europee 2024
Liste centro-sinistra (appoggio De Pascale) somma 1.110.202 31,71%
Liste centro - destra (appoggio Ugolini) somma 812.006 23,19%
Regionali 2024
Centro - Sinistra (con il M5S) 857.144 23,96%
Centro destra 594.553 16,62%
Liste : (sui risultati delle liste nelle elezioni regionali incidono naturalmente i voti delle liste civiche, alcune delle quali pur schierate nelle rispettive coalizioni, di difficile attribuzione strettamente partitica)
PD tra il 2020 e il 2022 meno 2,17%; tra il 2022 e il 2024 (europee) più 1,28% (77.732 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,53% (74.835 voti)
AVS tra il 2020 (lista Coraggiosa ed Europa Verde) e il 2022 meno 0,40% tra il 2022 e il 2024 (europee) più 0,58% ( 25.471 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,49% (50.340 voti)
M5S tra il 2020 e il 2022 più 4% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 2,86% (88.161 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,58% ( 89.208 voti)
Liste Centriste: tra il 2022 e il 2024 (europee somma di SUE e Azione) meno 2,40% (73.695 voti); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,76% (96.725 voti)
FdI tra il 2020 e il 2022 più 11,99%, tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,40% (19.441 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 5,96% (201.148 voti)
Lega tra il 2022 e il 2022 meno 14,33% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,69% ( 49.964 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,47% (49.845 voti)
Forza Italia (con moderati) tra il 2020 e il 2022 più 0,19% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 0,81 (12.414 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,13% (37.721 voti)
area PRC-Pap-PCI tra il 2020 e il 2022 più 0,75% tra il 2022 e il 2024 (europee) più 0,34% ( 13.459 voti) tra il 2024 (europee) e il 2025 (regionali) meno 0,55% (18.665 voti)
Lista Bonaccini 2020 124.591 3,55% Lista De Pascale 2024 57.400 1,60%
Lista Borgonzoni 2020 37.462 1,06% Lista Ugolini 2024 76.988 2,15%
Regionali 2020 :
PD 749.676 21,36%
Lista Bonaccini 124.591 3,55%
Lista Coraggiosa (Schlein) 81.419 2,32%
Europa Verde 42.146 1,20%
+ Europa 33.087 0,94%
Volt 9.253 0,26%
Lega 690.864 19,69%
FdI 185.796 5,29%
Forza Italia 55.317 1,57%
Lista Borgonzoni 37.642 1,07%
Popolo della Famiglia - Cambiamo 6.341 0,18%
Giovani per l'ambiente 6.007 0,17%
M5S 102.595 2,92%
No Vax 11.187 0,31%
Partito Comunista (Rizzo) 10.287 0,29%
Potere al popolo 8.048 0,22%
L'altra Emilia Romagna 7.830 0,22%
Politiche 2022
PD 638.807 19,19%
AVS 104.105 3,12%
+ Europa 76.138 2,28%
Impegno Civico 7.312 0,21%
FdI 575.452 17,28%
Lega 178.543 5,36%
Forza Italia 130.198 3,91%
Moderati 12.414 0,37%
M5S 230.444 6,92%
Centristi 195.499 5,87%
Italexit 44.188 1,32%
Unione Popolare 32.543 0,97%
Sovrana Popolare 28.387 0,85%
Vita 25.483 0,76%
Animalisti 14.888 0,44%
No Vax 6.233 0,18%
Destre Unite 2415 0,07%
Noi di Centro 1859 0,05%
Europee 2024
PD 716.539 20,47%
AVS 129.576 3,70%
M5S 142.283 4,06%
Azione 63.106 1,80%
+ Europa e IV 58.698 1,67%
FdI 555.981 15,88%
Lega 128.579 3,67%
FI con Moderati 121.719 3,47%
Alt. Pop. (Bandecchi) 6.267 0,17%
Santoro (PRC, PAP, PCI) 46.002 1,31%
Libertà 13.246 0,37%
SVP 2.615 0,07%
Regionali 2024
PD 641.704 17,94%
AVS 79.236 2,21%
Presidente De Pascale 57.400 1,60%
M5S 53.075 1,48%
Riformisti 25.729 0,71%
FdI 354.833 9,92%
Forza Italia -Moderati 83.998 2,34%
Lega 78.734 2,20%
Presidente Ugolini 76.988 2,15%
PRC- PaP - PCI 27.337 0,76%
Lealtà-Verità 15.3410,42%
UMBRIA
Partecipazione: tra il 2019 e il 2022 più 2,86%, tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 8,43% ( 39.470 voti) ; tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) : candidati presidenti meno 6,58% ( 35.493 voti) liste meno 11,66% (71.562 voti)
Regionali 2019 :
Iscritti 703.596
Voti Validi
Presidenti 443.343 63.01%
Liste 417.877 59,39%
Partecipazione
Politiche 2022
Iscritti 662.094 (sempre da tener conto del voto all'estero)
Voti Validi 436.170 65,87%
Partecipazione
Europee 2024
Iscritti 683.555
Voti Validi 392.700 57,44%
Regionali 2024
Iscritti 701.367
Voti validi presidente 356.757 50,86%
Voti validi liste 321.138 45,78%
Candidati Presidenti : tra il 2019 e il 2024 la presidente uscente Tesei ha perso il 12,78% e 90.431 voti. La presidente eletta Proietti rispetto alla candidatura Bianconi del 2019 ha migliorato del 2,39% e 16.215 voti (un risultato di crescita per Proietti dovuto anche al maggior numero di voti espressi per le candidature presidenziali rispetto a quelle per le liste, sia di partito, sia civiche).
Regionali 2019
Tesei 255.158 36,26%
Bianconi 166.179 23,61%
Ricci 11.718 1,66%
Rubicondi 4.484 0,63%
Camuzzi 2.098 0,29%
Carletti 910 0,12%
Pappalardo 587 0,08
Seduction 461 0,06%
Regionali 2024
Proietti 182.394 26.00%
Tesei 164.727 23,48%
Rizzo 3.946 0,56%
Leonardi 1.901 0,27%
Pasquinelli 993 0,14%
Paolone 866 0,12%
Fiorini 840 0,11%
Tritto 837 0,11%
Pignalberi 253 0,03
Coalizioni:
Centro Sinistra tra il 2019 (con il M5S) e il 2022 (fuori il M5S, nel 2022 all'8,33%) meno 3,70 , tra il 2022 e il 2024 (europee somma delle liste che sostengono Proietti compreso centristi e M5S) più 8,58% (90.316 voti). Tra il 2024 (europee somma come indicato poc'anzi) e 2024 (regionali) meno 3,74% (21.470 voti)
Centro destra tra il 2019 e il 2022 meno 4,78%, tra il 2022 e il 2024 (europee somma delle liste che nelle regionali sostengono Tesei) meno 1,62% (4581 voti) tra il 2024 (europee somma delle liste) e il 2024 (regionali) meno 6,88% ( 30,865 voti).
Sono questi i dati nel rapporto candidati/coalizioni che dovrebbero far riflettere le forze politiche.
Regionali 2019
Centro Destra 245.789 34,93%
Centro Sinistra (con M5S) 153.784 21,85%
Politiche 2022
Centro Destra 199.663 30,15%
Centro Sinistra 120.210 18,15%
M5S 55.205 8,33%
Centristi 35.111 5,30%
Europee 2024
Liste sostegno candidatura Tesei (somma) 195.082 28,53%
Liste sostegno candidatura Proietti (somma) 182.764 26,73%
Regionali 2024
Centro-sinistra 161.294 22,99%
Centro - destra 151.899 21,65%
Liste
PD dal 2019 al 2022 più 0,86%, tra il 2022 e il 2024 (europee) più 1,04% ( voti 9.048), tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,31% (6.494 voti)
AVS dal 2019 (2 liste verdi) al 2022 più 0,50, dal 2022 al 2024 (europee) più 0,99% (7.209 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,32% ( 8.676 voti)
M5S tra il 2019 e il 2022 più 3,99% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 3,24% (20.388 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,88% (19.292 voti)
Liste Centriste tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 3,48% ( 22.306 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,15% (13.836 voti)
Fratelli d'Italia tra il 2019 e il 2022 più 13,81%, tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,10% ( 3.282 voti) tra il 2024 europee e il 2024 (regionali) meno 9,85% (65.695 voti)
Lega tra il 2019 e il 2022 meno 16,73% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,28% ( 7.699 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 0,40% ( 1.999 voti)
Forza Italia (con i moderati) tra il 2019 e il 2022 più 1,83% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 0,28% ( 845 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali, senza i Moderati) meno 0,38% ( 1.777 voti)
area PRC-PaP- PCI tra il 2019 e il 2022 più 1,06% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 0,19% (1284 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,13% ( 7.732 voti)
Civica Tesei 2019 16.424 2,33% 2024 16.023 2,28%
Civica Bianconi 2019 16.833 2,39% Civica Proietti 2024 15.084 2,15%
Regionali 2019
Lega 154.413 21,94%
FdI 43.443 6.03%
Forza Italia 22.991 3,26%
Lista Tesei 16.424 2,33%
Civica 8,608 1,22%
PD 93.296 13,25%
M5S 30.953 4,34%
Lista Bianconi 16.833 2,39%
Verdi Civici 6.727 0,95%
Verdi 5.975 0,84%
Lista Ricci 5.261 0,74%
Italia Civica 2.175 0,30%
Proposta Umbria 1.475 0,20%
Partito Comunista (Rizzo) 4.108 0,58%
PCI 2.098 0,29%
PaP 1.345 0,19%
Riconquistare 808 0.11%
Arancioni 524 0,07
Buone Maniere 420 0,05%
Politiche 2022
Fdi 131.396 19,84%
Lega 34.517 5,21%
Forza Italia 31.743 4,79%
Moderati 2.007 0,30%
PD 93.435 14,11%
AVS 15.217 2,29%
+ Europa 9.143 1,38%
Impegno Civico 2.415 0,36%
M5S 55.205 8,33%
Centristi 35.111 5,30%
Italexit 7.821 1,18%
Sovr. Pop. 5.373 0,81%
PCI 5.199 0,78%
UP 5.051 0,76%
Vita 2357 0,35%
Europee 2024
Fdi 128.114 18,74%
PD 103.583 15,15%
M5S 34.817 5,09%
FI e Moderati 32.905 4,81%
Lega 26.818 3,92%
AVS 22.426 3,28%
+Europa e IV 11.988 1,75%
Azione 9.950 1,45%
Santoro (PRC-Pap-PCI) 9.288 1,35%
Bandecchi (A.P.) 7.245 1,05%
Sov.Pop. 3.109 0.45%
Libertà 2.457 0,35%
Regionali 2024
PD 97.089 13,84%
M5S 15.525 2,21%
Presidente Proietti 15.084 2,15%
AVS 13,750 1,96%
Sanità Pubblica 7.819 1,11%
Riformisti 7.402 1,05%
Civici 5.025 0,71%
FdI 62.419 8,89%
Forza Italia 31.128 4,43%
Lega 24.729 3,52%
Presidente Tesei 16.023 2,28%
Moderati 9.229 1,31%
Bandecchi (AP) 6.929 0,98%
UDC 1.432 0,20%
Sov. Pop. 1.793 0,25%
Presidente Rizzo 1.286 0,18%
PRC-PaP-PCI 1.556 0,22%
Dissenso 896 0,12%
Forza Popolo 763 0,10%
Alternativa 743 0,10%
Presidente Tritto 729 0,10%
lunedì 18 novembre 2024
sabato 16 novembre 2024
Renzo Penna. Sintesi del Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale in Italia del 2024
venerdì 15 novembre 2024
Franco Astengo: La Consulta e il referendum
LA CONSULTA E IL REFERENDUM di Franco Astengo
Fatta salva la necessità di leggere per intero la sentenza è difficile, da parte di chi sostiene la Costituzione, adeguarsi al giubilo che si è levato per salutare la decisione della Corte Costituzionale di chiedere il ritocco di parti (sicuramente significative) della riforma che propone la cosiddetta "autonomia differenziata".
In sostanza la Corte rimanda il testo al Parlamento accompagnandolo con precisi vincoli di merito ma affidandosi alla stessa maggioranza che lo ha approvato.
Nella contesa tra Regioni (perché di questo si è trattato in sostanza) è emersa una decisione che sicuramente creerà problemi al Governo ma, nel contempo, pone in discussione l'ammissibilità del referendum (e in particolare del quesito che domanda la totale abolizione) il cui svolgimento è stato richiesto da 1.300.000 firme raccolte questa estate da un articolato schieramento nel quale erano presenti partiti politici, sindacati, soggetti associativi di diversa natura.
La corte di Cassazione è adesso chiamata a discutere l'ammissibilità stessa della richiesta prova referendaria che con astuzia è stata collegata dalla maggioranza di destra alla legge di bilancio evitando così la tagliola delle legge costituzionale.
E' necessario che lo schieramento che ha proposto il referendum si mobiliti immediatamente fornendo scienza giuridica e forza popolare per conseguire l'obiettivo del suo svolgimento puntando sulla abolizione totale dell'articolato.
Egualmente le forze parlamentari del centro-sinistra avrebbero il compito di elaborare un progetto di riforma del titolo V della Costituzione malamente manipolato (ormai il giudizio è di opinione generale) a suo tempo in chiusura della XIII legislatura repubblicana dallo schieramento che sosteneva il governo Amato per inseguire la Lega considerata "una costola della sinistra".
Un ripensamento andrebbe rivolto anche alle Leggi Bassanini e a quella Del Rio (Province relegate a enti di secondo grado, abolizione di soggetti intermedi, accorpamenti di Authority portuali): in sostanza la riflessione dovrebbe investire il quadro complessivo del sistema delle autonomie inteso nel senso di soggetti di intermediazione dello Stato e non soltanto di soggetti di pura espressione autonomistica.
Il punto prioritario però rimane quello del referendum.
Nel quesito dell'abolizione del disegno sull'autonomia differenziata portato avanti da governo e maggioranza di destra la questione non risiede soltanto nei LEP che riguardano essenzialmente la residualità dello stato sociale, ma materie non soggette al vincolo dello stabilire il livello dei LEP ma molto delicate soprattutto sul terreno economico: commercio estere, banche, ecc,ecc.
giovedì 14 novembre 2024
mercoledì 13 novembre 2024
martedì 12 novembre 2024
lunedì 11 novembre 2024
Biscardini: Nel bilancio 2025 ci siano dei fondi per il Progetto Navigli
COMUNICATO STAMPA
MILANO, NEL BILANCIO 2025 CI SIANO DEI FONDI PER IL PROGETTO NAVIGLI
L'Associazione scrive ai Consiglieri e agli Assessori del Comune di Milano per chiedere almeno il finanziamento per la realizzazione della Conca di Viarenna. Un progetto approvato da anni con un costo irrisorio rispetto a 4 miliardi del Bilancio comunale. Una lettera che fa il punto della situazione, nonché sui tanti ritardi e sulla mancanza degli impegni presi per la riapertura dei Navigli a Milano.
Ai Consiglieri comunali di Milano
Agli Assessori del Comune di Milano
Oggetto: Progetto Navigli, almeno la Conca di Viarenna nel Bilancio 2025
Dalle notizie apparse sulla stampa il Comune si appresterebbe ad approvare una manovra per il Bilancio preventivo 2025 di circa 4 miliardi, sostenuta da alcune nuove voci di entrata per finanziare in modo particolare il trasporto pubblico locale ed altri interventi.
Nulla togliendo a questa emergenza che riguarda in modo particolare i livelli di servizio dei trasporti pubblici di superficie, vi chiediamo un’attenzione particolare al tema Navigli e alla loro riapertura, con particolare riferimento alle fasi che ancora devono essere perfezionate per dare concretezza a questo progetto.
L’opera, riconosciuta come strategica già dal PGT del 2012, non ha visto successivamente un’azione coerente della Amministrazione comunale di Milano corrispondente al “valore strategico” che ad essa era stato attribuito.
Ad oggi, tutto è fermo a un incarico per la Progettazione preliminare (Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica), affidato dal Comune ad MM nel dicembre 2019. Studio di cui, a distanza di cinque anni nessuno conosce i risultati, né i cittadini, né tantomeno i consiglieri comunali, nonostante che per tale studio sia stata impegnata una spesa di 2,2 milioni di euro, probabilmente già corrisposti regolarmente a MM.
Allo stato dell’arte, il progetto di riapertura dei Navigli sarebbe fermo in ragione di una dichiarazione del Sindaco secondo la quale non ci sarebbero risorse sufficienti nemmeno per iniziare i lavori. Frase troppo generica per essere accettata. Tanto più che non risulta che l’Amministrazione comunale abbia fatto passi sufficienti né presso il Governo, né presso la Regione Lombardia, né tantomeno presso l’Europa per ricercare una forma di compartecipazione finanziaria per la realizzazione delle opere. E ciò nonostante, la disponibilità e l’interesse della Commissione europea che, per voce della Commissaria ai Trasporti Violetta Bulc, ha dato fin dal 2019 la disponibilità a finanziare l’opera a fronte di un progetto integrale che l’Europa stessa ha consigliato al Sindaco di promuovere.
Le dichiarazioni del Sindaco appaiono peraltro assolutamente generiche, in quanto l’Amministrazione non ha ancora verificato concretamente la possibilità di procedere definendo un piano finanziario pluriennale attendibile, né sulla base di un programma dei lavori che preveda la realizzazione per lotti, di cui il primo potrebbe ragionevolmente essere quello relativo al prolungamento del Naviglio Martesana lungo via Melchiorre Gioia fino ai Bastioni di Porta Nuova.
Per dare un segno concreto di interesse nei confronti del progetto, che è stato sbandierato e che ha certamente influito anche nell’elezione della giunta Sala sia nel 2016 che nel 2021, basterebbe peraltro di mettere a Bilancio le risorse necessarie per la realizzazione della Conca di Viarenna, progetto già esistente, già approvato e inserito più volte nel Piano triennale delle opere pubbliche, che consentirebbe l’estensione della Darsena verso Conca del Naviglio, progetto per anni sostenuto dall’architetto Empio Malara.
In un Bilancio di quattro miliardi si possono trovare una decina di milioni per questo intervento.
Cordiali saluti,
Roberto Biscardini
domenica 10 novembre 2024
Giuseppe Casanova: L'elezione di Trump
In relazione alla rielezione di Donald Trump, come 47° presidente degli Stati Uniti, sono state fatte moltissime considerazioni, sia da chi auspicava la sua elezione, e da chi invece ha esternato molte preoccupazioni, in relazionee all’impatto che avrà sulla democrazia liberale. Anche io sono molto preoccupato sulla influenza che la sua rielezione avrà sul mondo intero in particolare per noi europei, e per questo motivo faccio a supporto qualche considerazione. Trump ha spesso criticato le istituzioni democratiche e ha adottato una retorica polarizzante che ha suscitato timori tra molti cittadini americani e non solo. Durante la sua campagna elettorale, ha promesso di attuare cambiamenti radicali che potrebbero scuotere persino i pilastri della democrazia. Che gli americani abbiano manifestato molti dubbi e preoccupazioni sull’elezione di Trump, ce lo rivela anche Google. Infatti secondo Google Trends, le ricerche per "come trasferirsi in Canada" sono aumentate del 400% la notte delle elezioni. Anche le ricerche su "come ottenere legalmente un visto per il Canada" sono aumentate del 200%. Dati che riflettono una certa preoccupazione tra gli americani riguardo alla presidenza di Trump, con il desiderio di esplorare opzioni alternative alla vita americana.
Anche analizzando la sua precedente esperienza come Presidente, c’è da rilevare che Trump ha implementato alcune politiche economiche come il Tax Cuts and Jobs Act del 2017, riducendo le tasse per molte persone, ma a beneficiarne sono state principalmente le famiglie ad alto reddito e le grandi aziende. Alcuni critici sostengono che le sue politiche abbiano ridotto le protezioni per i lavoratori a basso reddito e abbiano tagliato i programmi di assistenza sociale, paure che si ripropongono ora. Qualche perplessità è legata anche al sostegno che Elon Musk, ha garantito a Trump, sia finanziariamente che politicamente, giocando un ruolo significativo nella sua elezione, avendo utilizzato la sua piattaforma di social media e le sue risorse finanziarie per amplificare il messaggio di Trump e mobilitare i suoi sostenitori.
Per concludere, pur stendendo un velo pietoso sui guai giudiziari di Trump, questi si problemi esclusivamente americani, c’è da preoccuparsi non poco sulla politica e i problemi che i due miliardari americani, Trump e Musk, creeranno non solo all’America, ma al mondo intero.
sabato 9 novembre 2024
venerdì 8 novembre 2024
mercoledì 6 novembre 2024
martedì 5 novembre 2024
lunedì 4 novembre 2024
domenica 3 novembre 2024
Roberto Biscardini: Socialisti contro la guerra
SOCIALISTI CONTRO LA GUERRA
Roma 19 ottobre 2024
Intervento di Roberto Biscardini
È evidente che ci troviamo di fronte ad una situazione che non ha precedenti nella storia recente dell’umanità.
Con fronti di guerra sostanzialmente accettati e subiti dalla comunità internazionale, subiti dalla politica e dalla diplomazia.
Guerre che non vengono fermate e che, anche per questo, potrebbero favorirne altre.
In un mondo che non riesce a fermare un uomo, che per salvare sé stesso, agisce fuori da qualunque regola del diritto internazionale, mettendo a rischio la pace mondiale.
1 E questo avviene con il sostanziale silenzio dei governi occidentali nonostante la maggioranza dell’opinione pubblica di tutto il mondo sia contro l’aggressione criminale del governo di Israele nei confronti del popolo palestinese.
2 E avviene nonostante persino in Israele l’opinione pubblica vorrebbe la fine della guerra, ma si trova per le mani una democrazia debole che non riesce a fermare un uomo, senza bisogno di uno spargimento di sangue. Un parlamento che non ha la forza di alzare la mano per mandare a casa i propri governanti, con comunità ebraiche in tutto il mondo troppo silenziose, quando addirittura non condizionate dalle aree più fanatiche e integraliste ancorché minoritarie del popolo ebraico
3 Con le stesse famiglie degli ostaggi che chiedono a Netanyahu di fermarsi e di scegliere il terreno della tregua
Anche per questo è importante questa iniziativa promossa dalla federazione romana dal Psi perché dimostra che da qui si può costruire, sui contenuti e sulle cose da fare, un’idea unitaria del socialismo.
Nel merito. Stando alle ultime notizie in medio oriente non siamo di fronte solo ad un’escalation militare, a Gaza come in Libano, ma anche ad una catastrofe umanitaria organizzata scientificamente da Netanyahu affinché oltre ai morti sotto i bombardamenti si aggiungano i morti per fame e di stenti.
L’obiettivo è lo sterminio di un popolo e ridurre tutta la regione in un cumulo di macerie. E questo non dovrebbe essere accettato da nessuno.
Infatti i morti sono molti di più di quelli accertati, perché a coloro (uomini donne e bambini) che sono morti per gli attacchi militari, bisogna aggiungere le persone che muoiono dopo essere state ferite, o per assenza di acqua e di cibo, e per aver contratto malattie conseguenti alla distruzione indiscriminata delle città.
In poco tempo alla mattanza di Gaza, alla colonizzazione della Cisgiordania, all’invasione del Libano siamo arrivati alla minaccia di una guerra contro l’Iran, e il mondo che è sull’orlo di una catastrofe sta a guardare.
La reazione affinché l’escalation si fermi è debole.
Se il mondo parlasse, se l’Europa fosse un’altra, se la politica del governo italiano non fosse complice di una politica solo atlantista, che ha enormi responsabilità sia nei crimini della guerra in Medioriente e sia nella guerra tra Russia e in Ucraina, se anche la sinistra avesse maggiore coraggio e si possa dire BASTA tutti insieme, non ci sarebbe bisogno di un incontro come questo.
Ecco perché oggi siamo qua, e dobbiamo farlo perché farlo È UN DOVERE E NON BISOGNA STARE ZITTI.
È un dovere prendere posizioni (così come abbiamo iniziato a farlo proprio qui a Roma in queste sale, in un’iniziativa di Critica Sociale qualche mese fa, lanciando l’idea di un movimento per il socialismo che avesse tra propri obbiettivi quello di impegnarsi con chiarezza contro la guerra e la cultura della guerra troppo forte in tutto l’occidente.
È un dovere esserci ovunque sia possibile.
Farlo pur in un momento in cui la debolezza di una forza socialista anche a livello internazionale, colloca spesso la sinistra su posizione che non dovrebbero appartenergli, incapace di guardare lontano e di cogliere la gravità delle conseguenze disastrose di ciò che a breve potrebbe succedere.
Farlo contro chi la guerra la promuove, la sostiene e la alimenta con soldi, armi e propaganda, perché questo è nel DNA del socialismo italiano ed europeo.
È dall’Internazionale del 1889 che i socialisti discutono del tema della guerra e del come prevenirla in quanto strumento dei nostri antagonisti. E delle classi dominanti.
I socialisti condannarono ogni guerra al Congresso di Stoccarda e a quello di Basilea del 1912 in quanto guerra fra capitalisti.
E lo fecero alle soglie della prima guerra mondiale.
Nel luglio 1914 l’Avanti titolava a prima pagina “Verso un nuovo macello dei popoli. Abbasso la guerra!” Nella convinzione che i cittadini e la classe lavoratrice fossero in condizioni con ogni mezzo di fermarla.
Una posizione netta e intransigente che, nel centenario della morte di Giacomo Matteotti è doveroso ricordare per la sua attualità.
È dell’ottobre del 1914 la presa di posizione di Matteotti circa la possibilità del ricorso all’insurrezione per impedire l’ingresso dell’Italia in guerra.
Neutralismo, pacifismo integrale e internazionalista.
Fino all’estremo rimedio della agitazione rivoluzionaria. Perché Matteotti pensava, per esempio al contrario di Turati, che con la guerra “con il suo carico di morti e sofferenze economiche da sempre a carico delle classi meno abbienti imponesse un’azione più decisa del partito socialista per evitarla, fino ad immaginare lo sciopero generale insurrezionale”.
I socialisti italiani furono in quegli anni tra i grandi partiti della sinistra europea quelli più intransigenti, fedeli alla visione pacifista dell’internazionale socialista che rappresentò per lunghi anni la speranza di un mondo migliore e senza guerre.
Ma la storia pacifista dei socialisti italiani non finisce qui.
Bisogna ricordare Nenni nell’immediato dopo guerra. È l’avvio di una lunga fase della politica di distensione tra est e ovest che troverà in modo particolare con la Bad Godesberg del 1969 il punto più alto per contrastare per via diplomatica la Guerra Fredda.
E contemporaneamente, quante volte i socialisti della mia età sono stati in piazza contro la guerra del Vietnam, o in difesa dei movimenti di liberazione contro le dittature e i regimi totalitari?
Non è sbagliato partire dal passato per affrontare il presente ed evitare un futuro drammatico.
Di fronte al pericolo di una nuova catastrofe è un dovere dei socialisti agire, esserci, per dare il proprio contributo ed evitare le conseguenze micidiali delle guerre attuali che rischiano, senza alcun limite ad alimentare l’odio tra popoli e tra le persone, per generazioni e generazioni, guerre che si configurano come guerre preventive che dietro un ipocrita “diritto alla difesa”, magari addirittura in nome della democrazia, hanno come obiettivo non di sconfiggere l’avversario ma di distruggerlo.
Un terrorismo di Stato che produrrà a catena nuovo terrorismo. Senza mettere mai in conto l’ipotesi di un intervento della diplomazia per raggiungere una tregua o addirittura in violazione del diritto internazionale e dei diritti umani, individuali e collettivi. Negando un ruolo attivo delle Nazioni Unite.
Noi socialisti siamo dalla parte delle persone, siamo dalla parte dei popoli, di tutti quelli che soffrono sia da una parte che dall’altra.
Siamo dalla parte dei diritti, e siamo contro la guerra perché il diritto principale delle persone è quello di poter vivere.
Per questo:
Chiediamo che il nostro Paese e l’Europa riconoscano subito la Palestina, ancorché a distanza e in ritardo di 31 anni quando vennero ratificati gli accordi di Oslo, perché non può esistere un popolo senza Stato e senza terra.
Chiediamo che la comunità internazionale esca dall’immobilismo e sia anche l’ONU ad intervenire diplomaticamente in Medio oriente e in Ucraina come forze di interposizione tra israeliani e palestinesi, per garantire l’organizzazione degli aiuti, la fine delle ostilità, e la ricostruzione.
Oltre all’embargo delle armi e le sanzioni nei confronti di Israele.
Noi socialisti, in senso lato (non solo quelli anagrafici) possiamo svolgere, sia in Italia che in Europa, un ruolo protagonista per una politica di pace contro la guerra.
Perché disimparare il valore della pace avrà conseguenze incalcolabili per tutti.
Anche per questo, come è già stato annunciato, ci rivedremo presto, qui a Roma per dare continuità all’iniziativa di oggi, ma la prossima volta lo dovremo farlo coinvolgendo la comunità israeliana e quella palestinese.
Dobbiamo unire nuove forze a partire dalle tante associazioni socialiste, non tutte impegnate nello stesso modo, dobbiamo entrare nei circoli e nelle sezioni.
Qualche volta siamo stati criticati perché abbiamo partecipato a diverse manifestazioni, a partire da quella in Italia del 5 novembre 2022 e le tante che si sono succedute fino ad ora.
Lo faremo anche il 26 ottobre a Roma come a Milano e nelle altre città italiane, con o senza bandiere. Siamo nel movimento contro la guerra e dobbiamo fare la nostra parte.
venerdì 1 novembre 2024
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