Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
lunedì 29 luglio 2024
Franco Astengo: Il governo di destra e la lotta di classe
IL GOVERNO DI DESTRA E LA LOTTA DI CLASSE di Franco Astengo
Con il nuovo accertamento l’Agenzia delle Entrate si muoverà solo in presenza di uno scostamento considerevole tra le spese sostenute e quanto dichiarato. Maxi-sconto per gli autonomi infedeli che si mettono d’accordo con il Fisco.
l tanto discusso concordato preventivo biennale cambia faccia grazie all’approvazione definitiva del primo decreto legislativo correttivo della riforma fiscale da parte del Consiglio dei Ministri. Questo provvedimento introduce modifiche sostanziali alla disciplina del concordato preventivo biennale, originariamente delineata dal D.Lgs. 13/2024, rendendolo uno strumento più attraente per i contribuenti. La novità più rilevante consiste nell’introduzione di un regime di tassazione opzionale applicabile al reddito incrementale concordato, con aliquote che variano dal 10% al 15% in base all’affidabilità fiscale del contribuente.
In realtà chi paga le tasse in Italia ?
L’81,5% dell’Irpef (pari a 166,5 miliardi) viene versato dai lavoratori dipendenti (85,5 miliardi dai dipendenti del settore privato e 81 miliardi da quelli pubblici).
Solo il 6,1% arriva dai lavoratori autonomi, che versano 12,6 miliardi di euro di imposte. Il resto della somma, per arrivare a 205,8 miliardi, è catalogato nel bilancio dello Stato sotto le voci “ritenute a titolo di acconto sui bonifici per beneficiare di oneri deducibili o detraibili”, “Irpef saldo” e “Irpef acconto”.
Ma c’è un altro dato che fa ulteriore chiarezza. Ed è quello relativo alla propensione all’evasione, che identifica il rapporto percentuale tra l’ammontare del tax gap e il gettito teorico ovvero la percentuale di imposte che non vengono pagate rispetto a quanto sarebbe dovuto. I lavoratori dipendenti irregolari (ricordate, i regolari non possono evadere) non pagano al fisco il 2,3% di quando dovrebbero. I lavoratori autonomi, invece, evadono il 67,2% di quanto dovrebbero versare.
Avete letto bene: il 67,2%. Significa che quasi il 70% delle imposte dovute dai lavoratori autonomi non viene versato.
Nel frattempo, l’estensione della platea dei lavoratori autonomi che versa la flat tax del 15% crea un’ulteriore distorsione dei dettami dell’articolo 53 della Costituzione italiana, che recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Ma la progressività sembra essere sempre più una chimera in Italia. Come ha dimostrato un recente studio della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università di Milano-Bicocca (firmato da Demetrio Guzzardi, Elisa Palagi, Andrea Roventini e Alessandro Santoro), il sistema fiscale italiano è blandamente progressivo solo per il 95% dei contribuenti ma diventa regressivo per il 5% più ricco. Chi guadagna oltre 500mila euro all’anno paga la imposte con un’aliquota del 36% contro il 50% di chi guadagna meno. Questo perché i guadagni dei più ricchi non derivano dal reddito da lavoro (tassato fino al 43%) ma da redditi da capitale, tassati al 26% e addirittura al 12,5% per i titoli di Stato..
Distorsioni che arrivano da lontano e coinvolgono diverse parti politiche ma con concordato e redditometro il govern0 di destra fa comprendere bene da che parte sta e come conduce -attraverso il fisco - la lotta di classe. (che come ha scritto a suo tempo Marco Revelli esiste sempre e fin qui l'ha vinta il capitalismo).
Franco Astengo: Liguria
Liguria: l'astensione convitato di pietra.
Elettrici ed elettori liguri saranno chiamati alle urne entro il prossimo mese di ottobre in seguito alle dimissioni del Presidente coinvolto in una vicenda giudiziaria salita agli onori di tutte le cronache con il conseguente scioglimento del consiglio regionale.
Si tratterà di una prova molto significativa da un particolare punto di vista: quello della partecipazione al voto.
Non ci saranno rendite di posizione, considerata la situazione in atto.
L'elettorato ligure esce sfiancato da questa vicenda e l'Ente Regione rimane un oggetto misterioso per la gran parte di elettrici ed elettori anche perchè il principale (e quasi esaustivo) fattore di "ricasco pubblico" rimane quello della crisi della sanità pubblica attribuita (giustamente) al favore che la Regione riserva alla Sanità Privata.
La situazione particolare di Liguria elezioni 2024 porta però alla necessità di impostare una campagna elettorale imperniata su :
a) dagli atti fin qui portati avanti dall'autorità giudiziaria appare rilevarsi il profilo di un vero e proprio "sistema di potere" collocato ben al di fuori da un contesto di esercizio della responsabilità democratica. Le scelte fin qui compiute dal Presidente della Regione Liguria nel corso del suo mandato hanno avuto l'evidente destinazione proprio del consolidamento di questo sistema di potere attraverso scelte di carattere corporativo sia sul piano economico sia sul piano delle destinazioni territoriali (ultima in ordine di tempo ma non ultima per importanza quella della destinazione della nave -rigassificatore a Vado Ligure);
b) Abbiamo di fronte un caso "nazionale": Per quanto descritto fin qui dalla Magistratura ci troviamo di fronte ad una faglia molto più sottile di quella classicamente rappresentata dalla dazione di tangenti che un tempo confluivano genericamente nello "scambio politico": un filone del tutto interno al mutamento di indirizzo nella concezione di divisione del potere e di annullamento del confine tra il pubblico e privato.
La maggioranza uscente in Regione Liguria ha tentato di giocare la carta di affiancamento della tecnocrazia con il populismo senza colore politico, cercando anche di portare questo schema secondo la magistratura comune anche ad altre amministrazioni locali a dimensione nazionale, ma il tentativo è fallito piuttosto miseramente e non soltanto a causa del consueto intervento "supplente" da parte dell'autorità giudiziaria.
Le elezioni saranno probabilmente decise dalla dimensione che assumerà la crescita del tasso di astensione che dovrebbe essere rivolto prevalentemente a destra: le forze del centro - sinistra chiamate a presentare un'alternativa dovranno cercare prima di tutto di chiamare a raccolta i propri sostenitori "storici" attraverso una definizione molto netta dell'impianto progettuale tra pubblico e privato (sanità/portualità) e nei riferimenti della dimensione territoriale tra Genova e il resto della Regione : è possibile nella situazione attuale della Liguria che la vittoria di una candidatura si determini "in discesa", tra che perderà meno voti rispetto alla diserzione dalle urne che tenterà molti.
In ogni si tratterà di un passaggio di grande interesse per l'insieme del sistema politico italiano.
Franco Astengo
sabato 27 luglio 2024
venerdì 26 luglio 2024
mercoledì 24 luglio 2024
martedì 23 luglio 2024
sabato 20 luglio 2024
venerdì 19 luglio 2024
giovedì 18 luglio 2024
mercoledì 17 luglio 2024
martedì 16 luglio 2024
domenica 14 luglio 2024
venerdì 12 luglio 2024
Franco Astengo: Autonomia differenziata,oltre i Lep
AUTONOMIA DIFFERENZIATA: OLTRE I LEP di Franco Astengo
Nell'organizzare l'opposizione ( anche tramite richiesta di referendum) verso la legge sull'autonomia differenziata si sta evidenziando con grande forza il tema dei LEP (Livelli Essenziali Prestazioni) che dovranno essere stabiliti per rendere una base uniforme alle residue erogazioni di stato sociale: sanità, scuola.
Al riguardo della legge approvata in questi giorni si rileva però un tema che non appare al centro del dibattito ma che rappresenta probabilmente il "cuore" della vicenda: il riferimento è alle materie di cui le Regioni possono richiedere l'acquisizione di competenze nelle materie "No Lep".
La regione Veneto ha così immediatamente avanzato richieste di maggiore autonomia nelle 9 materie "non Lep", cioè quelle per le quali non è necessario che lo Stato stabilisca prima i Livelli essenziali di prestazione.
Fra queste oltre alla previdenza complementare, il coordinamento della finanza pubblica, le banche (Casse di Risparmio, Banche di credito rurale, ecc,) spicca la richiesta della piena competenza sul commercio estero e i rapporti con l'UE.
Il tema dei rapporti con l'estero è particolarmente delicato e specificatamente lo è ancora di più al riguardo del Veneto.
Il tessuto industriale veneto (come in parte quello lombardo) composto da aziende di media/piccola dimensione nella generalità avanzate tecnologicamente e quasi completamente complementari e sussidiarie all'industria tedesca.
Per fare un esempio i 20,9 miliardi di merci che vengono esportate dal Veneto verso la Germania sono superiori ai 16 miliardi dell’export canadese.
Questo dato indica alcune questioni:
1) l'orientamento produttivo delle industrie venete è strettamente legato a quello delle industrie tedesche e in particolare alla Baviera e al Baden Wurttenberg. Se come pare la Germania deciderà di innalzare la propria quota di PIL riservata all'armamento è evidente che avremo aspetti di riconversione industriale che toccheranno l'insieme delle filiera di là e al di qua delle Alpi. Il Veneto (e la Lombardia) potrebbe così legarsi ad una economia di guerra indipendentemente dalle scelte generali del Paese;
2) Il primo punto pone oggettivamente in discussione l'idea della programmazione economica a livello nazionale (e il rapporto con l'Europa) e di intervento pubblico in economia (mentre il governo procede a tentoni nel pieno della confusione come nel caso della cessione di ITA, delle acquisizioni in siderurgia e a cessioni improprie come nel caso della Rete Tim passata ai pensionati canadesi in uno scenario inedito in Europa).
Questo tipo di analisi rafforza ulteriormente la necessità di combattere a fondo questo pericoloso stato di cose in atto cercando anche di far comprendere come si tratti di un tassello del cambiamento che la destra ha in programma sul tema del rapporto tra governo e democrazia.
Privatizzazione e autoritarismo nell'esercizio di un potere fondato sulla frammentazione dello Stato anche sul piano delle relazioni internazionali (negli aspetti che di più contano) così la destra intende saldare il quadro di modificazioni costituzionali: una direzione di marcia di variazione profonda del concetto di governabilità che dovrà essere fermato anche se a sinistra, nel passato più recente, ci si è mossi aprendo la strada con riforme portate avanti con il solo scopo di inseguire l'agenda dell'avversario (come fu nel caso della riforma del titolo V).
Il recupero dell'autonomia progettuale della sinistra in particolare rispetto al quadro europeo proprio sul punto governabilità/democrazia appare il primo passaggio decisivo per affrontare una situazione che si presenta molto difficile.
giovedì 11 luglio 2024
mercoledì 10 luglio 2024
martedì 9 luglio 2024
Franco Astengo: Francia doppio turno
FRANCIA DOPPIO TURNO di Franco Astengo
Ho provato a tirar giù un'analisi del peso del doppio turno nelle elezioni francesi: si tratta di dati ancora incompleti ma che possono fornire comunque una credibile indicazione complessiva al riguardo del punto, principale che è stato segnato in questa occasione.
Ricordo in premessa che quello francese è appunto un "secondo turno" e non un ballottaggio come invece avviene in Italia in occasione dell'elezione del sindaco: in Francia, acclarato che il candidato che passa il 50% dei voti validi nel primo turno è eletto, al secondo turno accedono quanti hanno superato il 12,5% degli aventi diritto.
Nasce così quel tema dei "triangolari" e soprattutto della "desistenza" di cui si è molto discusso in questi giorni e che è stata applicata in maniera sufficientemente rigorosa dalle formazioni del cosiddetto "spirito repubblicano" e in particolare dalla sinistra.
Riferendoci al solo territorio metropolitano si sono svolti diversi triangolari in particolare dovuti al mancato ritiro del candidato di Ensemble ( la lista di riferimento di Macron) quando il candidato meglio piazzato apparteneva a France Insoumise (19 triangolari Ens-FP-RN) o ai Verdi.
Al secondo turno abbiamo assistito anche a due quadrangolari (sempre con riferimento al territorio metropolitano) il primo vinto dal RN davanti alla Lista Repubblicana (gollisti), al Fronte Popolare e a Ens. Il secondo vinto da un candidato definito di "diversa destra" davanti al RN, FP ed ENS.
In due circoscrizioni della banlieue parigina si sono anche affrontati candidati di France Insoumise rappresentanti evidentemente di diverse correnti e in un'altra occasione un candidato del PCF vittorioso su di un esponente di France Insoumise.
Il tema che maggiormente interessava questo secondo turno era quello riguardante il rapporto tra il RN e la "desistenza" del Fronte Repubblicano.
Prendendo ad esempio 254 collegi del territorio metropolitano nel quali il RN partiva dal primo turno con il maggior numero di voti la formazione di estrema destra ha mantenuto il primato (e ottenuto il seggio) in 102 perdendo 152 collegi (59,84%) dove si è trovata i propri candidati scavalcati dagli avversari.
152 seggi suddivisi: 84 a ENS, 43 al Fronte Popolare e 25 ai Repubblicani (Gollisti) una parte dei quali si era alleata con il RN fin dal primo turno.
E' capitato che ci sia stata autonomamente desistenza da parte della sinistra anche verso i candidati della LR. quando questi si sono trovati proiettati al secondo turno in migliore posizione.
Un esempio di generosità politica questo offerto dalla sinistra francese che ha fornito un esito positivo spingendo anche la crescita alla partecipazione al voto che probabilmente è risultato essere il fattore decisivo per il successo finale.
lunedì 8 luglio 2024
domenica 7 luglio 2024
sabato 6 luglio 2024
venerdì 5 luglio 2024
giovedì 4 luglio 2024
martedì 2 luglio 2024
Franco Astengo: Numeri dalla Francia tra Europee e legislative
NUMERI DALLA FRANCIA TRA EUROPEE E LEGISLATIVE di Franco Astengo
Dal punto di vista dell'analisi elettorale, in attesa dell'esito dei ballottaggi, appare sicuramente interessante la comparazione tra il turno delle europee svolto in Francia il 3 giugno e quello delle legislative convocate d'urgenza dal presidente Macron per l'appena trascorso 30 giugno.
Un fatto singolare con pochi precedenti: nel giro di pochi giorni si sono svolte le elezioni europee e le elezioni politiche e valutare le diversità nella partecipazione e nelle espressioni di voto appare sicuramente esercizio di grande interesse.
La drammatizzazione del quadro politico dovuto all'avanzata della destra ha sicuramente contribuito a una sorprendente crescita nella presenza alle urne.
Il corpo elettorale è rimasto sostanzialmente inalterato: alle europee aveva diritto di voto 49.462.981 elettrici ed elettori mentre alle legislative gli iscritti nelle liste assommavano a 49.332.732 unità.
In conseguenza appare corretta una comparazione fondata sulle cifre assolute.
Come già riportato la partecipazione ha registrato una vera e propria impennata: da 24.753.773 voti validi espressi il 3 giugno a 32.060. 374 contati il 30 giugno, uno scarto di 7.316.601 voti in più che naturalmente hanno avuto un effetto sulle cifre assolute ottenute dai partiti.
Tra i due turni elettorali l'offerta politica ha subito una sostanziale modifica a sinistra con la creazione del Nuovo Fronte Popolare: una coalizione comprendente France Insoumise e i suoi alleati, le liste ecologiste, il partito socialista e quello comunista con liste affini (in particolare la nuova socialdemocrazia di Place Publique).
Una coalizione che ha presentato un programma molto avanzato sul piano sociale ma soprattutto tenuta assieme dalla volontà di respingere il prevedibile assalto portato dalla destra del Rassemblement National.
Analizziamo allora il voto del Fronte in termini di suffragi assoluti comparandolo ai voti ottenuti dalle diverse liste nelle elezioni europee.
Andando per ordine: il Nuovo fronte popolare ha ottenuto nelle legislative del 30 giugno la somma di 8.974.463 suffragi. Il 3 giugno: la lista Reveiller l'Europe comprendente il partito socialista e Place publique aveva avuto 3.424.216 voti; France Insoumise e alleati (Union Populaire) 2.448.703 voti; Europe Ecologie 1.361.127; l'alleanza tra PCF e FGR 584.067 per un totale di 8.402.180 con un saldo positivo di 572.283 voti, risultato sicuramente da rimarcare considerata l'eterogeneità della coalizione che in quest casi non sempre riesce a produrre la sommatoria del voti precedentemente ottenuti dalle forze che compongono "l'ensemble".
Diverso il discorso per il Rassemblement National che alle Europee presentatosi come Le France Revient ! aveva ottenuto 7.765.936 voti saliti nell'occasione delle Legislative a 9.377, 109 voti; un incremento di 1.611.173 suffragi. L'effetto dell'incremento del numero dei voti validi ha fatto però sì che nella realtà in percentuale il FN flettesse dal 31,37 al 29, 25.
Buona parte della mobilitazione elettorale avuta tra l'esito delle europee e il voto delle legislative ha premiato l'area libdem che fa capo al presidente Macron : alle Europee "Besoin d'Europa" aveva avuto 3.614.646 voti, alle legislative ENS ha avuto 6.425.525 (più 2.810.879). Forte anche l'incremento percentuale tra le due formazioni da da 14,60 a 20,04. Il sistema macronista è crollato come funzione d'argine tra le estreme ma elettoralmente il partito e la sua coalizione hanno dimostrato una presenza importante.
Anche Les Republicans hanno fatto registrare una crescita da 1.794.171 voti a 2.104. 978.
La nota politica conclusiva non può che riguardare la tripartizione che segna il sistema politico francese tra RN, FP ed ENS si sommano 24.797.097 voti su 32.060.374 pari al 77,34%, roba da Italia al tempo del sistema dei partiti.
Proprio questa analisi sulla tripartizione del sistema segnala ancora una volta come in Francia si presenti un grande problema di rapporto tra governabilità e rappresentanza che l'attuale sistema ha storicamente ignorato.
Rapporto che passa attraverso la formula elettorale: le legislative saranno decise, con ogni probabilità, dal gioco delle desistenze e dall'aderenza dell'elettorato alla dinamica proposta dai partiti.
Però potrebbe anche essere l'ultima volta che intere fette di rappresentanza alla fine non trovano corrispondenza istituzionale.
La prova della desistenza repubblicana il 10 luglio avrà grande importanza così come la tenuta del Fronte Popolare come progetto politico stabile e plurale.
Da considerare infine che il tema della guerra è stato poco considerato come fattore di determinazione del voto: probabilmente un errore di valutazione rispetto al peso che la complessità del tema ha sulla formazione dell'opinione pubblica.
lunedì 1 luglio 2024
Franco Astengo: Ballottaggi Francia
FRANCIA BALLOTTAGGI di Franco Astengo
La necessità di fornire per quanto possibile un quadro dell'esito del primo turno delle elezioni legislative francesi 2024 ha fatto pensare di dover lavorare su di una minima indicazione rispetto al turno di ballottaggio di domenica prossima, rimandando l'analisi del voto complessivo.
Quelle che seguiranno saranno indicazioni sicuramente incomplete ma comunque si ritiene sufficientemente orientative.
Il primo dato è quello dello schema tripolare che ormai contraddistingue il sistema politico francese che ormai di frequente grazie al doppio turno porta centro e sinistra ad allearsi in funzione anti - destra.
In questo caso ci sarà da verificare il comportamento di elettrici ed elettori dei Repubblicans, se seguiranno l'indicazione di Ciotti verso la destra oppure se seguiranno quello che fu l'esempio fornito nell'occasione dell'elezione di Chirac avverso Le Pen padre.
In ogni caso al primo turno sono stati assegnati 81 seggi: 40 al Rassemblemant National; 32 al Fronte Popolare, 1 ai Repubblicans, 3 ai centristi, 4 all'Ensamble di Macron, 1 alla Gauche fuori dal FP.
Precisato che le notazioni che seguiranno riguardano il territorio metropolitano sono state rilevate, in maniera del tutto sommaria e parziale:
53 confronti diretti RN - FP con il RN in vantaggio in 49 collegi.
21 confronti diretti RN-ES.
13 confronti diretti LR - FP.
12 confronti diretti FP-ES
altre combinazioni di confronto diretto 12 fra le quali 5 tra Diversa Destra e RN
Nei triangolari:
RN in vantaggio su ES e FP 73
RN in vantaggio su FP e ES 58
RN in vantaggio su LR e FP 15
FP in vantaggio su RN e ES 31
FP in vantaggio su ES e RN 32
ES in vantaggio su RN e FP 27
ES in vantaggio su FP e RN 19
LR in vantaggio su RN e FP 12
Si riscontrano ancora diverse combinazioni tra RN, diverse destre sia con FP che ES; FP- ES - LR; Regionalisti: alcune con il FP davanti a LR e RN al terzo posto oppure con FP-RN-LR e ancora con FP-ES-RN.
Sarà decisivo il gioco delle desistenze: questo quadro intende offrire soltanto un primo orientamento di massima: il FP dovrebbe ritirarsi almeno da 119 collegi (73 in svantaggio rispetto a RN e ES, 27 in svantaggio rispetto a ES e RN, 19 in svantaggio rispetto a ES) ed ES da 121 (58 in svantaggio rispetto a RN e FP, 31 in svantaggio rispetto a FP e RN, 32 in svantaggio su FP).
Si ripete: tutto questo per offrire un primo quadro di orientamento.Si ripete: tutto questo per offrire un primo quadro di orientamento con lo scopo di dimostrare che esiste concretamente la possibilità di fermare la destra, pur in un quadro molto contraddittorio.
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