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martedì 19 luglio 2022
Paolo Zinna: Draghi, Conte e l'onesta confusione del PD
DRAGHI, CONTE E L’ONESTA CONFUSIONE DEL PD.
Andare a votare? Non sia mai, arrivano i fascisti, Casa Pound, le piaghe d’Egitto, Putin. Incoroniamo l’uomo della Provvidenza (cioè dei privilegiati) e i cittadini se ne stiano, la democrazia politica è un optional. Draghi sta facendo quello che è stato chiamato a fare: finanziarie per i ceti medio alti, mediazioni con le lobbies piccole e grandi (catasto, bagnini, ristorazione) e soprattutto gestione opaca del PNRR (voi ne sapete qualcosa?). Appena sembra che l’M5S ne abbia abbastanza, è facile trovare un certo numero di soldati di ventura pronti a tradire.
E il PD? Cito dal Corriere, sul sondaggio di Pagnoncelli: “il Pd ha un elettorato più maschile, di età più matura (60% ha più di 50 anni contro il 54,6% della totalità degli elettori), più istruito (61% è diplomato o laureato, 10 punti più della media), di condizione economica elevata o medio alta (42%, 15 punti più della media). Uno su tre (32%) è pensionato, il ceto impiegatizio e quello dirigente sono più presenti rispetto alla media degli elettori (33%, +10%) mentre operai e disoccupati sono sottorappresentati (16% contro 26,4%)”. Don Milani avrebbe detto: è il PIL, partito italiano laureati.
Qualcuno ha detto: al di là del fatto, impressiona che non ci sia nessun commento fra i responsabili del partito. Non è strano: già lo sapevamo benissimo che siamo diventati quella cosa lì, non si stupisce più nessuno, basta guardare dove prendiamo i voti. A me invece colpisce un’altra cosa. Normalmente, le organizzazioni tendono ad autoconservarsi, sviluppano mosse e strategie per questo. Sembra che il PD non lo stia facendo.
Oggi, il PD pesa per circa il 22%. Come proporsi di governare il paese da soli? Non ci riuscì Veltroni col 33%, nel 2008 ! Occorre dunque il “campo largo”, ottima idea che non dovrebbe rimanere astratta. Parliamo intanto di numeri (e non di politica): serve che l’M5S conservi almeno il 15%, che l’area di centro porti quel 7 – 8 che può dare e soprattutto che si recuperi dall’astensione. Ma i ceti che votano PD oggi votano, in proporzione, già più degli altri, si dovrà guardare altrove.
Se vogliamo recuperare consensi fra chi ha votato M5S nel 2018 ed oggi non si scomoda nemmeno per eleggere il proprio sindaco, non basterà certo riproporre il freddo tecnocrate Draghi con una ricetta fatta di austerità, sacrifici per i deboli (“c’è la guerra”! “Putin alle porte!”) e l’atteggiamento “ragazzini, lasciatemi lavorare”. Occorre invece passare dai numeri ad una politica, un progetto di cose concrete da fare nei mesi che resterebbero. M5S, per dire il vero, lo ha presentato:
Mantenere il reddito di cittadinanza
Fissare un salario minimo
Limitare il precariato applicando davvero il loro “decreto dignità”
Bonus a chi è danneggiato, piuttosto a pioggia, per quel che si capisce – ma è interessante la proposta di trovare risorse con una tassa sui profitti, come in Spagna
Transizione ecologica (in pratica: no ai rigassificatori)
Non bloccare i superbonus in corso con ostacoli burocratici
Misure concrete antievasione (“cash back fiscale”)
Alleggerimento e rateizzazione delle sanzioni fiscali
Maggior controllo sul governo nel formulare i decreti in base alle deleghe di legge
Poi (10), una importante precisazione in politica estera: atlantici sì, ma non ciecamente obbedienti agli ordini USA.
Salvo il punto 8. (da rifiutare fermamente), tutto il resto dovrebbe essere la nostra linea, la nostra richiesta come PD. È un ottimo “programma minimo” socialdemocratico. Draghi lo rifiuterà, perché egli è proprio il contrario di tutto questo, è l’uomo di punta dei conservatori dell’assetto sociale di oggi.
Invece, un certo numero di sindaci (non solo del PD) firmano lettere che chiedono un governo Draghi 2 slegato dalle forze politiche, svelando il proprio distacco dalla democrazia politica. A Milano si organizzano manifestazioni di groupies pro Draghi, per la gioia del capogruppo PD in Consiglio Comunale.
E l’opinione PD come si orienta (in perfetta consonanza fra molti militanti di base e i parlamentari)? Ricorda i trascorsi pessimi del M5S e di Conte, eccepisce su questo o quell’aspetto parziale, invoca la “responsabilità
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