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martedì 23 luglio 2019
Franco Astengo: Gauche
MODELLI DI LEADERSHIP IN TRASFORMAZIONE: LA GAUCHE POPULISTA DI Franco Astengo
Il numero di Aprile 2019 dei "Quaderni di Scienza politica" contiene un testo di analisi di Marco Damiani e Francesca Piselli con il quale si affronta il tema dei modelli di trasformazione della leadership nell'ambito di un movimento giudicato dagli autori "dalla sinistra al popolo", prendendo a riferimento la figura di Jean Luch Mèlenchon,
Nell'analisi in questione si esaminano i complessi passaggi personali avvenuti nel corso della vicenda politica del leader di France Insoumise, da ministro socialista - appunto - a un movimento dalla "sinistra al popolo" che, nel titolo di questo intervento, abbiamo riassunto come "gauche populista".
In questa sede non si affrontano specificatamente i diversi temi trattati nell'articolo di Damiani e Piselli ma s’intende semplicemente sollevare alcune questioni che dovrebbero interessare coloro i quali ritengono che possa essere ancora affrontato il tema di uno spazio politico per una sinistra sostanzialmente erede della grande tradizione storica del socialismo e del comunismo così come questi si è sviluppata in Occidente in particolare in Italia, con tratti storicamente specifici sia rispetto alle esperienze della socialdemocrazia di governo sia dei sistemi emersi dal ciclo delle cosiddette "rivoluzione avvenute".
La domanda che si pone, in sostanza, è questa: appartiene ancora "France Insoumise" e, in particolare il suo leader Jean Luc Mèlenchon, all'area politica di una "nuova sinistra": può far parte "France Insoumise" di una rinnovata "Union de la gauche" a livello transnazionale?
La risposta probabilmente era già visibile negli schieramenti così come si sono presentati alle recenti elezioni europee del maggio 2019 ,ma è ben approfondire alcuni punti specifici.
Prima di tutto deve essere segnalato come "France Insoumise" risulti strutturata come "partito personale" del tipo moviment - party raccolto attorno alla figura del suo leader: una forma specifica di personalizzazione della politica fondata su di un ben preciso disegno di narrazione.
Un disegno che può ben essere così schematicamente descritto: "France Insoumise" non riconosce più alla classe dei lavoratori la capacità di costruire le premesse egemoniche necessarie al perseguimento di un rinnovato progetto politico.
"Tutto il popolo", e non più una sua parte, viene così individuato come il soggetto protagonista del cambiamento.
Al "popolo", non meglio identificato, è attribuito il ruolo di unico interlocutore di riferimento, cui il leader si rivolge per conseguire i propri obiettivi.
Non emerge insomma molto di diverso dal tanto deprecato "uomo solo al comando".
Il dato che determina più di altri l'elaborazione di questa ipotesi è quello della crescita nell'uso della parola "gente".
Il passaggio da una posizione di sinistra a una posizione di tipo populista si verifica nel momento in cui è dimostrata un'attitudine politica verso la volontà di fare appello a tutto il popolo, non solo alla classe lavoratrice senza elevare la categoria dello sfruttamento a "frattura" interna alla dinamica di classe.
Attraverso questo "appello al popolo" France Insoumise e il suo leader si ergono a difensori dei torti subiti dalla "gens" nel corso degli ultimi decenni. Sotto quest’aspetto i tratti di somiglianza con il M5S dell'era Grillo appaiono senz'altro molto accentuati.
Nella narrazione politica di Mèlenchon emergono così alcuni temi che corroborano il giudizio complessivo che fin qui è stato espresso: prevale l'idea di trasformazione da partito della sinistra a moviment - party di stampo populista. Una trasformazione che si ritiene compiuta proprio nel corso di questi anni da France Insoumise:
1) il passaggio dell'analisi della crisi da crisi "economico - finanziaria" a "crisi della civiltà umana" della quale sarebbe responsabile - semplificando - "la politica" in quanto tale, nell'insieme delle sue espressioni;
2) Il tema della "paura" che diventa centrale in ogni forma di discorso politico, attribuendo al sistema di reggersi proprio sulla "paura" agendo sulla manipolazione delle menti della "gens". Ci troviamo di fronte ad una forte drammatizzazione della situazione in atto utilizzata in forma retorica cui non corrisponde un’adeguata progettualità;
3) Di fronte alla "paura"entra così in gioco la figura del "Salvatore", secondo lo schema proposto da Patrick Charaudeau di interpretazione della retorica dei discorsi populisti. Il "Salvatore" come pedagogo, inteso come colui che salva il "popolo" sia perché decifra e svela le macchinazioni della casta, sia perché si pone come unico attore capace di contrastare il sistema;
4) L'espressione di un sistema di "valori". "France Insoumise" li individua sempre più frequentemente negli ideali patriottici, intesi come amore per la Francia e attenzione per il destino del popolo francese.
In sostanza: "Moviment -Party" a forte personalizzazione; superamento dei riferimenti di classe in favore del rapporto diretto con il popolo mediato da un dialogo diretto con il "Salvatore", "paura" quale sentimento centrale posto al di fuori da qualsiasi ipotesi di progetto di trasformazione; valori nazionalisti.
Pare proprio che a sinistra, nella "krisis" di questi tempi Jean Luc Mèlenchon e la sua "France Insoumise" dovrebbero essere fatti oggetto di attenta analisi e discussione anche all'interno del processo di ricostruzione della sinistra italiana, allo scopo di non generare ulteriori fraintendimenti.
Nell'impostazione del moviment - party di stampo populista emergono rischi di un eccesso di parzialità nella visione storica tali da rendere effimero tutto l'impianto e, di conseguenze, semplicemente declamatori gli atti politici conseguenti in un quadro di sostanziale estraneità con l'idea della storia che dovrebbe appartenere alla sinistra.
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