venerdì 22 novembre 2013

Luciano Belli Paci: La sinistra che non c'è

Se già esistesse la forza della sinistra che servirebbe all'Italia (e che servirebbe anche per vincere e governare), avrei la sua tessera in tasca. Però mi pare che sul fatto che i partiti esistenti siano largamente al di sotto delle necessità vi sia tra noi l'unanimità dei consensi. Gli iscritti al PD, divisi tra loro un po' su tutto, concordano in genere solo su un giudizio durissimo sulla realtà attuale (o permanente ?) del loro partito e sulla necessità di rifarlo da capo a piedi. Gli iscritti a SEL ammettono tutti i limiti di un "non partito" che non è riuscito ad emanciparsi dall'identificazione col leader e che oscilla costantemente tra antagonismo e "sinistra di governo". Gli iscritti al PSI riconoscono che la posizione nenciniana che tenta di conciliare il ruolo di orgogliosa testimonianza con la totale simbiosi col PD (per giunta sul versante di destra, già più che saturo) determina una contraddizione insostenibile. Quindi si tratta di costruire una forza politica all'altezza del compito. Non mi pare utile polemizzare tra chi pensa di farlo partendo dall'esistente, ristrutturando case più o meno vecchie, e chi - come me - pensa che senza demolire/scomporre/ricomporre non si possa ricostruire. Diamoci da fare e ... chi ha più filo tesserà più tela. Una sola cosa mi sentirei di raccomandare a tutti, ed in particolare a quelli che stanno nel PD visto che la partita decisiva si svolge lì: sarebbe salutare politicamente ma anche intellettualmente che ciascuno stabilisse un punto di non ritorno, una prova del budino, un limite di resistenza ... vedete un po' voi. Perché altrimenti, se c'è sempre un alibi per stare attaccati a prescindere ad un partito che non ne fa una giusta (perché i compagni del mio paese sono tanto brave persone, perché arriverà superpippo che cambierà tutto ...), allora l'unica sarebbe davvero creare una comunità di recupero per "democratici anonimi": http://www.polisblog.it/post/4677/democratici-anonimi-per-chi-e-stanco-di-vo tare-pd Luciano Belli Paci

9 commenti:

luigi ha detto...

Per rispondere alla domanda dopo tante giuste diagnosi impietose.
Sempre con i se.
1 SEL si sgancia dal PD e propugna cose di sinistra semplici semplici
difesa dei beni pubblici e dei servizi pubblici ... appoggio ai
sindacati dei trasporti pubblici che si stanno mobilitando su scala
nazionale
2 i sindaci delle primavere arancioni contestano il patto di
stabilità e si mettono alla testa dei lavoratori e assediano il
Parlamento per fare cacciare i soldi per il trasporto pubblico al
governo Letta soldi da prendere dal pozzo senza fondo della TAV
inutile ...
3 vince Cuperlo le elezioni primarie e si collega con SEL che dialoga
con M5S e si fa cadere il governo Letta
4 si costituisce un governo PD-PSI-SEL e 5 stelle o al governo o in
appoggio al governo
4 si prepara il programma per le elezioni europee PD-SEL-PSI che
chiede di riformare in senso cooperativistico gli attuali trattati
europei neoliberisti
6 si modifica la legge porcellum mantenendo lo schma proprozionale
con possibilità di dare le preferenze
5 poi se del caso con questi risultati si può andare a nuove elezioni
e stiamone certe il partito dell'astensionismo crolla ai livelli
fisiologici
A chi fa domande è sempre bene cercare di dare risposte.
Se altre ne hanno di migliori che le propongano al dibattito.
Un franco dialogante saluto socialista di sinistra.
Luigi Fasce
PS sempre per fornire altre risposte per uscire dalla morsa
neoliberista che ci strozza
http://www.circolocalogerocapitini.it/eventi_det.asp?ID=381

valdo ha detto...

Leggo il contributo di Luciano Belli Paci e mi accorgo che chi è stato fuori
da ciascuno di questi tre partiti di cui parla Luciano per lo meno non ha
commesso errori. A parte ciò, il problema è trovare un modo di mettere
insieme o perlomeno in rete tutti coloro che credono genuinamente al
riferimento al socialismo europeo, che militino nel Pd, nella Sel, nel Psi,
in liste civiche o nella società civile senza tessera. Premesso che nessuno
capisce bene quello che succederà, credo che si possa ragionare per le
elezioni europee, a legislazione invariata, cioè con lo sbarramento al 5%,
sulla base di due ipotesi. 1)Il Pd rimane unito e la Sel e quindi
necessariamente il Psi convergono in un unico listone. Non è quello che noi
vogliamo, ma potrebbe essere l'occasione di una caratterizzazione
all'interno del listone di tutti quelli che la pensano allo stesso modo.
Oppure il Pd si divide, necessariamente uno degli spezzono dovrà riferirsi
al socialismo europeo e il nostro compito sarà quello di evidenziare il
ruolo del riformismo socialista che non potrebbe essere subordinato a quello
dell'apparato dell'ex Pci-Pds. Questo tanto per ragionare un
po'fraternamente Valdo Spini

paolo ha detto...

Ma forse non ci capiamo. Caro Luciano, ci parli come se noi, dopo matura
riflessione, avessimo concluso che il PD, fra le forze della sinistra, è
quella che ci piace di più, e, insomma, sì, ha i suoi difetti, ma tutto
sommato è più vicina alle nostre idee ad esempio di SEL.
Non è così, o meglio, si può concordare con le frasi di sopra, ma anche no.
Comunque, non è questa la ragione per la quale almeno io e forse molti altri
compagni che stanno nel PD abbiamo fatto questa scelta. Cerchiamo di contare
dentro il PD semplicemente perché "è l'unica cosa che può servire". Perché
vorremmo cambiare il paese nella giusta direzione e non vediamo come lo si
possa fare attraverso forze oggettivamente minoritarie (SEL) oppure
oggettivamente minoritarie e di cultura politica lontana (ex IDV, ecc)
oppure minoritarie e sfarinate in briciole varie (i diversi eredi di chi ha
detto no alla Bolognina...) oppure esitanti, incerte, non capaci di
sollevarsi oltre esperienze locali più o meno di successo, più o meno
convincenti (i "civici"). Taccio sui grillini.
Il vero "merito" del PD, indiscutibile, è la dimensione della sua area di
consenso. Solo orientandola a sinistra, si può pensare di "governare a
sinistra". Allora, qual è il limite di resistenza? Semplice:
a) se i consensi del partito scendessero sotto il 10% - cadrebbe il merito
differenziale rispetto ai cespugli della sinistra
b) se il partito dichiarasse una scelta centrista e conservatrice (ad
esempio attraverso l'adesione al PPE) e i suoi elettori lo seguissero su
questa strada, dimostrando così che la base dei sostenitori in tali scelte
si riconoscesse. Bada bene, non se la svolta centrista venisse fatta nei
fatti, con questa o quella scelta politica moderata gabellata come
necessitata o falsamente progressista - su questo hai ragione tu, il PD ne
fa una ogni giorno; ma le scelte di oggi si possono rovesciare domani, le
politiche cambiare. La sconfitta di un giorno non è un alibi che ci
autorizzi ad arrenderci.
E se domani a) o b) si avverasse? Si dovrebbe aderire a qualcos'altro? Temo
di no - significherebbe che la sinistra in Italia non ha più base sociale, e
quindi non ha più futuro. Credo che proverei attrazione per scelte quali la
coltivazione delle orchidee, il contributo costante e attivo a wikipedia, lo
studio di lingue antiche ed estinte. Tutte attività rispettabili,
psicologicamente soddisfacenti e comunque politicamente altrettanto utili
quanto.... Beh, mi fermo qui, evitiamo le polemiche.
Un saluto cordiale a tutti
Paolo Zinna

_____

francesco ha detto...

Concordo con Paolo Zinna: volenti o nolenti il PD è in Italia il perno della sinistra e il partito dalle cui sorti elettorali dipende inesorabilmente la possibilità per la sinistra di governare. In uno scenario di estrema frammentazione e personalizzazione della politica, questo mi sembra essere un decisivo punto a favore.
Non sono mai stato tenero verso il PD eppure mi pare che la settimana scorsa si sia verificato un fatto storico per la sinistra italiana e per il Paese: per la prima volta da 90 anni il partito di riferimento della sinistra non è più espressione o emanazione della tradizione comunista o post-comunista. Di fatto, gli iscritti - e non, si badi bene, gli elettori - hanno decretato la messa in minoranza della tradizione comunista e, con essa, di quella parte del mondo cattolico che vede il PD come riproposizione in chiave partitica del compromesso storico di berlingueriana memoria.
Questo è il fatto nuovo della politica italiana. Piaccia o non piaccia Renzi (e non sto facendo professione di simpatia o antipatia politica nei suoi confronti) ma è avvenuta questa trasformazione. E' qualcosa che sta nelle viscerali aspirazioni di qualsiasi socialista. Si puntualizza tuttavia che il PD non è un partito socialista. Obietto: 1. i PS europei non sono monolitici: alcuni più radicali, altri meno, anche in funzione del momento politico; 2. Renzi non ha espresso l'intenzione di allontanare il PD dal PSE; 3. non ho evidenza che le proposte di Renzi siano di destra e non condivise in toto o in parte da molti partiti del PSE; 4. Rispetto al cambiamento epocale, l'obiezione mi pare irrilevante. La verità è che finalmente in Italia il primo partito della sinistra non è espressione comunista. E tanto basta.
A molti sarebbe piaciuto che questo cambiamento avvenisse per mano di qualcuno espressione di una tradizione socialista. Così non è stato non per difetto del PD, mi pare, ma per incapacità dei socialisti. Anche Renzi era minoranza e, nonostante tutti i trucchetti e sgambetti nella migliore tradizione comunista, è riuscito ad affermarsi nel partito e nell'elettorato. La strada era quindi aperta.
Meglio quindi un approccio pragmatico di confronto con quello che Renzi afferma e fa. Affermare, come fanno molti ex-pci, che è semplice infiltrazione della destra nel PD, mi pare poco sensato, poco serio, e poco rispettoso. E, aggiungerei, poco democratico e pienamente nella tradizione comunista del chi-non-è-con me (comunista)-è-fascista. Ad un confronto concreto, mi pare che nelle sue parole risuonino molti temi delle proposte socialiste: non mi sentirei di paragonare la Leopolda ad un cenacolo di destra. Chi lo afferma o è in malafede o tenta di coprire invidia e incapacità ad incidere politicamente.
Tutto ciò mi pare più rilevante della disamina della purezza del DNA di SEL o del PD.

Francesco Robiglio

felice ha detto...

basta intendersi se l'obiettivo dei socialisti è la sconfitta dei comunisti l'abbiamo raggiunto

senza alcun merito: ci hanno pensato da soli con le proprie mani. Se per socialismo intendiamo un sistema di valori che regolano e regolano una società siao molto lontani. MA come si dice chi si accontenta gode e in questi tempi non è male




Felice Besostri

luigi ha detto...

Caro compagno Zinna,
intanto ti invito a leggere le mie precedenti letterine alle compagne
e compagni di questa meritevole lista che ci consente di dialogare
non sempre capirci. Poi ti assicuro ... nessuna polemica ... anzi un
in bocca al lupo per il piano A da te indicato " Solo orientandola a
sinistra, si può pensare di "governare a sinistra". E' la strada
maestra che vorremmo percorrere assieme. Questa giusta speranza è
presto verificabile ... le primarie del PD ... spero che vinca
Cuperlo e perda Renzi ... ma se vince Renzi sappi che è prognosi
infausta.
Io e i compagni socialisti in SEL non stiamo molto meglio perché
stiamo per arretrare alla percentuale di prefisso telefonico ... se
non c'è un fortissimo cambiamento di fronte all'attuale scelta di
fare la ruota di scorta, di sinistra, del PD. Anche noi c'è pronta la
verifica, il congresso è alle porte ... vi saprò dire ... poi il
test finale le elezioni europee come ci arriviamo il PD nel PSE ? SEL
nel PSE ? e con quale programma di Schulz ? con un 6 meno meno contro
l'attuale Ue neoliberista per una Ue cooperativista e solidale e il
nostro contributo di SEL ma anche perchè no del PD se vince Cuperlo,
che lo faccia diventare un un pieno 6 ?
Siamo tutti in grave sofferenza per questa Italia e questa Europa che
i poteri plutocratici sovranazionali senza patria stanno spianando
diffondendo povertà in eguale misura su tutto il globo terracqueo per
realizzare a modo loro i "proletari di tutto il mondo uniti".
La resistenza è cominciata con i primi scioperi duri qua a Genova per
i trasporti pubblici spero che l'esempio si diffonda in tutta Italia.
Non si capisce perché i sindaci della primavera arancione si siano
ridotto il ruolo di curatori fallimentari dei loro comuni invece di
mettersi alla testa dei lavoratori che difendono i servizi pubblici.
Un velo pietoso sul sindaco di Genova. Ma cosa dice Pisapia porta la
sua solidarietà ai lavoratori di Genova ? le promesse elettorali di
Doria le ha appoggiate convintamente.
Purtroppo siamo alla nuova resistenza anti neoliberismo totalitario e
non sappiamo cosa comporterà in termini di sfracelli sociali.
Quindi come ben si comprende faccio auspici che il piano A si
realizzi quanto prima. Però questo comporta la caduta del governo
Letta.
Poi ipotesi
A governo PD-PSI-SEL, vari cespugli e appoggio dei 5 stelle
B elezioni poltiche subito prima delle europee poco male se con il
famigerato porcellum dato che non si può immaginare in questo
ipotetico scenario di cambiare la legge elettorale.
Un mesto dialogante saluto.
Luigi Fasce

lorenzo ha detto...

Mi sento di sottoscrivere parola per parola. E’ ben vero che gli iscritti al Pd, divisi tra loro un po' su tutto, concordano in genere solo su un giudizio durissimo sulla realtà attuale (o permanente ?) del loro partito e sulla necessità di rifarlo da capo a piedi. Ebbene, in questo il Pd non è l’erede del vecchio Pci o della vecchia Dc (se non in parte) ma di una illustre tradizione che caratterizzava un partito ben preciso: il Partito socialista italiano.Cordialmente. Lorenzo Borla

luigi ha detto...

Tombola ... compagno Borla, sorge spontanea una domanda ... ma di
quale PSI si tratta
PSI ante Craxi, PSI Craxiano, PSI l'attuale nenciniano più a destra
del PD che è già un bel primato.
Con i Fioroni - Bindi e C. che non vogliono morire socialisti !
Con Renzi che Crozza ha spiegato bene il suo identikit ... il nulla.
Io che ho l'abito mentale di documentazione alle proprie
argomentazioni ho fatto qui a suo tempo la comparazione delle
quattro posizioni dei candidati a segretario nazionale PD - che
nessuno ricorda - ma siccome ripetere è meglio non riporto quelle di
Pittella Civati e Cuperlo perché vanno tutte bene ma riporto qui
quella di Renzi che è fatta nel suo stile nullista
"2. Verso gli stati uniti d'Europa
E' per essere coerenti con questo lungo percorso immaginiamo che le
elezioni europee - verso le quali ci avviciniamo in un rapporto di
sempre maggiore integrazione con il Partito socialista Europeo ..."
Vocazione socialista ferrea non vi pare ?
Tralascio di commentare l'intero documento per non sollevare
ulteriori polemiche con i socialisti per Renzi.
Un franco dialogante saluto socialista di sinistra.
Luigi Fasce

peppe ha detto...

Felice ha ragione quando afferma che gli ex comunisti si sono auto-asfaltati da soli, per paradrase la bruttissima e volgare espressione del non-socialista Martelli. Io che sono un critico duro del postcomunismo (intesa come identità sospesa e non copme ex militanti del PCI tra i quali ci sono socialisti convinti come Macaluso) non accetto certe espressioni. A me non piacciono nè Renzi, nè Cuperlo. Il primo perchè è uno zelig , il secondo perchè è l'espressione del patto di nomenclatura tra dalemiani e democristiani. E comunque non credo proprio che il PD di Renzi evolverà verso il socialismo democratico. Del resto un pezzo importante di vecchia nomenclatura (Bassolino, La Torre, Burlando) sta con REnzi. E poi credo che giungerà ad un accordo in tipico stile dc tra REnzi e Cuperlo (o meglio D'Alema) passata la bufera. Ora nel Pd vi sono singole personalità con cui dialogare . Da Pittella a Ghezzi ad Epifani . Ma non c'è oggi una area politica, una componente definita che potremmo definire di sinistra e socialista. E' tutto molto fluido e confuso. E poi bisognerà vedere se il PD reggerà ad una fase postberlsconiana. Essendo il compito dei socialisti non quello di asfaltare gli ex PCI ma di proprre un progetto politico e di società, ritengo che il PD sia uno strumento totlamente inadeguato, sia con Renzi che con Cuperlo. Piuttisto sarebbe auspicabile nel breve periodo uan lista SEL-PSI alle europee. una lista aperta a personalità non iscritte a nessun partito. Ed occorre dare corpo all'idea della Rete Socialista come soggetto di elaborazione e proposta nell'immediato.