Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
domenica 10 marzo 2013
Lorenzo Borla: Fabio Fazio e Matteo Renzi
C’è un aspetto dell’intervista di ieri sera di Fabio Fazio a Matteo Renzi, che mi ha colpito. Mentre un Fazio, un po’ diafano, coperto della polvere di secoli, continuava a porre a Renzi le domande della vecchia politica (le alleanze, le figure istituzionali eccetera), quelle a cui nessuno in questo momento può rispondere perché la risposta è in quello che farà il Capo dello Stato, Renzi gli rispondeva con una robusta fisicità e ponendo sul tavolo la concretezza dei problemi che passano davanti a tutti gli altri: il lavoro, i costi della politica eccetera, insomma quelli che interessano alla gente. Intendiamoci: Renzi fa politica da 25 anni, è scafatissimo, è populista la sua parte. Ma per lo meno va a battere la lingua dove il dente duole, ponendo fra le altre cose una domanda implicita: perché gli otto punti di Bersani sono saltati fuori adesso e non in campagna elettorale? Abilissimo: E così via. La lezione oggettiva, che a moltissimi di noi non piace, è che per vincere le elezioni bisogna prendere voti al centrodestra, e che Renzi è la persona giusta per farlo. Se poi invece si gode a stare all’opposizione, ci sono sempre quelli rimasti fuori: al posto di Bertinotti adesso ci sono Paolo Ferrero, Oliviero Diliberto eccetera: contano come il due per cento.
Cordialmente. Lorenzo Borla
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
18 commenti:
Non esistono mai "persone" giuste. Serve un collettivo, organico, capace di discutere e di produrre un vero gruppo dirigente. Altrimenti il rischio è sempre, comunque, quello dell'uomo della provvidenza. Franco Astengo
Verissimo. Ma in questo momento la persona è il messaggio. Le salmerie seguiranno. Cordialmente. Lorenzo Borla
Caro Borla, trovo indecente l'ondata di critiche e perfino di insulti che si è artatamente alzata contro Pier Luigi Bersani, non solo all'esterno, ma anche all'interno del Partito democratico. Dall'esterno, dimenticando quello che successe nel novembre del 2011, quando il Segretario del Pd sacrificò il suo interesse personale e quello del suo Partito (che era quello di andare subito al voto) per scegliere l'interesse del suo (nostro) Paese. E ciò spinto e confortato da tutti quei commentatori, opinionisti e quant'altro che ora lo criticano aspramente. E che dire di tutti coloro che proclamano che avrebbero votato Partito democratico se il candidato non fosse stato Bersani (e poi hanno votato a destra oppure Grillo?). O di coloro che addirittura si dichiarano sicuri che se il candidato fosse stato il Sindaco di Firenze, Berlusconi non si sarebbe nemmeno presentato? Evidenti sciocchezze da bar. Delle critiche interne al Pd taccio, “per carità di patria”, ma non posso dimenticare che esse provengono soprattutto da coloro che inventarono il “partito leggero”, ossia tutto fondato sulla televisione, dando così un importante contributo alla disgregazione organizzativa del partito stesso. In sintesi: Pier Luigi Bersani ha fatto certamente degli errori, che sta duramente scontando, ma resta il fatto che il Partito democratico ha la maggioranza assoluta alla Camera e la maggioranza relativa al Senato. Se sembra troppo poco a “lor signori”si cerchino un nuovo segretario e vedremo cosa saprà fare. per parte mia, suo vecchio compagno di banco nel governo Amato, gli voglio testimoniare la mia solidarietà. Un caro saluto. Nerio Nesi
Condivido il pensiero di Franco Astengo e aggiungo che nel programma del PD erano contenute gran parte delle soluzioni al problema lavoro (che è il vero problema, l'attenzione sui costi della politica sono il riflesso del disagio sociale). Nel programma del PD era contenuta l'idea di puntare su un green new deal, investimenti pubblici per fare ripartire l'economia (anche infrastrutture per il meridione) e sugli eurobonds la posizione del PD è stata più volte espressa nel corso degli anni passati. Il programma di Renzi, invece, era tutto concentrato sul mercato del lavoro e ha ragione Bersani quando dice che misure sul mercato del lavoro non risolvono oggi il problema. Non voglio perdere persino il Keynes di breve periodo e stare alla destra del PD americano, che, con Obama, ha puntato su una politica monetaria espansiva, sostiene un (seppur di ridotte dimensioni) green New Deal e vuole l'aumento del salario minimo (una rigidità nel mercato del lavoro, così la considererebbe Ichino, autore tanto del programma di Renzi quanto di quello di Monti). Del resto Zingales (l'economista della Leopolda) sosteneva Romney.
Però una cosa che mi inquieta dell'intervista di ieri è relativa ai contenuti. Nessun dubbio sulla concretezza nell'EVIDENZIARE i problemi, da questo punto di vista Renzi è secondo solo al grande comunicatore Berlusconi, ma a me ha preoccupato il fatto che, quando Fazio gli chiedeva, ripetutamente, cosa fare, da un lato non diceva ciò che sappiamo benissimo, è cioè che lui propende per soluzioni alla "Ichino" e che, in buona sostanza, è un "tantino" montiano, e inoltre ha sostenuto l'abolizione del finanziamento pubblico che, come sappiamo bene in questa mailng list, è senz'altro una concessione alla pancia della gente ma non è assolutamente una proposta in linea con una idea democratica di stato.
Inoltre ribadiva le proposte di Bersani con tal veemenza quasi come se fossero le sue. In buona sostanza, nessuna concessione al coraggio che Bersani sta mostrando, nel proporre alcune importantissime soluzioni, ma al contrario rivendicarle come proprie, in contrapposizione a Bersani.
Io, francamente, non credo che bisogna "spostarsi a destra", questo è proprio quello che ha fatto il PD in tutti questi anni, e abbiamo visto dove siamo finiti. Credo semmai che tra astensionismo e grillismo ci sono oltre 15 milioni di voti che non si sono espressi per la destra..... ed è li che dobbiamo parlare.
Ad esempio, a me piace questa posizione, tutt'altra musica rispetto a Renzi: http://www.youtube.com/watch?v=FwXLqS-zumI
Salvatore Salzano
E' vero, in questo momento la persona è il messaggio anche se la cosa non mi piace affatto e mi domando se ci si debba adeguare passivamente o cercare invece di invertire la tendenza. Però bisogna anche interrogarsi sul messaggio. Vincere per fare cosa? Una sinistra che per vincere diventa destra non so a che serva. Questo non significa assolutamente difendere l'attuale PD o voler stare perennemente all'opposizione (ma quando mai?) magari alleandosi con Ferrero e Diliberto. Invito anzi Borla ed altri a lasciar perdere questi argomenti non pertinenti.
Maurizio Giancola
Ci vuole prima ancora del collettivo, un manifesto: la Costituzione
(Settis capitolo 5 Azione popolare) e il percorso a ritroso da
Maastricht-Lisbona per renderla nuovamente cogente.
Luigi Fasce
Ho deciso in zona “Cesarini”, ma al dunque ho votato per Bersani. Non riuscendo ad impormi di farlo direttamente, votando per quel PD di cui non condivido le ragioni fondanti, che non a caso gli impediscono tutt'ora di associarsi all'internazionale socialista e al PSE, ho votato Bersani votando SEL alleata con lui.
Oggi anche Vendola ci mostra le terga e opta per rimanere Presidente della regione in cui ha dimezzato i suoi consensi.
Oggi emerge con chiarezza che quella che era una scelta tattico-strategica vincente, ovvero la "federazione" di partiti diversi a dar vita all'Ulivo o comunque la si volesse chiamare, per animare un trasparente centro sinistra in cui convivessero appunto un centro popolare e democratico, ed una sinistra laica libertaria e socialista capace di aggregare se non tutti i reduci di quel comunismo salottiero alla Bertinotti, moltissimi suoi elettori, avrebbe consentito di mettere naturalmente in campo, logicamente alleati e non concorrenti, i Renzi e i Bersani.
Piangere sul latte a più riprese versato per almeno due decenni, serve davvero a poco… e come si possa credere che il Renzi, democristiano docg riesca a rappresentare l’anima socialista che pur sopravvive all’interno del PD, mi riesce francamente difficile capire.
Sempre che non ci si decida a riconoscere che se il M5s è interclassista, alla faccia della “Lotta di classe dopo la lotta di classe” descritta da Luciano Gallino, il PD nuova DC lo è ben più e ben prima del movimento del duo Grillo-Casaleggio.
Ma a quel punto, con buona pace di Fassino Rutelli e compagnia, il PD indipendentemente dalla buona scorza dell’onesto Bersani andrebbe alla dissoluzione… e forse… chissà, perso per perso potrebbe finalmente cominciare un’altra storia, e su basi nuove si potrebbe finalmente riavviare quel cantiere aperto (ma per finta da D’Alema) a Firenze nel 1998…
Per quel che vale la mia firma... vittorio melandri
con Renzi si pesca un po' a destra e si continua a perdere molto a sinistra (in varie direzioni). A quel punto meglio Monti che un ragazzotto di gomma con la bocca semprre aperta.
Nelle riunioni politiche c'è sempre un ordine del giorno a cui bene o male ci si deve attenere. Queste nostre discussioni telematiche invece sono molto interessanti, ma eccessivamente dispersive e pertanto inconcludenti. Lo dico perché, nonostante tutto quello che si è scritto dopo le elezioni, mi sembra che né qui sul blog del "Rosselli" né fra volpediani in senso più ampio si sia pervenuti ad un giudizio condiviso come invece è accaduto nella pagina del NSE. Già su questa affermazione mi piacerebbe sapere se si è d'accordo o no. A botta calda inviai un post in cui sostenevo che le elezioni avevano avuto due vincitori (Grillo e checché se ne dica Berlusconi) e due sconfitti (Monti e il centrosinistra). Più in generale ritenevo che dalle urne fosse uscita a pezzi la politica di austerity. Ricordo che Marilena si dichiarò d'accordo con me. Anche qui rilancio: è un giudizio condiviso o no? Compagne e compagni, guardate che non mi importa nulla di avere consensi su quello che penso e dico, ma mi importa moltissimo che noi si pervenga ad analisi e giudizi comuni. Idem sul PD e sulla coalizione: è andata male perché si è andati troppo a sinistra con l'alleanza con SEL o invece perché si è rincorso troppo il centro? Bisognava cercare un accordo con Monti o bisognava essere più radicali nella critica al suo governo? Come vedete non si tratta di argomenti di poco conto perché è chiaro che da come ci si posiziona su questi temi deriva la linea politica e la prospettiva che vogliamo darci. Inoltre: benissimo ridurre i costi della politica, ma senza nulla cedere a rancori di pancia. Diminuire il numero dei parlamentari è una sciocchezza così come parlare di abolizione delle province. Parliamo piuttosto di superare l'assurdo bicameralismo perfetto e andiamo a rivedere l'assetto statuale complessivo: il vero problema sono le province (troppe, questo è indubbio) o la degenerazione cui sono giunte le regioni? Su questi punti mi sembra ci siano troppe differenze di opinioni (il pluralismo è bello finché non diventa casino) ed un'eccessiva reticenza a esprimere il dissenso. Io non voglio che noi si finisca come il PD dove non si discute per paura di non trovarsi d'accordo e penso anche che va benissimo l'allargamento del GdV purché fondato su scelte chiare e condivise. Se poi tutto questo non è vero, ma è soltanto frutto di mie personali paranoie siete vivamente pregati di dirmelo.
Fraterni saluti
Maurizio
Caro Giancola, mi sembra che tu metta troppa carne al fuoco. Lascia che risponda alla tua mail precedente. Da quando mai un tema "politico" è estraneo, o irrilevante a questo blog? Quanto al merito, temo che nonostante il gran casino in atto, si faccia fatica a uscire dagli schemi del '900. Come nella battuta di Brecht: . C'è un certo numero di cose da fare che ho registrato nel corso della campagna elettorale, come impegni abbastanza diffusi dei partiti. Ci sentiamo di dire che, se non sono riforme di sinistra (quale che sia l'idea delle "riforme di sinistra", non sono da fare? Ripeto che non sono mie proposte ma una sintesi delle riforme su cui mi è sembrato di fosse un certo consenso. Cordialmente. Lorenzo Borla
Istituzioni
o Nuova legge elettorale grazie alla quale l’elettore possa votare direttamente il candidato.
o Riduzione del numero dei parlamentari, sia alla Camera che al Senato.
o Fine del bicameralismo perfetto (competenze diverse per Camera e Senato)
o Aumento dei poteri del presidente del Consiglio in modo tale che possa allontanare i ministri incapaci e tenere a freno le correnti con la minaccia di nuove elezioni.
o Statuto dei partiti e controllo dei bilanci.
Riduzione della spesa pubblica improduttiva
o Riduzione degli stipendi, rimborsi, privilegi dei parlamentari e dei consiglieri regionali.
o Taglio robusto ai rimborsi elettorali.
o Revisione dei compensi degli alti burocrati (nessun compenso superiore a quello del primo presidente della Corte di Cassazione, insieme al divieto di cumulare cariche). Questa riforma, annunciata del governo Monti, non so se sia stata attuata.
o Soppressione di tutte le Province (che sono centri di potere, di poltrone e di clientele).
o Abolizione dei contributi a fondo perduto che lo Stato eroga alle più varie attività produttive, destinando l’importo, in maniera vincolante, a ridurre il cuneo fiscale.
Economia
o Reddito minimo garantito
o Misure in favore dell’occupazione.
o Graduale abolizione del precariato.
o Interventi speciali per favorire l’occupazione dei giovani e delle donne.
o Riforma del sistema fiscale a favore delle fasce più deboli.
o Riduzione del cuneo fiscale che grava su imprese e lavoratori.
o Recupero della gigantesca evasione.
o Rilancio del settore industriale. Questo Paese è privo, da anni, di politica industriale. Siamo, per varie ragioni, pressoché privi di siderurgia, chimica, elettronica. In questa situazione ormai sono asfittici e sottoposti al processo di delocalizzazione anche quei settori “di nicchia” sui quali si era basato lo sviluppo degli anni '80.
o Intervento pubblico nel settore bancario, con l'obiettivo di fornire credito alla media e piccola industria.
o Produzione di energia a costi contenuti in linea con gli altri Paesi europei.
o Rilancio del turismo.
Interventi sui servizi forniti dello Stato
o La riforma urgentissima dovrebbe essere la riduzione dell’affollamento delle carceri tramite depenalizzazione di alcuni reati o sconto della pena a domicilio.
o Rinnovamento della scuola per portarla a livello dei Paesi più avanzati.
o Finanziamento della ricerca in tutti i settori e in particolare in quello industriale
o Accorciamento dei tempi della giustizia civile e riforma del sistema giudiziario.
o Semplificazione normativa
o Sburocratizzazione. Interventi in tutto il settore pubblico per renderlo più efficiente.
o Guerra alla corruzione. In un Paese slittato dal 33° al 72° posto nelle classifiche
di Transparency, è chiaro che manca una efficace legge anticorruzione.
o Guerra alle mafie
o Attribuzione automatica della cittadinanza a tutte le persone nate in Italia.
Interventi sulle infrastrutture
o Ripristino dell'assetto idrogeologico del territorio.
o Smaltimento rifiuti, specie al Sud. Raccolta differenziata. Diffusione di termovalorizzatori per lo smaltimento dei rifiuti e la produzione di energia. Rigassificatori.
o Ferrovie e strade. Le ferrovie italiane, al di fuori delle tratte ad alta velocità, sono semplicemente disastrose, così come quello delle strade e autostrade, in particolare al Sud.
o Digital divide.
Caro Maurizio,
mi pare che tu abbia centrato il problema.
Se si ritiene che il centrosinistra abbia perso perché Bersani è grigio e
poco spigliato in tv, o perché non garantiva abbastanza i mercati, allora
sicuramente la soluzione è quella di buttarsi su Renzi, bravo comunicatore e
rassicurante per la finanza internazionale (essendo i suoi programmi scritti
da Ichino per il lavoro e da Zingales per l'economia).
Se invece - come anch'io penso - la tempesta perfetta che si è scaricata sul
PD (e di conseguenza su tutta l'alleanza di cs) è stata prodotta
dall'incontro dell'uragano dell'antipolitica e dell'uragano della
disperazione sociale, allora mi pare che attribuire a Renzi un ruolo
salvifico sia pura mitologia.
Per ciò che riguarda l'antipolitica, il centro sinistra era partito con un
netto vantaggio dato dall'oggettiva diversità delle condotte e del personale
politico, ma l'ha perso quasi tutto quando in piena campagna elettorale è
deflagrato il caso MPS. Se fosse scoppiato nelle mani di Renzi avrebbe
prodotto meno danni ? Non vedo proprio perché, anzi essendo Renzi
espressione, ancorché eretica, del Pd toscano forse sarebbe stato perfino
più esposto.
Per ciò che riguarda la disperazione sociale, è difficile non vedere che -
pur avendo in larga parte cause più remote - essa è stata ingigantita dalle
sciagurate politiche recessive ed antipopolari del governo Monti e, come non
bastasse, è stata aizzata dalla propensione dei tecnici dei miei stivali ad
esprimersi come Maria Antonietta: i giovani che non trovano lavoro perché
sono choosy (Fornero), la Germania che sta meglio perché gli operai lì
lavorano (Polillo), gli insegnanti che fanno tante storie per due orette di
lavoro in più (Monti) ... e via delirando.
Perché mai sotto l'ipotetica guida di Renzi il gigantesco "vaffanculo" che
il popolo italiano ha voluto indirizzare a queste politiche ed in
particolare a Monti non avrebbe dovuto punire il PD ? Visto che Renzi era
ancor più sdraiato sulla linea "montiana" di quanto non lo fosse Bersani,
avendo appunto in comune con Monti uno dei suoi guru (l'altro l'aveva in
comune con Giannino, prima che gli facesse la festa ... di laurea), anche in
questo caso il renzismo post-elettorale costituisce un atto di fede.
A me pare che sotto quegli uragani Renzi avrebbe funzionato come un ombrello
bucato.
E che per evitare parte del disastro sarebbe bastato togliersi almeno da
sotto l'uragano della protesta sociale (quello MPS non era prevedibile,
immagino), invece di fare compagnia agli epigoni di Maria Antonietta ed
indicare agli italiani la meravigliosa prospettiva di continuare a sentirsi
dire anche nel futuro "che mangino le brioches".
Luciano vede le cose con gli occhiali di sinstra, quella sinistra che in
Italia non ha mai vinto. Certo, Renzi non avrebbe limitato il danno dello
tsunami Grillo, ma avrebbe sottratto voti al PDL. Quanti? secondo me più di
quelli che si sarebbero persi a favore del moribondo SEL, che tutto sommato
se prendeva qualche voto in più era meglio. Certo non saremmo nella
situazione di dover ringraziare la stupidità di Berlusconi che a tre giorni
dal voto offende con battute volgari l'impiegata di un suo amico e grazie ai
giornalisti presenti fa arrabbiare tante donne: i 125.000 miseri voti di
differenza alla Camera arrivano da lì.
Poi c'è l'idea folle che non è degno di votare per noi chi non supera un
esame del suo tasso di sinstra da parte di una commissione dei nostri
meravigliosi intellettuali che non hanno idea di cosa succede nel mondo...ma
sono in grado si sentenziare ovunque chi è di sinistra e chi. E se i voti
per vincere non si oprendono da desrtra, dove li prendiamo? Grazie , stiamo
meglio così, in minoranza con l'apparato brezneviano del PD, che discute sui
ministeri e non sa cosa succede a Siena , nelle casse di Lusi e a Sesto San
Giovanni
A me oare che più ch le salmerie le salme seguiranno. I partiti sono andati è non c'è taumaturgo in grado di invertire la tendenza: solo nella finzione cinematrografica di Viva la Libertà
Felice Besostri
Risposte flash:
1.a. vero (ma anche ovvio) che abbia vinto M5S e perso Monti.
1.b. Il PD può dire di aver perso un'occasione per portare la sinistra al governo del paese – ma l'ambizione di prendere da solo sulle proprie spalle tale compito era sbagliata in sé. Il PD in quanto singolo partito ha preso ancora persino troppi voti.
1.c. Nella società italiana c'è una robusta minoranza di vera destra, che in autunno era confusa e pareva scomparsa (ma ovviamente non lo era) – Berlusconi ha dato loro un credibile canale di espressione e ha incassato dei bei numeri – ma, strategicamente, è completamente sconfitto. Cerchiamo di non farlo risorgere dalle ceneri (proprio oggi ci stiamo affaticando in tal senso)
2. Il governo Monti è, da sempre, il nostro vero, primo avversario politico (la destra dei forti, contrapposta alla berlusconiana destra degli evasori straccioni). Cionostante, l'appoggio a Monti in autunno 2011 era inevitabile (lo avevo paragonato, con voluta sgradevolezza, alla chemioterapia). Nell'estate 2012, appoggiare (o meglio: non affondare) le proposte Fornero su lavoro e pensioni è stato stupidamente autolesionista. Bisognava essere più radicali, far cadere il governo, ricondurre Napolitano alle sue competenze costituzionali e andare alle elezioni
3. occorre una legge organica sulle autonomie locali che ridisegni tutto il sistema in un quadro coerente, inutile dirci: il peggio è lì, oppure è là.
Paolo Zinna
Seguo il blog del Rosselli dal 3 gennaio 2010. Può darsi che si sia pervenuti a più di un documento condiviso, di cui non ricordo, ma non mi sembra questo lo scopo del Circolo. Secondo me lo scopo del Circolo è anzituttto l'informazione, poi l'analisi, la discussione, il confronto, l'assenso e il dissenso: al fine di approfondire i temi, vederli da un punto di vista magari meno angusto di quello personale. In ogni modo non mi risulta che alcun documento del Circolo Rosselli o del GdV abbia spostato di un millimetro la scena politica italiana. Lieto di essere smentito. Quando faremo il mitico Partito socialista, quello "giusto", forse allora si conterà qualcosa. Cordialmente. Lorenzo Borla
Non ho mai parlato di documenti condivisi né mi sono permesso di definire "estranei o irrilevanti" i temi politici sollevati dai compagni. Se qualcuno ha tempo e voglia di rileggere quello che ho scritto non troverà queste espressioni. Ho solo detto che alcune discussioni mi sono sembrate eccessivamente dispersive. Confermo inoltre - questo è il punto vero - di essere rimasto perplesso nel constatare come, dopo tante mail di commento della campagna e dei risultati elettorali, alcuni giudizi di fondo restino ancora diversi e lontani. Questo a mio giudizio è un problema non perché non mi piaccia il pluralismo e voglia imporre una sorta di pensiero unico, ma perché mi sembra come minimo singolare che in un gruppo non così ampio e che dovrebbe essere culturalmente e politicamente omogeneo ci si divida su temi che considero dirimenti. Vedo che ancora una volta Luciano Belli Paci e io ci troviamo d'accordo. Però mi stupisce leggere che per Claudio "Luciano vede le cose con gli occhiali della sinistra". Perché, quali occhiali dovrebbe usare? O forse non siamo più di sinistra? E se la sinistra in Italia non ha mai vinto (ma c'era il fattore K se ben ricordo) dobbiamo rassegnarci e considerare questo un dato irreversibile?
In quanto all'obiezione di Felice sul NSE (qui rispondo anche a Claudio) ho scritto: "giudizio condiviso come invece è accaduto nella pagina del NSE". E' evidente che la pagina è quella su Facebook e che ad oggi si può parlare soltanto di questa. Qui il giudizio sul governo Monti è sempre stato molto critico e negativo e, salvo poche eccezioni, si è ritenuta sbagliata l'impostazione piddina di uno scontro elettorale fra europeisti e populisti perché riduttiva e retorica. Inoltre tutti o quasi abbiamo parlato di una campagna troppo debole e rinunciataria da parte di un Bersani eccessivamente preoccupato di corteggiare Monti e tranquillizzare la Merkel. Inoltre i compagni del NSE hanno diviso il voto fra il PD e SEL. Più SEL indubbiamente, ma questo non ha significato adesione piena a SEL, tutt'altro.
Ci sarebbe altro da dire, ma questi mi sembravano i punti principali.
Fraterni saluti
Maurizio
Posta un commento