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venerdì 1 marzo 2013
Franco Astengo: Una prima analisi dei flussi elettorali
DA PARTITO A PARTITO: UNA PRIMA ANALISI SUI FLUSSI ELETTORALI
Dal blog: http://sinistrainparlamento.blogspot.it
In quest’occasione presento una primissima analisi sui flussi elettorali verificatisi nell’occasione delle elezioni legislative generali del 24-25 febbraio 2013: i dati trattati sono quelli concernenti la Camera dei Deputati.
Le cifre, ovviamente, sono state ridotte alle migliaia: un lavoro eseguito sulla base dei dati delle diverse circoscrizioni e che dovrà essere affinato, in seguito e con molta pazienza, per avere a disposizione numeri più esatti.
In ogni caso, però, l’ordine di grandezza dello scambio avuto tra le maggiori forze politiche dovrebbe essere, a livello – appunto – di grandi numeri quello che ho cercato di individuare nell’occasione.
Ovviamente i livelli d’interscambio saranno stati sicuramente più sofisticati, ma la domanda di fondo cui interessa rispondere, in questa fase, credo sia la seguente: dove sono finiti i milioni di voti persi dalle principali forze politiche a favore del Movimento 5 Stelle, della Scelta Civica di Monti, e dell’astensione?
E’ evidente che anche le forze politiche perdenti avranno avuto dei flussi di entrata, sia pure minimi, ma proprio questi flussi potranno essere individuati, in futuro, con un approfondimento di analisi condotto in maniera molto più sofisticata.
Ho cercato, sia pure in modo grossolano, di lavorare sulle cifre assolute proprio per evidenziare l’entità degli spostamenti in quanto le percentuali finiscono con lo attenuare l’impatto nella percezione di chi esamina i dati.
Andando per ordine vediamo allora l’indirizzo delle perdite:
il PDL ha perso 6.300.000 di voti circa, così indirizzati: 600.000 voti circa alle piccole liste alleate, 2.700.000 all’astensione, 1.400.000 alla Lista Monti, 1.600.000 al Movimento 5 Stelle.
Il PD ha perso 3.500.000 di voti circa, così indirizzati: 1.500.000 al Movimento 5 Stelle, 400.000 alla Lista Monti, 200.000 all’alleato SeL, 1.400.000 all’astensione.
La somma ottenuta nelle elezioni del 2008 da Arcobaleno e IDV era di circa 2.700.000 voti, di conseguenza la lista Rivoluzione Civile, appoggiata da tutti i soggetti che avevano fatto parte di queste formazioni, ha ceduto circa 2.000.000 voti fornendone 600.000 a SeL (frutto di una scissione di Rifondazione Comunista), 800.000 al Movimento 5 Stelle e 600.000 voti all’astensione.
L’UDC ha ceduto, tra il 2008 ed il 2013, 1.400.000 voti, rimpinguando la lista Monti per 1.000.000 di voti circa, con 400.000 nuovi astenuti.
La Lega Nord ha perso 1.600.000 voti, con 1.000.000 voti dirottati verso il Movimento 5 Stelle e circa 600.000 all’astensione.
Verifichiamo adesso i flussi di entrata per i 3 soggetti che ne hanno principalmente usufruito (salvo ripeto movimento minori che dovranno essere fatti oggetto di ulteriori indagini).
Il “non voto” ha avuto 2.700.000 nuove adesioni dal PDL, 1.400.000 dal PD, 600.000 dalla somma Arcobaleno e IDV, 400.000 dall’UDC, 600.000 dalla Lega Nord, mentre ha ceduto 2.000.000 di voti circa al Movimento 5 Stelle.
Il Movimento 5 Stelle ha avuto 2.000.000 di voti circa dall’astensione, 1.600.000 dal PDL, 1.500.000 dal PD, 800.000 dalle liste che hanno formato Rivoluzione Civile, 1.000.000 dalla Lega Nord. Con il Movimento 5 stelle si apre davvero un capitolo nuovo: esso, infatti, è protagonista di un alto tasso complessivo di volatilità elettorale (oltre il 30% a dimostrazione del fatto che l’offerta politica è stata davvero interpretata come “diversa” da larghi strati dell’elettorato) ma, in una forma del tutto inedita in queste dimensioni, in una misura davvero “bipartisan”. In questo senso, sconfinando dal tema posto in questo intervento, il comportamento elettorale dei parlamentari di questo Movimento non potrà che essere misurato davvero sul giudizio caso, per caso: il “modello Sicilia” tanto per intenderci che potrebbe, però, anche ad una positiva rivalutazione dell’iniziativa parlamentare, frustrata in questi anni dall’eccesso di decreti legge e di voti di fiducia.
La Lista Scelta Civica per Monti, dal canto suo, ha ottenuto circa 400.000 voti dal PD, 1.400.000 dal PDL e 1.000.000 dall’UDC: una composizione che, da questo punto di vista, la vede più sbilanciata verso il centro-destra che non in altre direzioni.
Sarà necessario, nei prossimi giorni, verificare anche la dislocazione geografica del voto che pure, grosso modo sembra seguire linee più tradizionali, anche se è da far rilevare come sia emerso un caso clamoroso di difformità nell’esito tra il “colore” politico dell’amministrazione regionale e l’esito del voto: mi riferisco al caso della Puglia che mi è parso davvero eclatante nello scarto che si è rivelato tra la dimensione amministrativa e quella politica.
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