Caro felice alcune osservazioni al tuo articolo.Dato per scontato che tu non stai parlando dei “socialisti “berlusconiani,è tuttavia un postulato indimostrabile che gli altri,quelli che sono rimasti a sinistra,debbano costituire una componente riconosciuta nel generale rimescolo della sinistra che tu auspichi e anch’io mi auguro.Perchè?in nome di che cosa?La comune provenienza dal Psi(quello storico)non mi pare ragione sufficiente salvo che non la si voglia tradurre nel sentimento di rivincita verso torti in parte ingiustamente subiti.Peraltro sappiamo che la esasperazione di questo sentimento si è dimostrata solo funzionale alla ricollocazione ben remunerata di un po’ di ceto politico ex socialista nell’area del centro destra.Se sono le ragioni politiche e culturali a dover essere determinanti ,bisogna prendere atto che dopo la diaspora non c’è più stato un pensiero socialista all’opera se non per gruppi ,anche qualificati,ma molto piccoli e divisi e per il contributo di singole personalità fra le quali tu sicuramente ti collochi.Ma la espressione organizzata a sinistra dei socialisti(sdi)non ha mai ripreso a “philosophari”,privilegiando quel “primum vivere” che l’ha ridotto all’ectoplasma attuale.Dunque vedo nel tuo progetto,se lo capisco bene,qualcosa di forzoso,mentre riterrei più utile ripartire dalla tua domanda da proporre oggi a tutta la sinistra su cosa possa essere il socialismo democratico in europa,di fronte a questa crisi e ai cambiamenti intervenuti in questi anni nel capitalismo mondiale.Partire dal socialismo democratico perché è l’unica cosa esistente in europa,perché nei suoi partiti,anche sotto la botta delle sconfitte, si sta riaprendo un dibattito di cui c’è ben poca traccia nel nostro paese.Perchè il solo nominare il socialismo può produrre una scossa elettrica in quella formazione amebica che è oggi il PD e forse può risvegliare antiche domande rimosse sulle ragioni e le possibilità di essere oggi sinistra.Per farmi capire vengo a un esempio di attualità.Negli anni ‘50,ma anche ‘60 e ’70 si sarebbe aperta una grande discussione sul piano Marchionne ,sulle condizioni “polacche”che egli vuole imporre.Oggi tutto tace-o quasi-e si avverte solo un sospiro di sollievo sulla grazia che ci fa la Fiat di continuare a produrre auto in Italia.So bene che per avanzare obiezioni bisogna affrontare la dimensione europa,lo stato del suo movimento operaio e sindacale,le politiche subalterne al capitale finanziario e ai grandi gruppi implicite in tutta la filosofia della costruzione europea.Ma si può essere sinistra ,mentre l’europa si sfascia e si continua a comprimere il fattore lavoro,senza affrontare le cose in questa ottica?Ecco perché bisogna ridare legittimità alla parola socialismo nella sinistra italiana.Ma per favore lasciamo perdere i riti socialisti in quanto tali e proviamo a vedere se siamo in grado di coagulare un nucleo di idee di sinistra,e dunque legate al patrimonio linguistico e culturale del socialismo, per smuovere queste acque stagnanti e creare un’area di sinistra che si giochi la sua parte dove possibile,senza escludere neppure l’ipotesi di un PD riportato a una sana dialettica politica in cui anche la sinistra possa giocare liberamente la sua partita.
Ho già risposto privatamenta a Besostri, ma vengo sollecitato da sua proposta di dibattito pubblico e da risposta di Turci. Cito l'ultima frase delll'articolo di Besostri.
Che definisco decisamente condivisibile e non mi pare che ci sia alcun accenno a rivendicare alcun orgoglio PSI. Quello che non è detto forse è la necessità o meno di uno scontro nel prossimo congresso PSI. Mi pare che per certuni non ne valga la pena di impegnarsi in tale scontro interno. D'altra parte Turci ha tolto il disturbo e nessuno tantomento la Locatelli ha sollevato la questione. Probabilmente chi si impegnerà nella battaglia contro il clan liberista teocon nenciniano perderà la battaglia congressuale ma l'ha persa in passato anche Lafontaine nella SPD. Ora chi vuole tentare la battaglia dentro il PSI non si deve porre la questione se vincerà o perderà in congresso ma cosa scriverà nella mozione congressuale contro l'attuale clan che al momento - nonostante quanto sia stato scritto all'art.1 finalità dello Statuto - è del tutto sovrapponibile al Nuovo PSI e può stare tanto di qua con il PD tanto di il PDL di Berlusca che fanno la stessa politica teocon- neoliberista. Io sarò tra coloro che cercheranno di fare rientrare il PSI nell'alveo della sinistra con l'obiettivo indicato da Besostri di cui sopra. "Nnon è veramente vinto che chi si arrende".(Pietro Nenni - Taccuino 1942) Buon 25 aprile e buon dibattito. Luigi Fasce www.circolocalogerocapitini.it
Quandfo ci sono incomprensioni la colpa è in prima linea di chi scrive, ma anche chi legge ci mette del suo. Con Turci ci siamo incontrati al coordinamento di Volpedo, dove molto indegnamente succedo al Presidente del Rosselli e quello che ho scritto non è diverso da quello deciso dal Gruppo di Volpedo. I socialisti sono un insieme, togliendo quelli del PdL (socialisti nel PPE non ce ne possono essere), molto superiore agli iscritti al PSI, così come il Socialismo Europeo non si esaurisce nel PSE., che resta però il riferimento, per quanto critico, di ogni sinistra italiana con un orizzonte non nazionale, ma almeno europeo. Quindi nessuna contraddizione e basta leggere le critiche all'assenza di linea del PSI ed alle vanterie per 14 consiglieri regionali, per capire come la penso.
Quandfo ci sono incomprensioni la colpa è in prima linea di chi scrive, ma anche chi legge ci mette del suo. Con Turci ci siamo incontrati al coordinamento di Volpedo, dove molto indegnamente succedo al Presidente del Rosselli e quello che ho scritto non è diverso da quello deciso dal Gruppo di Volpedo. I socialisti sono un insieme, togliendo quelli del PdL (socialisti nel PPE non ce ne possono essere), molto superiore agli iscritti al PSI, così come il Socialismo Europeo non si esaurisce nel PSE., che resta però il riferimento, per quanto critico, di ogni sinistra italiana con un orizzonte non nazionale, ma almeno europeo. Quindi nessuna contraddizione e basta leggere le critiche all'assenza di linea del PSI ed alle vanterie per 14 consiglieri regionali, per capire come la penso.
4 commenti:
Caro felice alcune osservazioni al tuo articolo.Dato per scontato che tu non stai parlando dei “socialisti “berlusconiani,è tuttavia un postulato indimostrabile che gli altri,quelli che sono rimasti a sinistra,debbano costituire una componente riconosciuta nel generale rimescolo della sinistra che tu auspichi e anch’io mi auguro.Perchè?in nome di che cosa?La comune provenienza dal Psi(quello storico)non mi pare ragione sufficiente salvo che non la si voglia tradurre nel sentimento di rivincita verso torti in parte ingiustamente subiti.Peraltro sappiamo che la esasperazione di questo sentimento si è dimostrata solo funzionale alla ricollocazione ben remunerata di un po’ di ceto politico ex socialista nell’area del centro destra.Se sono le ragioni politiche e culturali a dover essere determinanti ,bisogna prendere atto che dopo la diaspora non c’è più stato un pensiero socialista all’opera se non per gruppi ,anche qualificati,ma molto piccoli e divisi e per il contributo di singole personalità fra le quali tu sicuramente ti collochi.Ma la espressione organizzata a sinistra dei socialisti(sdi)non ha mai ripreso a “philosophari”,privilegiando quel “primum vivere” che l’ha ridotto all’ectoplasma attuale.Dunque vedo nel tuo progetto,se lo capisco bene,qualcosa di forzoso,mentre riterrei più utile ripartire dalla tua domanda da proporre oggi a tutta la sinistra su cosa possa essere il socialismo democratico in europa,di fronte a questa crisi e ai cambiamenti intervenuti in questi anni nel capitalismo mondiale.Partire dal socialismo democratico perché è l’unica cosa esistente in europa,perché nei suoi partiti,anche sotto la botta delle sconfitte, si sta riaprendo un dibattito di cui c’è ben poca traccia nel nostro paese.Perchè il solo nominare il socialismo può produrre una scossa elettrica in quella formazione amebica che è oggi il PD e forse può risvegliare antiche domande rimosse sulle ragioni e le possibilità di essere oggi sinistra.Per farmi capire vengo a un esempio di attualità.Negli anni ‘50,ma anche ‘60 e ’70 si sarebbe aperta una grande discussione sul piano Marchionne ,sulle condizioni “polacche”che egli vuole imporre.Oggi tutto tace-o quasi-e si avverte solo un sospiro di sollievo sulla grazia che ci fa la Fiat di continuare a produrre auto in Italia.So bene che per avanzare obiezioni bisogna affrontare la dimensione europa,lo stato del suo movimento operaio e sindacale,le politiche subalterne al capitale finanziario e ai grandi gruppi implicite in tutta la filosofia della costruzione europea.Ma si può essere sinistra ,mentre l’europa si sfascia e si continua a comprimere il fattore lavoro,senza affrontare le cose in questa ottica?Ecco perché bisogna ridare legittimità alla parola socialismo nella sinistra italiana.Ma per favore lasciamo perdere i riti socialisti in quanto tali e proviamo a vedere se siamo in grado di coagulare un nucleo di idee di sinistra,e dunque legate al patrimonio linguistico e culturale del socialismo, per smuovere queste acque stagnanti e creare un’area di sinistra che si giochi la sua parte dove possibile,senza escludere neppure l’ipotesi di un PD riportato a una sana dialettica politica in cui anche la sinistra possa giocare liberamente la sua partita.
Ho già risposto privatamenta a Besostri, ma vengo sollecitato da sua
proposta di dibattito pubblico e da risposta di Turci.
Cito l'ultima frase delll'articolo di Besostri.
Che definisco decisamente condivisibile e non mi pare che ci sia
alcun accenno a rivendicare alcun orgoglio PSI.
Quello che non è detto forse è la necessità o meno di uno scontro nel
prossimo congresso PSI. Mi pare che per certuni non ne valga la pena
di impegnarsi in tale scontro interno. D'altra parte Turci ha tolto
il disturbo e nessuno tantomento la Locatelli ha sollevato la
questione. Probabilmente chi si impegnerà nella battaglia contro il
clan liberista teocon nenciniano perderà la battaglia congressuale ma
l'ha persa in passato anche Lafontaine nella SPD. Ora chi vuole
tentare la battaglia dentro il PSI non si deve porre la questione se
vincerà o perderà in congresso ma cosa scriverà nella mozione
congressuale contro l'attuale clan che al momento - nonostante quanto
sia stato scritto all'art.1 finalità dello Statuto - è del tutto
sovrapponibile al Nuovo PSI e può stare tanto di qua con il PD tanto
di il PDL di Berlusca che fanno la stessa politica teocon-
neoliberista.
Io sarò tra coloro che cercheranno di fare rientrare il PSI
nell'alveo della sinistra con l'obiettivo indicato da Besostri di cui
sopra.
"Nnon è veramente vinto che chi si arrende".(Pietro Nenni - Taccuino
1942)
Buon 25 aprile e buon dibattito.
Luigi Fasce
www.circolocalogerocapitini.it
Quandfo ci sono incomprensioni la colpa è in prima linea di chi scrive, ma
anche chi legge ci mette del suo. Con Turci ci siamo incontrati al
coordinamento di Volpedo, dove molto indegnamente succedo al Presidente del
Rosselli e quello che ho scritto non è diverso da quello deciso dal Gruppo
di Volpedo. I socialisti sono un insieme, togliendo quelli del PdL
(socialisti nel PPE non ce ne possono essere), molto superiore agli iscritti
al PSI, così come il Socialismo Europeo non si esaurisce nel PSE., che resta
però il riferimento, per quanto critico, di ogni sinistra italiana con un
orizzonte non nazionale, ma almeno europeo. Quindi nessuna contraddizione e
basta leggere le critiche all'assenza di linea del PSI ed alle vanterie per
14 consiglieri regionali, per capire come la penso.
Quandfo ci sono incomprensioni la colpa è in prima linea di chi scrive, ma
anche chi legge ci mette del suo. Con Turci ci siamo incontrati al
coordinamento di Volpedo, dove molto indegnamente succedo al Presidente del
Rosselli e quello che ho scritto non è diverso da quello deciso dal Gruppo
di Volpedo. I socialisti sono un insieme, togliendo quelli del PdL
(socialisti nel PPE non ce ne possono essere), molto superiore agli iscritti
al PSI, così come il Socialismo Europeo non si esaurisce nel PSE., che resta
però il riferimento, per quanto critico, di ogni sinistra italiana con un
orizzonte non nazionale, ma almeno europeo. Quindi nessuna contraddizione e
basta leggere le critiche all'assenza di linea del PSI ed alle vanterie per
14 consiglieri regionali, per capire come la penso.
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