lunedì 25 gennaio 2010

Facebook | Franco D'Alfonso: DICHIARAZIONE DI FRANCO D'ALFONSO , membro lombardo della Direzione nazionale socialista

Facebook Franco D'Alfonso: DICHIARAZIONE DI FRANCO D'ALFONSO , membro lombardo della Direzione nazionale socialista

14 commenti:

gabry ha detto...

Concordo e mi associo ..... la vittoria di Vendola significa che si ha bisogno di politica "sana" e coerente. La Puglia ha risposto in modo maturo e se a volte c'è confusione negli ideali e nelle scelte ciò può dipendere dall'uomo che si propone e non dall'elettore.
Complimenti di nuovo a Vendola !!!!

francesco ha detto...

Boccia a mio avviso non avrebbe avuto alcun appeal sull'elettorato, e se avesse vinto avrebbe quindi quasi certamente regalato la Puglia alla Destra.
Così invece io trovo che la partita sia del tutto aperta, e che Vendola ce la possa fare. Vedrete: lo davano perdente anche la voglia scorsa....

Il fatto è che i candidati moderati, come Boccia o Penati, non prendono voti al Centro-Destra, e invece ne perdono a valanghe a Sinistra, semplicemente perchè non sono credibili.
Sarebbe ora di capirlo, e invece ci si ostina a pensare che la strategia vincente sia quella dello sfondamento al Centro.

Sia chiaro: l'idea di creare un fronte anti-berlusconiano che coinvolga l'UDC può avere certamente anche un senso per liberare questo Paese dalla nefandezza del monocrate. E' bene che si lavori a questa prospettiva.
Ma se l'alleanza con l'UDC, come sembra essere nei piani dalemiani, dovesse coincidere con un'ulteriore sterzata al Centro e una parallela chiusura a Sinistra, si condannerebbe ad un ulteriore tracollo. Non sono infatti i voti berlusconiani quelli da ricercare, ma i voti di chi non vota più.
Il solo PD, negli ultimi due anni ha perso 4 milioni di voti, per lo più finiti nell'astensione. Con la svolta al Centro, confermerebbe ulteriormente la sua incapacità di suscitare consensi. E i poveri Socialisti, appiattendosi come dei mentecatti su questa strategia neo-centrista (a prescindere dallo squallore in sè dell'operazione) non avrebbero proprio niente da guadagnare.

Riposizionandosi con chiarezza a Sinistra invece, e ridando fiato al progetto di Sinistra e Libertà, essi potrebbero ritornare a giocare un ruolo significativo, contribuendo a creare un soggetto politico di Sinistra serio e credibile. Sarebbe anche il modo più sensato per favorire una prospettiva di impronta neo-socialdemocratica, che si rapportasse coerentemente al PSE.
Questa dovrebbe essere la via maestra. Questa la strada da perseguire.
Un gruppo dirigente serio lo avrebbe già capito da un pezzo, e avrebbe scommesso con forza su questa ipotesi...
Eh già: un gruppo dirigente serio...

Un saluto,
Francesco Somaini

lanfranco ha detto...

la vittoria di vendola mi pare più un fatto regionale che nazionale.vince vendola stimato presidente e leader politico regionale più che vendola leader di sel.ma se la vittoria di vendola è un fatto regionale ,la crisi del pd è invece un fatto nazionale!

sergio ha detto...

Ma possibile che non si vede e non pensa che Vendola non è il nuovo che avanza...è il vecchio avanzato nel frigo e ritirato fuori in mancanza di idee nuove? Anche se "ora" si dichiara socialista umanista, in realtà è la perfetta sintesi di quel catto-comunismo che non solo ha inquinato l'aria della sinistra italiana da 50 anni a questa parte, ma che è anche stato alla base del fenomeno del terrorismo. È cicciato lì con il fine, forse inconsapevole, di mettere in ombra il vero nuovo che è uscito ultimamente dalle nebbie della storia: Emma Bonino, ovvero l'alleanza della sinistra con i radicali! E poi sono pronto a scommettere che alle elezioni perderà per due motivi: 1) l'udc non lo vota; 2) da un momento all'altro verrà inquisito e quindi nemmeno l'idv lo voterà. E quindi? Tanto peggio tanto meglio? Quanto sono sempre piaciuti alla sinistra questi eroi..martiri..vittime e...perdenti! E invece dobbiamo tornare a vincere, tornare almeno all'etica azionista del Buon Governo, per cacciare Berlusconi e la sua melma neofascista indietro da dove é tracimata sporcando tutto, facendo cadere poveri di spirito quali Marrazzo e Delbono nella trappola dell'edonismo e del "tanto tutto è permesso"!

lanfranco ha detto...

io non ho aderito a sel ,ma se qualcuno vede in vendola un comunista trinariciuto deve soffrire di qualche sfasamento temporale assai pericoloso...

davide ha detto...

Finalmente uno che parla chiaro (perchè ha capito):

"Il fatto è che i candidati moderati, come Boccia o Penati, non prendono voti al Centro-Destra, e invece ne perdono a valanghe a Sinistra, semplicemente perchè non sono credibili.
Sarebbe ora di capirlo, e invece ci si ostina a pensare che la strategia vincente sia quella dello sfondamento al Centro."

"Non sono infatti i voti berlusconiani quelli da ricercare, ma i voti di chi non vota più.
Il solo PD, negli ultimi due anni ha perso 4 milioni di voti, per lo più finiti nell'astensione."

francesco ha detto...

Ma possibile che si continui a contrapporre il catto-comunismo con il socialismo ? Non si va da nessuna parte con questi ragionamenti. Socialismo e catto-comunismo (ossia la sintesi di marxismo e cattolicesimo popolare) sono LA SINISTRA ITALIANA. E la sinistra DEVE COLLABORARE, pur nelle diversità.
Sorvolo, poi, sul giudizio liquidatorio con cui si vorrebbe archiviare il cd. fenomeno Vendola. Vendola è soltanto un politico appassionato, ONESTO (fino a prova contraria e al di là di certe scelte sbagliate riguardanti i suoi collaboratori), animato ancora da ideali che cerca di tradurre in azione di governo. Ovverosia E',in Italia, UNA MOSCA BIANCA. Ecco perchè il popolo di sinistra lo vota e lo segue.

davide ha detto...

Concordo a pieno con quanto detto da Lanfranco : le dinamiche pugliesi per Vendola sono estremamente particolari e legate soprattutto al personaggio considerato eroe-santo e capopopolo.
La crisi del Pd invece è nazionale e non è non legata ad un uomo ma ad un progetto politico perdente e strategicamente condotto in maniera suicida.


Davide de Bella

rino ha detto...

Nessun sfasamento temporale e nessun giudizio su Vendola come persona, ma semplice presa atto di quel che è accaduto dal punto di vista storico. Una rilettura del bel libro di Teodori credo sia sufficiente a chirire le idee di chi ancora crede che socialismo e comunismo si equivalgano.
La parola socialismo per qualcuno è parola impronunciabile? Nulla questio. Si costruisca un raggruppamento alternativo al PDL e lo sciami Alternativa sociale, Giustizia e libertà o come altro si voglia, ma si vuole raccogliere sotto una unica bandiera chi non vuole andare a destra, bisogna tener conto della sensibilità di tutti.
Invece di litigare e di insultare, perché non elaborare un programma chiaro e appetibile sulla scuola, sulla laicità dello stato, sull'economia. Finoa quando faremo come i polli di Renzo non andremo da nessuna parte. Rino Tiani

diego ha detto...

Grazie Davide Vanicelli. Queste sono idee chiare, che la nomenklatura del PD non capisce (ne il PSI, che con Nencini guarda sempre più al centro):

"Il fatto è che i candidati moderati, come Boccia o Penati, non prendono voti al Centro-Destra, e invece ne perdono a valanghe a Sinistra, semplicemente perchè non sono credibili.
Sarebbe ora di capirlo, e invece ci si ostina a pensare che la strategia vincente sia quella dello sfondamento al Centro."

"Non sono infatti i voti berlusconiani quelli da ricercare, ma i voti di chi non vota più.
Il solo PD, negli ultimi due anni ha perso 4 milioni di voti, per lo più finiti nell'astensione."

Mentre trovo stucchevole chi ancora parla di cattocomunisti, come un Berlusconi qualsiasi, senza capire la sostanziale differenza che c'è tra una Rosy Bindi e una Binetti (che dovrebbe cercarsi un altro partito). La situazione è quella lucidamente disegnata da Vanicelli.

Diego Zandel

felice ha detto...

“Gli dei invidiano gli uomini felici” e chi è più felice di Vendola dopo le primarie di coalizione della Puglia? Le dichiarazioni rilasciate dopo la vittoria mostrano maggiore equilibrio di tanti suoi sostenitori. Se le primarie pugliesi hanno un merito è quello di avere indicato un metodo di scelta dei candidati a cariche elettive e di aver premiato uno stile di governo: se si vuole essere coerenti bisogna celebrare la vittoria di Vendola piuttosto che la sconfitta del PD e/o dei dalemiani.
I numeri parlano, anzi cantano, chiaro: più di 200.000 partecipanti, a fronte dei 79.296 delle primarie 2005 e con più dei 2/3 dei suffragi per Vendola.
Vendola ha presieduto la Puglia e le uniche ombre sul governo regionale le hanno gettate addosso assessori espressi dal PD. Vendola era stato candidato- e non dimentichiamolo eletto- in seguito a primarie: soltanto nuove primarie potevano impedirne la riconferma. Si fossero tenute, come richiesto da Vendola, non ci sarebbero state le polemiche e soprattutto l'immagine di coesione della
coalizione non si sarebbe deteriorata. Credo che debba essere chiaro per tutti che la priorità sia di vincere le elezioni e non di regolare i conti all'interno della sinistra e del centro-sinistra.
segue

felice ha detto...

segue

Le vicende pugliesi hanno dimostrato come pesi negativamente l'assenza di un partito di sinistra, che non si chiama fuori dalle responsabilità di governo, ma che non rinuncia alla sua autonomia e alla sua identità. Sinistra e Libertà poteva essere il punto di partenza e lo sarebbe stata se avesse superato il quorum: la battuta di Flaiano, che il nostro popolo ama andare in soccorso del vincitore, trova purtroppo riscontro nella realtà. Ne abbiamo avuto la prova con l'Italia dei Valori, che ha rimosso l'iniziale veto a Vendola, appena è stato chiaro, che indeboliva il PD e vinceva le primarie.
I forti debbono essere pazienti e i vincitori magnanimi, specialmente se il laboratorio Puglia aspira a diventare un progetto nazionale di respiro europeo. L'inizio del processo costitutivo di Sinistra Ecologia Libertà assegna a Vendola responsabilità nazionali. In questa fase si corre il rischio che Vendola diventi come uno dei testimonial, che mettono in ombra il prodotto pubblicizzato.
Il successo pugliese non è immediatamente trasferibile al Nord, malgrado la consistenza dei pugliesi emigrati e il Nord resta il buco nero della sinistra, in particolare la Lombardia e il Veneto.
Senza il Nord non si vincono le elezioni politiche e le elezioni europee dimostrano, che non si supera la soglia di sbarramento con i soli successi meridionali.
Si aprono due strade, quella della chiusura identitaria o quella unitaria di ricostruzione di una sinistra alternativa al PdL-Lega Nord. L'interlocuzione col PD, come anche con la Federazione della Sinistra ,resta essenziale e proprio la Puglia dimostra che iscritti ed elettori sono capaci di iniziative autonome, anche in dissenso coi vertici. La sinistra deve anche affrontare problemi di più ampio spessore del rapporto tra le formazioni politiche esistenti, per affrontare quello del superamento della divisioni tra socialisti e comunisti. Il decennale della scomparsa di Bettino Craxi ha dimostrato, che bisogna superare atteggiamenti, che vanno ben al di là delle differenze di valutazioni sul personaggio, molto variegate all'interno degli stessi campi. La sinistra italiana si è specializzata in occasioni mancate : l'ultima è stata l'assenza di un dibattito, con la stessa ampiezza di quello craxiano, su Nenni nel trentennale della sua morte. La biografia di Nenni ripercorre tutte le tappe cruciali dei rapporti a sinistra tra socialisti e comunisti. Una sinistra nuova non si può rinchiudere in uno steccato: femminismo e ambientalismo, per fare soltanto due esempi, hanno portato linfa nuova alla sinistra, ma la storia, che ha diviso e divide la sinistra italiana, più di ogni altra sinistra europea, è quella di socialisti e comunisti. La biografia di Vendola lo pone in grado di affrontare il nodo, la cui importanza è superiore alla consistenza elettorale e organizzativa delle forze, che alle due tradizioni si richiamano, accomunate dal destino di essere escluse dalle istituzioni parlamentari nazionali ed europee.

luigi fasce ha detto...

Caro saggio e pacato Francesco Somaini,
come si può dissentire da quanto dici ... eppure nonostante la
ragionevolezza, principio di realtà e la logica stringente non credo
che chi non vuole intendere l'intenda. Non è questione di ragione è
questione di istinto ... da un lato l'istinto anti comunista
dall'altro l'istinto liberista. Freud la chiama "razionalizzazione".
Ordunque per sciogliere il garbuglio micragnoso dei socialisti che
sono per il No a Nencini ma non sono neanche per il si a SEL (dico
SEL e non Vendola e dico Nencini e la sua cricca non più socialista e
non PSI) occorre tirare una bella linea ... a destra tutti quelli che
restano con Nencini e tutti quelli che restano nel limbo socialista e
a sinistra tutti i socialisti che si collocano con SEL.
Come afferma Albert Camus (stimolato da grande Beppe che ha citato
Maurice Merleau-Ponty) abbiamo solo il potere di scegliere ... e
scegliamo !!!
Luigi Fasce
www.circolocalogerocapitini.it

diego ha detto...

Concordo pienamente con l’analisi di Francesco Somaini: il tentativo di allearsi con l’UDC può avere una logica solo nell’ambito di un alleanza a breve termine mirata a far cadere Berlusconi, renderlo ineleggibile, e togliergli il suo monopolio mediatico. Al massimo, con l’UDC, si potrebbe creare un governo d’unità nazionale (tipo il Cln), che duri giusto il tempo di votare una vera legge per risolvere il conflitto d’interessi.

In periodi normali, però, con l’UDC non può esserci nessun’alleanza possibile. Come può una Sinistra degna di questo nome stilare un programma di governo con un partito clericale, liberista, e pieno di inquisiti per mafia, come l’UDC? Anche strategicamente parlando, l’alleanza programmatica con i centristi é controproducente: basta guardare alla parabola del PDS/DS/PD, che con questa brillante strategia neo-centrista perde milioni di elettori ad ogni elezione. L’obiettivo primario del PD e dei partiti di Sinistra non dovrebbe consistere nel “corteggiare” gli elettori di Berlusconi, ma nel recuperare il voto degli operai, dei precari, delle classi sociali più povere, e di quelle classi medie (ma progressiste) che da anni non votano più a Sinistra, e spesso non votano proprio.

Inoltre, l’elettore medio non capisce queste costanti lacerazioni all’interno della sinistra, per esempio tra socialisti e comunisti. L’anticomunismo era legittimo durante la Guerra Fredda, all’epoca in cui c’era il rischio che il PCI di Togliatti instaurasse une dittatura stalinista, già negli anni 70 l’anticomunismo non aveva più ragion d’essere, figuriamoci adesso. Le pregiudiziali anticomuniste sono ancora meno comprensibili nel caso di Vendola, che é un comunista libertario antistalinista. L’accusa di cattocomunismo é ancora più assurda. Mi si spieghi che cosa ha Vendola del cattocomunista: é forse un problema che Vendola sia comunista e che vada a messa la Domenica? Se così fosse, allora vorrebbe dire che noi socialisti laici e laicisti siamo più intolleranti dei papalini che, a giusto titolo, critichiamo. Davvero, non riesco a capire come un socialista abbia potuto preferire Boccia a Vendola come candidato del centro-sinistra alla presidenza della regione Puglia. Come si fa a non rilevare l’elemento di discontinuità che il governo Vendola ha rappresentato nel panorama pugliese e nazionale, aldilà degli errori, che ci sono senz’altro stati?

Io credo che, non solo i socialisti dovrebbere fare il possibile perché Vendola venga rieletto, ma dovrebbero unirsi al SeL. Come socialista rosselliano (senza tessere di partito), mi sentirei più a mio agio a stare nello stesso partito di Vendola e Claudio Fava che in quello di De Michelis. Eppoi, perché i socialisti non dovrebbero avere una loro cittadinanza in un partito di sinistra democratico, laico, e libertario, che aspiri a qualcosa di più dell’1 percento alle elezioni? D’altro canto, mi rendo conto di quanto sia più comodo per Nencini fare accordi con il PD e l’UDC, così da poter conservare la presidenza del Consiglio Regionale della Toscana. Non c’é poi da stupirsi che il PSI si ritrovi con qualche assessore, ma senza elettori...

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Cordiali saluti,

Diego