Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
venerdì 31 maggio 2024
giovedì 30 maggio 2024
Franco Astengo: Un 2 giugno di lotta
UN 2 GIUGNO DI LOTTA di Franco Astengo
La celebrazione del 2 giugno 2024, festa della Repubblica, assumerà tratti inediti nella storia d'Italia:definitivamente dissolto l'antico "arco costituzionale" sotto il cui ombrello ci poteva comunque ritrovare mai è stato così violento l'assalto alle fondamenta del dettato della nostra Carta Fondamentale.
Ormai è svelata la posta in gioco di questa fase (che potremmo considerare più storica che politica): riscrivere la Costituzione e mandare in archivio il suo punto di vera scaturigine, la Resistenza.
E' stato giustamente scritto che il progetto del centro-destra di oggi è molto più invasivo di quello elaborato nel 2016 dal PD(R) e che fu respinto dalla maggioranza dell'elettorato, e da altri tentativi precedenti ( riforma del centro destra anch'essa respinta dal voto popolare nel 2006; progetto della commissione bicamerale del 1997), senza contare le riforme già attuate in maniera negativa (titolo V, pareggio di bilancio, riduzione del numero dei parlamentari).
Adesso però siamo a un vero e proprio salto di qualità :un progetto eversivo che poggia su 3 gambe: premierato, autonomia differenziata, riforma (punitiva) della magistratura. In realtà, nel caso della magistratura, siamo ben oltre l'attacco alla Costituzione Repubblicana perchè si sta toccando la messa in discussione della stessa divisione dei poteri sancita dalla rivoluzione del 1789.
Un attacco alla democrazia che si sviluppa in un quadro generale davvero inquietante.
Una situazione dominata dalla suprema incertezza tra la pace e la guerra: dilemma che la nostra Costituzione intende sciogliere con un articolo 11 già fin troppe volte violato nella sua sostanza.
Abbiamo visto come sia in corso un attacco diretto a categorie come quella della Magistratura (ipotizzandone, come già avvenuto in passato, una sostanziale riduzione di autonomia dall'esecutivo) e dell'informazione (con un evidente arretramento nella liberà d'espressione come testimoniato anche dalle classificazioni internazionali in materia);
Si sta esercitando direttamente una forma di repressione poliziesca verso i soggetti più facilmente attaccabili come gli studenti. Questi elementi evidenziano uno stato di cose che non può che essere contrastato se non prendendo atto fino in fondo della sua gravità e pericolosità, esprimendo così un pieno convincimento alternativo fuori da qualsivoglia tentativo di compromissione, in ispecie sul piano costituzionale e delle stesse forme istituzionali che derivano direttamente dall'applicazione della nostra Carta Fondamentale, prima fra tutte la forma di governo parlamentare.
Il tutto racchiuso dentro un cerchio ideale rappresentato dal riemergere della "questione morale" che si esprime in varie forme ben oltre la forma classica della corruzione politica come sembrerebbe indicare la vicenda ligure.
La celebrazione del 2 giugno dovrà essere allora impostata come momento di richiamo alla necessità, prima di tutto, di espressione di un sentimento: come è stato scritto "di qualcosa di cui non si può non parlare, di cui non si può tacere" partendo dalla risposta alla tragedia fascista da cui nacque la nostra identità repubblicana.
martedì 28 maggio 2024
domenica 26 maggio 2024
sabato 25 maggio 2024
venerdì 24 maggio 2024
sabato 18 maggio 2024
venerdì 17 maggio 2024
giovedì 16 maggio 2024
mercoledì 15 maggio 2024
Il mercato del lavoro italiano 30 anni dopo: più occupati, più precari, più poveri, Alessandro Bellocchi, Giuseppe Travaglini | Menabò di Etica ed Economia
Il testo integrale dell'intervento della senatrice Segre sul premierato
https://acrobat.adobe.com/id/urn:aaid:sc:EU:fa9533d8-9852-4856-a44b-82df86d06167
lunedì 13 maggio 2024
sabato 11 maggio 2024
venerdì 10 maggio 2024
giovedì 9 maggio 2024
mercoledì 8 maggio 2024
Franco Astengo: Liguria e questione morale
LIGURIA E QUESTIONE MORALE di Franco Astengo
Premessa la debita considerazione di garantismo e di colpevolezza da dichiarare soltanto al momento di sentenze passate in giudicato il terremoto giudiziario che sta devastando la Liguria politica e imprenditoriale non può rimanere sotto silenzio.
Ancora una volta la magistratura si è mossa in un'ottica di supplenza della politica e l'analisi dei diversi intrecci rilevabili dai provvedimenti giudiziari fin qui assunto consentono alcune precise affermazioni proprio sul piano politico:
1) dagli atti fin qui portati avanti dall'autorità giudiziaria appare rilevarsi il profilo di un vero e proprio "sistema di potere" collocato ben al di fuori da un contesto di esercizio della responsabilità democratica. Le scelte fin qui compiute dal Presidente della Regione Liguria nel corso del suo mandato hanno avuto l'evidente destinazione proprio del consolidamento di questo sistema di potere attraverso scelte di carattere corporativo sia sul piano economico sia sul piano delle destinazioni territoriali (ultima in ordine di tempo ma non ultima per importanza quella della destinazione della nave -rigassificatore a Vado Ligure);
2) Questo sistema di potere (da confermare giudizialmente ma ben presente sul piano politico) può sfruttare ( e fin qui ha sfruttato) il mutamento di natura dell'Ente Regione che proprio in Liguria ha assunto caratteristiche particolarmente spiccate. Attraverso l'elezione diretta del Presidente della Giunta (che poi mezzi di comunicazione di massa e giornali hanno facilonescamente definito "Governatore") ha definito la fisionomia dell'Ente in soggetto di nomina e di spesa (anziché di coordinamento legislativo come stava nelle intenzioni di chi aveva proceduto a normare l'indicazione costituzionale);
3) In questo intreccio tra potere di nomina e potere di "elargizione di spesa" può diventare facile l'introduzione di un sistema di potere capace di connettere politica e affari in vari campi ( per quel che riguarda la Liguria oltre al sistema infrastrutturale realizzato in particolare attorno al porto di Genova non può essere dimenticato il tema del rapporto pubblico/privato in sanità: tanto per fare soltanto degli esempi).
Questi sono alcuni dei temi politici suggeriti dall'avanzare dell'inchiesta che ha messo a soqquadro vertici istituzionali, economici e imprenditoriali in Liguria.
Il pensiero non può che correre all'affare Teardo di oltre quarant'anni fa: anche in quel caso emerse un ritardo della politica nell'individuare responsabilità e natura dei fatti (così la magistratura già svolse un ruolo di supplenza) in una fase in cui l'approccio alla modernità mutava la natura dell'antica questione morale di marca democristiana: in allora ci si fermò presto e non si riuscì a vedere oltre il fatto locale (pur molto rilevante). Eppure dietro l'angolo ci stava Tangentopoli
sabato 4 maggio 2024
mercoledì 1 maggio 2024
Franco Astengo: Il lavoro e il Primo Maggio
IL LAVORO E IL PRIMO MAGGIO di Franco Astengo
Il 1° maggio 1971 il Manifesto pubblicò un editoriale non firmato dal titolo "Contro il lavoro" che fece molto scalpore.
Oggi può essere utilmente preso in esame un punto di quel testo: “Nessuno più di Marx ha fatto del lavoro il centro della storia. L’uomo stesso è il prodotto del suo lavoro” e più avanti “Da un lato il lavoro diventa, come lavoro salariato, fino in fondo e per tutti una realtà esterna, senza senso e senza contenuti, un’alienazione insopportabile..”.
Ecco questo è il punto su cui soffermarci, quello del lavoro come alienazione.
La domanda allora diventa: qual’è il punto di alienazione raggiunto oggi? Si pone ancora la prospettiva che dalla presa di coscienza dell’alienazione si possa arrivare alla presa di coscienza della necessità del superamento del lavoro salariato?
Si tratta di prendere in considerazione un dato di fondo : l’uomo non è più il prodotto del suo lavoro, come si pensava cinquant'anni fa, e neppure la dimensione umana si trova ancora al centro della subalternità al comando del profitto.
Oggi l’uomo (nel senso di genere umano) non è null'altro che l’espressione del suo consumo, della sua capacità di corrispondere in ogni momento della sua vita e non soltanto in fabbrica all’egemonia del comando del profitto.
Dentro lo stridore sociale dominante è il comando del profitto che ormai si è esteso sull’insieme di contraddizioni che la modernità presenta, assumendo il comando di tutte le innovazioni che via via si stanno presentando sulla scena.
Ogni nostro atto, ogni nostra possibilità di visione, è compiuto in funzione dell’apparire quasi sempre pubblicitario del combinato disposto tra reale e virtuale sul quale la logica del profitto si espande e si afferma.
L’intreccio tra reale e virtuale che si accompagna ormai in tutti gli aspetti della nostra vita non produce altro che la virtuosità del profitto in tutti i campi.
L'incombenza imposta a tutti è quella di mantenere integro il ciclo del consumo.
Così si è arrivati più ancora che alla negazione al considerare superfluo il conflitto, sia nel sociale sia nel politico.
Il conflitto è considerato ormai marginale, momento di turbamento dell’ordine costituito.
Così sembrano del tutto remote le potenzialità di considerare “lotta” e non “festa” una giornata del lavoro nel significato profondo, originario, del Primo Maggio. L'articolo di quel lontano 1° maggio di oltre cinquant’anni fa può essere considerato lontano nel tempo, reperto di vera antichità nella storia delle relazioni umane, sociali, politiche.
L’orizzonte è rimasto ristretto alla sola possibilità della migliore remunerazione del lavoro umano per far sì che ci sia consentito di continuare ad esercitare questa funzione di mera riproduzione del consumo come fattore di consenso e di nuova dimensione dell’umanità. Un esercizio condotto a prezzo dello smisurato allargamento delle disuguaglianze su tutte le basi: individuali, collettive, planetarie con la guerra tornata sovrana a regolare la storia.
Ricordarsi le condizioni di intreccio tra sfruttamento e alienazione ponendo assieme il tema di rivedere la visione del lavoro potrebbe rappresentare la possibilità di compiere dopo tanto tempo un nuovo passo in avanti almeno dal punto di vista della nostra capacità di riflessione.
Quale occasione migliore del Primo Maggio per ricordare questa possibilità ?
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