lunedì 27 marzo 2023

La rivista il Mulino: Italiani, colpevoli di aver scelto da che parte stare

La rivista il Mulino: Italiani, colpevoli di aver scelto da che parte stare: Sostenere, come ha fatto Giorgia Meloni, che le vittime della strage delle Ardeatine erano “innocenti massacrati solo perché italiani” equivale a una vera e propria deformazione pseudo-patriottica

Henry Kissinger: “Alla fine bisognerà trovare un posto per l’Ucraina e un posto per la Russia, se non vogliamo che la Russia diventi un avamposto della Cina in Europa”. Una guerra tra Washington e Pechino “potrebbe rovesciare la civiltà, se non addirittura distruggerla” - nuovAtlantide.org

Henry Kissinger: “Alla fine bisognerà trovare un posto per l’Ucraina e un posto per la Russia, se non vogliamo che la Russia diventi un avamposto della Cina in Europa”. Una guerra tra Washington e Pechino “potrebbe rovesciare la civiltà, se non addirittura distruggerla” - nuovAtlantide.org: Estratto da www.agenzianova.com HENRY KISSINGER Una “seconda Guerra fredda”, combattuta tra Stati Uniti e Cina, potrebbe essere più pericolosa della

What Can the Left Actually Do About Ukraine? - Socialist Forum

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La giungla del lavoro - Collettiva

La giungla del lavoro - Collettiva

sabato 25 marzo 2023

Sergio Cesaratto: Le conseguenze sociali dell’economia di guerra in Europa

Sergio Cesaratto: Le conseguenze sociali dell’economia di guerra in Europa: Con un certo orgoglio ricordo di aver per alcuni anni accennato, nell’ambito dei miei corsi di economia, al realismo politico nelle relazioni internazionali e nella International Political Economy. L’ho fatto in contesti accademici in cui prevaleva (e prevale) un europeismo acritico basato sul pensiero liberale, per cui il mondo si divide in buoni e cattivi. Il libro che adottavo (Sorensen 2008), edito dalla Bocconi, aveva alcune pagine dedicate all’allargamento della Nato ad Est presentando, doverosamente, le tesi opposte. Veniva in particolare citata un’importante lettera indirizzata nel 1997 al Presidente Clinton da parte di 50 eminenti personalità che si opponevano

Confronting the global water crisis

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Congresso Cgil, il giorno dopo - terzogiornale

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La Francia in rivolta - terzogiornale

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Macron's pension reform deepens France's democratic crisis | EUROPP

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giovedì 23 marzo 2023

Franco Astengo: Blocchi sovrapposti e "socialismo della finitudine"

BLOCCHI SOVRAPPOSTI E "SOCIALISMO DELLA FINITUDINE" di Franco Astengo Sovrastato dalla pericolosa deriva della logica di guerra e della ricostituzione dei blocchi sul piano globale il sistema politico italiano, almeno nelle intenzioni dei suoi principali protagonisti, si sta muovendo in una logica -per certi versi - analoga a ciò che sta avvenendo a livello internazionale e ben differente da quella logica contraddistinta dal "bipolarismo temperato" che aveva caratterizzato gli anni a cavallo tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo. Il "bipolarismo temperato" era poi sfociato in una confusa "transizione" caratterizzata dalla crisi della globalizzazione, dalla fine della centralità dei partiti, da una "smodata" forma di alternanza segnata - dal punto di vista elettorale - da un eccesso di volatilità e dalla crescita esponenziale di un astensionismo da intendersi quale chiaro segno di fragilità strutturale del sistema stesso e dovuto dal trasformarsi delle dinamiche elettorali da "pigliatutti" a "scambio". Adesso stanno emergendo segnali di un principio di possibile parziale riconsolidamento del rapporto tra società e politica. Un riconsolidamento da valutarsi come di tentativo di ricostituzione di blocchi sociali in rapporto a ridefinizioni di identità politiche: tutto sta avvenendo però in un quadro pericoloso di prevalenza di un avvitamento anti-costituzionale che legittimerebbe almeno una parte impegnata nella appena descritta operazione " blocco sociale/identità politica". In questo senso vanno analizzati due recenti accadimenti: l'esito delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 e il mutamento di governo interno al PD(comunque ancora incompiuto e parziale). Si è realizzata una situazione per la quale entrambe le forze che si considerano egemoni dei possibili schieramenti per ora di governo e di opposizione stanno tentando di formare un loro "blocco sociale" su cui appoggiare un'ipotesi di contrapposizione bipolare su temi fortemente radicalizzanti. Una radicalizzazione come richiede oggi lo stato concreto delle cose in atto (uno stato di cose che sembra lasciare poco spazio a consociativismi più o meno "centristi" e/o di gestione condivisa di grandi contraddizioni che reclamano profili identitari e capacità di schieramento). Cerchiamo di analizzare con ordine: 1) il governo a trazione FdI mostra sempre più la sua anima corporativa volta a dividere il paese secondo lo schema degli interessi specifici delle singole categorie. Uno schema ben riferito al profondo dei settori sociali del lavoro autonomo di più o meno grandi dimensioni, rivolto prevalentemente alla produzione di beni da esportazione e da remunerare attraverso l'evasione fiscale con una crescita del quadro di disuguaglianze all'interno e tra le diverse parti del paese. Tutto questo mette da parte problemi attuali come l'ambiente, la salute pubblica, la sicurezza, le migrazioni. Non a caso FdI si appoggia al gruppo di Visegrad proponendo un nazionalismo difensivo con argomenti utili per sottrarre consenso ai partner del centro - destra (si vedano i risultati elettorali al Nord con l'egemonia strappata alla Lega); 2) Dall'altra parte sembra prevalere uno schema di affidamento neo-capitalistico dei grandi temi dell'ecologia e della digitalizzazione (schema che accomuna la nuova dimensione PD e l'attuale gestione M5S). Un neo-capitalismo che si rivolge prioritariamente ai settori sociali capaci (in una qualche misura) di sostenere la battaglia per i diritti civili e quella per le grandi transizioni senza proporre una modificazione di fondo dei rapporti di classe e dei propri stili di vita. Una connessione che permette di definire il nesso tra "liberal" e "radical": denominazioni diverse che discendono entrambe da una concezione liberale di tipo utilitarista. Sarà il "digital divide"(che comprende i temi della cultura, della scuola e dell'università) la nuova frontiera della determinazione di classe ?: "digital divide" elemento di chiaro stampo individualistico utilizzato forse pensando che la "propria felicità" racchiusa nella capacità di utilizzo dell'AI possa concorrere a fare la felicità di tutti. Una capacità che richiede però una non facile estensione dei livelli di conoscenza. Beninteso entrambi gli schieramenti: quello del "Nazionalismo difensivo" e quello del "neo-capitalismo radicale" stanno evitando accuratamente di affrontare il tema della guerra nel senso del rapporto Europa/Nato, e sembrano entrambi (pur da differenti punti di vista) considerare il tema europeo soltanto come semplice fattore di opportunità redistributiva (PNRR, migranti, gestione della BCE da Draghi a Lagarde); 3) Questo quadro tiene ai margini dai propri blocchi sociali di riferimento le prime vittime dalla crescita delle disuguaglianze e di conseguenza restringe i margini della possibilità di incidere sulle dinamiche politiche (ripristinando anche, almeno in apparenza, la logica dell'amico/nemico). Da un punto di vista che vorremmo ostinarci di definire "di sinistra" rimane quindi tutto intero sul tappeto il tema di una possibilità di incidenza sul blocco "radical" in modo da proporre una riarticolazione inclusiva degli esclusi (a tutti i livelli). In termini più chiari si tratta della questione della presenza socialista a livello di teoria e di rappresentanza. Con un avvertimento: una teoria socialista del XXI secolo non può sfuggire alla necessità di rovesciare il concetto lineare di progresso che ci ha accompagnato nel corso del secolo precedente (in particolare nei "30 gloriosi" seguiti alla fine della seconda guerra mondiale). Attorno al tema della pace come valore universale va costruita un'idea concreta di "senso del limite" che ci è già capitato di battezzare "socialismo della finitudine". 4) A questo punto, se si accetta come principio una "necessità socialista" rimane da aprire una discussione sulla forma che potrebbe assumere nel piccolo del sistema politico italiano questa presenza di socialismo dell'uguaglianza e del limite . Ritorna l'antico dilemma : una propria presenza identitaria raccolta organizzativamente in soggettività politica oppure parte di una grande schieramento evidentemente a egemonia "radical", all'interno del quale dotarsi di una precisa rappresentazione di identità? Questo interrogativo porta alla necessità di un dibattito molto ampio nel quale toccare anche i temi istituzionali, della legge elettorale , della forma di governo, del sistema territoriale delle autonomie. Una discussione difficile ma che è urgente e necessario affrontare con concretezza d'intenti.

The left can win and forge a new settlement – but only if it repairs the trust we have lost - New Statesman

The left can win and forge a new settlement – but only if it repairs the trust we have lost - New Statesman: Research reveals a strong public appetite for progressive ideas. But we cannot flourish in an environment of mutual intolerance.

mercoledì 15 marzo 2023

Aumento dei risparmi ed inflazione: alcune evidenze sui consumi delle famiglie italiane*, Davide Cassese, Valeria Ferroni, Valeria Macauda | Menabò di Etica ed Economia

Aumento dei risparmi ed inflazione: alcune evidenze sui consumi delle famiglie italiane*, Davide Cassese, Valeria Ferroni, Valeria Macauda | Menabò di Etica ed Economia

Disuguaglianza economica e giustizia ambientale, Maurizio Franzini | Menabò di Etica ed Economia

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Oltre il merito, l'equità: cosa è davvero centrale nell'istruzione, Luciano Benadusi, Orazio Giancola | Menabò di Etica ed Economia

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Fisco, una delega sbagliata - Collettiva

Fisco, una delega sbagliata - Collettiva

lunedì 6 marzo 2023

RIPARLANDO DI SCHLEIN. PER LA SINISTRA è LA SOLUZIONE O L'ESSENZA DEL PROBLEMA? - GLI STATI GENERALI

RIPARLANDO DI SCHLEIN. PER LA SINISTRA è LA SOLUZIONE O L'ESSENZA DEL PROBLEMA? - GLI STATI GENERALI: A una settimana di distanza, Elly Schlein segretaria del Partito Democratico non è più una notizia. Finita la fase dei racconti resta il tempo e lo spazio per le analisi: un esercizio di pensiero, ricordo, dubbio che serve a utilizzare il passato, recente e remoto, per  pensare al futuro del princip

Per Schlein il difficile comincia ora | Eguaglianza & Libertà

Per Schlein il difficile comincia ora | Eguaglianza & Libertà

domenica 5 marzo 2023

Franco Astengo: Antifascismo e Costituzione

ANTIFASCISMO E COSTITUZIONE di Franco Astengo La grande manifestazione antifascista svoltasi oggi, 4 marzo, a Firenze in risposta alle violenze fasciste dei giorni scorsi deve rappresentare il segno portante su cui è necessario si muova l'opposizione sociale e politica; il terreno su cui recuperare unità e capacità di aggregazione di consenso. Antifascismo e Costituzione rappresentano la strada principale per far uscire le sinistre e le forze democratiche da una situazione di fragilità del sistema politico che rischia di incrinare la democrazia repubblicana come ben dimostra il progressivo evidenziarsi della vera natura della destra e delle sue attuali espressioni di governo. In questi tempi così difficili e complicati non è esagerato affermare come il Paese sembra essere attraversato da un intreccio tra qualunquismo e corporativismo: fenomeni affrontati attraverso espressioni di “scambio politico” derivanti dal ritenere corporativismo e individualismo competitivo le sole frontiere possibili di un futuro contrassegnato dal crescere dello sfrangiamento sociale con la conseguenza imposizione di ristrettezze per la democrazia, rese ben evidenti dall'ipotesi presidenzialista.. L’intero sistema appare così quanto mai fragile ed esposto a pericolose forme di inquinamento della democrazia. Per queste ragioni è indispensabile che il filo dell’antifascismo sia sollevato fino al punto di ricostituire la memoria perduta dell’identità nazionale collegandosi direttamente con l'affermazione e non la semplice difesa dei principi costituzionali. Una “memoria quella dell'intreccio tra Antifascismo e Costituzione che necessita di essere declinata sul piano politico attorno ad alcuni punti fondamentali: 1) Razzismo. E’ indubitabile che esista e che si è affermata una politica che non può che essere giudicata come razzista. Una politica che si esercita soprattutto nell’identificazione del “diverso” e nell’affermazione di un presunto primato per “alcuni”. Il razzismo porta con sé sopraffazione, disuguaglianza, violenza. 2)Politiche sociali. Sotto quest’aspetto si torna indietro anche rispetto al clientelismo DC, del quale pure si scorgono tracce evidenti. E' il tema del corporativismo che riaffiora in evidenza e che deve essere respinto guardando invece nel profondo di politiche del lavoro fondate sui diritti e sulla natura universalistica del welfare; 3) Autoritarismo. Il tutto è condito da una crescita verticale nella presenza dell’autoritarismo nella vicenda politica italiana. La tendenza all’autoritarismo nasce, è bene ricordarlo, fin dagli anni’80 del XX secolo quando si cominciò a parlare, scrivere e praticare di “decisionismo”. La linea era già stata tracciata allora: la complessità della domanda sociale, frutto della crescita degli anni’70, andava tagliata riducendo lo spazio tra di essa e la politica. Per fare questo occorreva un di più di segno del comando da realizzarsi attraverso la personalizzazione. Oggi il tutto appare ulteriormente esasperato, dall’ esibizionismo dei singoli e dall’incapacità del sistema politico di leggere l’allargarsi e il trasformarsi delle contraddizioni sociali dentro la crisi. 4) Militarismo. Questo potrà apparire un punto secondario, ma non è così. Ne abbiamo avuto la riprova ascoltando determinati accenti,in un momento così delicato come l'attuale. Nei mesi scorsi abbiamo anche sentito l’espressione di idee riguardanti il ripristino della leva militare obbligatoria intesa come strumento di “educazione nazionale” per le giovani generazioni. C’è n’è da vendere per considerare pericoloso questo “militarismo” di ritorno.