Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
martedì 30 novembre 2021
sabato 27 novembre 2021
venerdì 26 novembre 2021
Disponibile online la ricerca ““No digitalization without representation. An analysis of policies to empower labour in the digital workplace”” – Fondazione Pietro Nenni
Franco Astengo: Parlamento
PARLAMENTO di Franco Astengo
Sotto il titolo “Il Parlamento serve ancora?” Andrea Fabozzi (”Il Manifesto” 26 novembre) pone uno degli interrogativo di fondo al riguardo delle modifiche in atto circa la possibilità di agire politico secondo i dettami della Costituzione Repubblicana.
Attraverso una evidente e progressiva distorsione della funzione parlamentare sta infatti venendo a compimento un processo iniziato da lungo tempo, almeno dagli anni ’80 del XX secolo allorquando il tema della “governabilità” è assunto come centrale rispetto a un modificarsi nelle finalità di fondo dell’agire politico – istituzionale.
Un processo nel corso del quale si era cercato di stabilire progressivamente i termini di una “costituzione materiale” di stampo presidenzialista.
Una sorta di semipresidenzialismo era stato addirittura previsto nella riforma costituzionale elaborata dalla Bicamerale nel 1997 ma non era presente – ad esempio – nella riforma bocciata dall’elettorato nel 2016.
La “Costituzione materiale” non è mai stata portata a compimento come “Costituzione formale”: di conseguenza l’attuale spostamento d’asse nel ruolo del Parlamento denunciato da Fabozzi nel suo articolo si situa ai limiti del dettato costituzionale e meriterebbe un intervento molto più incisivo da parte del Presidente della Repubblica, alle cui funzioni nello specifico ci si dovrebbe richiamare con molta più forza da parte di chi intende salvaguardare il ruolo dell’istituto parlamentare.
La salvaguardia dell’istituto parlamentare rimane il punto di fondo dell’affermazione (e non della semplice difesa) della democrazia.
Dobbiamo tornare a richiamare in maniera compiuta ruolo e funzioni del Parlamento.
Non possiamo limitarci a reclamare una visione giuridico – amministrativa all’interno della quale è venuta ormai a mancare l’enunciazione relativa al ruolo di rappresentanza politica che nel Parlamento deve essere esercitata all’interno della dialettica tra le forze politiche e non necessariamente ristretta al rapporto maggioranza – opposizione (pensiamo, al proposito come esempio, il tema della politica estera).
Anche questa è materia di natura costituzionale.
Deve essere ricordata ancora una volta la visione di centralità del Parlamento sul piano del confronto politico insita nell’idea fondativa della democrazia repubblicana emersa nel corso dei lavori dell’Assemblea Costituente.
Una visione della democrazia repubblicana insita soprattutto nell’azione dei tre grandi partiti di massa, democristiano, socialista e comunista che esercitarono in quella sede una funzione egemonica contrapponendosi sia all’idea liberale di un sostanziale “ritorno allo Statuto” e della considerazione del “fascismo come parentesi” sia all’idea azionista di una democrazia maggioritaria di stampo britannico.
E’ necessario richiamare questi elementi quando si discute di ruolo e funzioni del Parlamento: in particolare in una fase come questa dove stanno lasciando uno strascico evidente quelle forti tensioni verso la disintermediazione in funzione della cosiddetta “democrazia diretta” (in tempi di web) e di disarticolazione del tessuto unitario.
Si aprirebbe a quel punto il discorso sulla funzione degli Stati nazionali e del rapporto con la realtà di espressione di forme di sovranazionalità e di cessione di poteri (come nel caso dell’Unione Europea): un tema che sarebbe necessario affrontare con molta capacità di riflessione e rifuggendo dai propagandismi di maniera.
Nelle conclusioni del suo intervento Fabozzi indica la strada della legge elettorale proporzionale con le preferenze e con nome serie di rimborso pubblico e tetti di spesa alle campagne elettorali ed esprime giusta preoccupazione rispetto alla probabile conferma delle liste bloccate.
Il tema della formula elettorale deve essere affrontato tenendo ben conto del dato della riduzione del numero dei Parlamentari e di ciò che questo elemento significherà soprattutto sotto l’aspetto della rappresentatività politica e del rapporto tra eletti ed elettori.
Sarà necessario avanzare una proposta di formula attraverso la quale puntare a una connessione tra territorialità e rappresentanza politica.
L'attuale formula elettorale prevede un mix tra collegi uninominali e parte proporzionale: una proposta di sistema proporzionale potrebbe prevedere proprio per esaltare la necessità di una territorialità della rappresentanza una formula basata su collegi uninominali (nei quali potrebbero anche realizzarsi situazioni diversificate di alleanze) con assegnazione dei seggi su base proporzionale ( come esempi si richiamano la formula usata per il Senato dal 1958 al 1992 e quella per le amministrazioni provinciali).
In conclusione sarebbe il caso di ricordare ancora le funzioni fondamentali assegnate al Parlamento dalla Costituzione e che via via sono andate perdute:
Riassumendo possiamo così reinterpretare le cinque funzioni fondamentali del Parlamento:
1) La funzione d’indirizzo politico, inteso come determinazione dei grandi obiettivi della politica nazionale e alla scelta degli strumenti per conseguirli, in specificazione dell’attualizzazione e dell’opposizione – dai diversi punti di vista – del programma di governo;
2) La funzione legislativa, comprensiva dei procedimenti legislativi cosiddetti “duali” che richiedono cioè la compartecipazione necessaria del Governo o di altri soggetti dotati di potestà normativa;
3) La funzione di controllo, definita come una verifica dell’attività di un soggetto politico in grado di attivare una possibile attività sanzionatoria;
4) La funzione di garanzia costituzionale, da interpretarsi come concorso delle Camere alla salvaguardia della legittimità costituzionale nella vita politica del Paese;
5) La funzione di coordinamento delle Autonomie, sempre più complessa da attuare in un sistema che, nelle sedi di raccordo esistenti sia a livello internazionale che infranazionale tende a privilegiare il dialogo tra esecutivi.
giovedì 25 novembre 2021
martedì 23 novembre 2021
Una manovra inadeguata - Collettiva
Una manovra inadeguata - Collettiva: Su fisco e previdenza e precarietà si può e si deve fare di più. Fracassi, Cgil, in audizione in Parlamento: i provvedimenti presentati dal governo non riducono le diseguaglianze, non rispondono adeguatamente ai bisogni dei lavoratori e dei
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Tim strategica per il Paese. Non può valere solo il mercato - Collettiva: Emilio Miceli, segretario confederale della Cgil, riflette sull'ipotesi di Opa di Kkr su Tim: "Le telecomunicazioni non sono semplici infrastrutture, sono il futuro. Che ruolo vogliamo giocare in Europa?"
lunedì 22 novembre 2021
domenica 21 novembre 2021
venerdì 19 novembre 2021
mercoledì 17 novembre 2021
martedì 16 novembre 2021
What Killed Macroeconomics? by Robert Skidelsky - Project Syndicate
What Killed Macroeconomics? by Robert Skidelsky - Project Syndicate: Mathematical refinement aside, economics is back to where it was a century ago: the study of the allocation of given resources, plus the quantity theory of money. Macroeconomics – the theory of output as a whole, which was invented by John Maynard Keynes – has virtually disappeared, despite the revival of key tools when crises erupt.
lunedì 15 novembre 2021
La "finanza verde": molta finanza e poco verde - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro
La "finanza verde": molta finanza e poco verde - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro: Tagliare le emissioni inquinanti a zero per il 2050: è l'obiettivo che si propone la Glasgow Financial Alliance for Net Zero (GFANZ).
Franco Astengo: Rappresentanza e territorio
RAPPRESENTANZA E TERRITORIO di Franco Astengo
La riduzione del numero dei parlamentari , prevista per la prossima legislatura, porterà anche come conseguenza una ridefinizione nel rapporto tra rappresentanza politica e territorio incidendo così direttamente sulla formazione degli schieramenti che si presenteranno al giudizio di elettrici ed elettori.
In questo senso si impone una riflessione sul sistema di alleanze (restando incerta la formula elettorale con la quale si andrà a votare nel 2023 o forse nel 2022) e sul metodo da seguire per la ricerca delle candidature.
L’esito delle elezioni amministrative svoltesi nell’ottobre 2021 ci ha fornito un quadro complessivo di forte disaffezione dal voto: l’astensione si è massicciamente affermata soprattutto nelle periferie e la “qualità sociale” del voto attribuito alle forze del centro sinistra è rimasta essenzialmente come dotazione di ben precisi ceti sociali, dal punto di vista delle professioni, dell’istruzione, della residenza.
Nonostante i buoni risultati raggiunti sul piano dell’esito immediato della contesa è necessario ammettere che, dalla parte democratico – progressista, non si è realizzata una presentazione elettorale omogenea dal punto di vista delle rappresentanze politiche e non si sono ravvisati elementi concreti di costruzione (necessaria) della rappresentanza di un blocco sociale.
Sul piano politico raramente si è realizzato un quadro di efficace connessione tra partiti, movimenti progressisti e specifiche realtà associative rappresentative di “single issue” come nel caso dell’ambientalismo (al riguardo si trova difficoltà a trasformarne le istanze in soggettività generale), dei diritti civili, delle emergenze al riguardo del welfare (tanto più in tempi di emergenza sanitaria), del mondo del lavoro.
Il dato prevalente è ancora quello della frantumazione e della difficoltà a tenere assieme radicalità delle opzioni e scelte di governo: elementi questi che debbono essere valutato ben al di là della constatazione dell’esistenza di una sorta di “pulviscolo” a sinistra i cui rappresentanti pare non si pongano la questione dello sfilacciamento se non a partire dalle loro soggettive esigenze di sopravvivenza politica.
Insomma: in vista delle elezioni politiche abbiamo due questioni urgenti da affrontare:
1) quello della rappresentanza della sinistra : tema che si pone nel senso dell’autonomia e della costruzione di nuova soggettività;
2) quello della territorialità del voto, in una condizione nella quale ampie parti del paese rischiano di rimanere del tutto prive di rappresentanza istituzionale.
E’ evidente che il secondo punto andrà affrontato anche alla luce della crisi delle Regioni, ormai ridotte a soggetti di nomina e di spesa e delle difficoltà emergenti nella capacità di espressione di progettualità da parte dell’insieme del sistema degli Enti Locali (ad esempio: l’istituzione delle Città metropolitane , la Provincia ridotto ad ente di secondo grado, l’abolizione delle circoscrizioni, la riduzione delle Comunità Montane hanno rappresentato passaggi di inasprimento delle difficoltà del sistema).
Nella volontà di semplificazione sono sorti viluppi nel quadro istituzionale complessivo dell'autonomia e del decentramento che richiedono un’analisi approfondita e originale capacità di proposta, mentre rimane pendente la questione sollevata da destra (e non solo) dell'autonomia "differenziata" messa da parte soltanto provvisoriamente dall'emergenza sanitaria.
Servirebbe una strategia rivolta a promuove un’elaborazione utile a costruire ipotesi da concretizzare sul piano della costruzione di alleanze ( come esempio alcuni modelli scaturiti dalle realtà locali potrebbero essere utili) e dell’affermazione di una nuova classe dirigente, a partire dai territori.
Il tema della formula elettorale non può star fuori da questo quadro, soprattutto sotto l'aspetto del rapporto tra eletti ed elettori.
Una formula che consente - appunto - di tenere connessa territorialità e rappresentanza politica.
L'attuale formula elettorale prevede un mix tra collegi uninominali e parte proporzionale: una proposta di sistema proporzionale potrebbe prevedere proprio per esaltare la necessità di una territorialità della rappresentanza una formula basata su collegi uninominali (nei quali potrebbero realizzarsi situazioni diversificate di alleanze) con assegnazione dei seggi su base proporzionale ( come esempi si richiamano la formula usata per il Senato dal 1958 al 1992 e quella per le amministrazioni provinciali).
Sarebbe comunque il caso di non accumulare ulteriori ritardi nell'affrontare questi temi così delicati e decisivi per l'avvenire della nostra democrazia parlamentare che è necessario rimanga quella impostata dal testo della Costituzione Repubblicana
domenica 14 novembre 2021
A sinistra serve un partito: oltre la socialdemocrazia, contro la tecnocrazia - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro
A sinistra serve un partito: oltre la socialdemocrazia, contro la tecnocrazia - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro: Socialdemocrazia che rifiuta la tecnocrazia: così il nuovo partito che serve secondo Fabrizio Barca nel libro di Fabrizio Orefice. Recensione de il Fatto.
sabato 13 novembre 2021
giovedì 11 novembre 2021
Il problema etico con i redditi privati del senatore Renzi @DomaniGiornale « gianfrancopasquino
Il problema etico con i redditi privati del senatore Renzi @DomaniGiornale « gianfrancopasquino: Di tanto in tanto, ma in Italia piuttosto raramente, qualcuno solleva un argomento delicatissimo: il posto dell’etica in politica. Addirittura se debba esserci un posto, anche piccolo, per l’etica …
mercoledì 10 novembre 2021
Franco Astengo: Domande
DOMANDE
Il dibattito sulla condizione della sinistra impostato in questi giorni dal “Manifesto” attraverso gli interventi di Norma Rangeri necessita , a mio giudizio, di essere sintetizzato in alcune domande d’attualità considerando l’evidente freddezza al tema fin qui dimostrata dalle forze politiche costituite, evidentemente restie a mettersi in discussione.
Soggetti autorevoli come lo stesso “quotidiano comunista” o associazioni di grande prestigio come l’ARS, il CRS, il Circolo Rosselli di Milano e altri dovrebbero trovare la possibilità di sviluppare il confronto in forma molto più stringente dal punto di vista del porsi obiettivi concreti legati alla fase politica.
Provo a riassumere:
1) Può diventare realistica la prospettiva di formazione di un soggetto politico nel quale si superino antiche e nuove divisioni, costruendo una soggettività che non derivi dal semplice assemblaggio dell’esistente? E’ evidente che sotto a questo aspetto debbano andare in discussione tutte le implicanze legate alle connessioni con le lotte sociali in corso, la rappresentanza del mondo del lavoro, ecc,ecc.
2) Si può avviare una dibattito intorno ad una misurazione del cosiddetto “perimetro Draghi”: dentro o fuori? Al primo posto di questa misurazione di perimetro, ovviamente, rimane fondamentale il discorso posto sul piano internazionale relativo al mondo che corre verso la divisione dei blocchi e del nuovo atlantismo, con le evidenti conseguenze sul piano europeo.
3) Nel muoversi delle acque del sistema politico italiano è plausibile pensare a una ipotesi di nuovo bipolarismo tra una destra che comprenda da IV a FdI e una “sinistra” fondata sull’asse tra PD e M5S, con un angolino riservato a una “residualità” da sinistra? Oppure può risultare credibile una prospettiva di proporzionale? In questo secondo caso diventerebbe quanto mai urgente posi il tema della costruzione di soggettività a sinistra posta in grado di recuperare autonomamente una presenza istituzionale(anche di fronte ad uno sbarramento al 4 o al 5%). Risalta così la assoluta decisività del sistema elettorale. Il tema della presenza elettorale (sia per il 2022, sia per il 2023) è comunque da sollevare per tempo, anzi rendendoci conto di essere già in ritardo;
4) Nell’immediato, al riguardo della prossima elezione del nuovo Presidente della Repubblica, può essere il caso di stabilire un raccordo e di avviare un confronto tra i soggetti associativi indicati, gli strumenti di comunicazione come il Manifesto e altri, le forze politiche per tirar fuori una candidatura che possa trovare tra le grandi elettrici e i grandi elettori un consenso posto oltre i ristretti confini della presenza data attualmente in Parlamento? Una candidatura da far crescere e pesare nel contesto complessivo tanto da lasciare comunque un segno di riconoscibilità complessiva che risulterebbe utile per proseguire il cammino.
Scusate lo schematismo, grazie per l’attenzione
Franco Astengo
martedì 9 novembre 2021
lunedì 8 novembre 2021
Alberto Benzoni: Non c'è più l'internazionalismo di una volta - Avanti
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Dall’analisi della Nadef, risulta chiara l’impostazione del governo Draghi basata sulla crescita del settore privato o meglio ispirata al modello della “supply side economics” che tanti danni ha causato in Italia fino ...
domenica 7 novembre 2021
Un global flop, da Roma a Glasgow - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro
Un global flop, da Roma a Glasgow - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro: Sbandierato dalla stampa italiana come successo del multilateralismo, il G20 di Roma è stato un vero fallimento e ha preparato un altrettanto fallimentare summit della Cop 26 a Glasgow. Il capitalismo fossile va dritto per la sua strada e i governanti non riescono a imparare la lezione della pandemia.
venerdì 5 novembre 2021
giovedì 4 novembre 2021
mercoledì 3 novembre 2021
martedì 2 novembre 2021
Lavoro povero, Fondazione Di Vittorio: "Col Covid salario medio giù di 726 euro. E 5 milioni di occupati già nel 2019 prendevano meno di 10mila euro l'anno" - Il Fatto Quotidiano
L'Italia è campione d'Europa anche di salari bassi - Collettiva
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lunedì 1 novembre 2021
Soldi fuori controllo - Collettiva
Soldi fuori controllo - Collettiva: L'economia non osservata nei conti nazionali vale quanto le risorse del Pnrr. 203 miliardi di euro che nel 2019 ne fisco ne Inps hanno visto. Risorse che però arricchiscono e molto alcuni, illegalmente.
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