Il Circolo Carlo Rosselli è una realtà associativa presente a Milano sin dal 1981. http://www.circolorossellimilano.org/
mercoledì 31 marzo 2021
sabato 27 marzo 2021
venerdì 26 marzo 2021
Franco Astengo: Lo spezzatino clientelar-corporativo
SANITA': LO SPEZZATINO CLIENTELAR - CORPORATIVO di Franco Astengo
In tempi di totale emergenza che dura da più di un anno è emersa la pessima gestione della Sanità da parte delle Regioni.
Una pessima gestione che richiama la necessità di sollevare questioni di carattere costituzionale di grande importanza.
In un Paese come l'Italia, nella storia del quale corporativismo e clientelismo fanno parte appieno dell' "autobiografia della nazione", da molto tempo appare violato il dettato costituzionale che considera il diritto alla salute come elemento qualificante (ne parla oggi ,26 marzo, Enzo Cheli dalle colonne del "Corriere della Sera).
Inoltre la Costituzione affida la profilassi internazionale in via esclusiva allo Stato (articolo 117).
Nell'occasione di queste settimane è invece saltato definitivamente il principio ispiratore del Servizio Sanitario Nazionale, la cui origine risale oltre che dalla nostra Costituzione (art.32) anche dalla fondamentale dichiarazione di Alma Ata sull'assistenza sanitaria primaria. Dichiarazione che venne adottata alla conferenza internazionale sull'assistenza sanitaria primaria organizzata dall'OMS e tenuta il 6-12 settembre 1978 .
Al Servizio Sanitario Nazionale (approvato nel dicembre 1978) si sono nel frattempo opposti :
1) l'introduzione del meccanismo di privatizzazione (esemplare il "modello lombardo") infiltratosi attraverso le maglie dei compiti affidati alle Regioni nell'incauta elaborazione della modifica del titolo V della Costituzione;
2) la crescita della sensibilità del ceto politico regionale alle pressioni clientelar - corporative cresciute nel corso degli anni in una fase di accentuazione del disfacimento sociale, di crisi dei corpi intermedi (non solo dei partiti), di esaltazione del personalismo in politica. Personalismo in politica esaltato dalla disgraziata elezione diretta dei Presidenti di Regione (servilmente definiti "Governatori" da una informazione culturalmente di mediocre profilo). L'elezione diretta dei Presidenti di Regione ha spostato l'asse di riferimento dell'Ente verso la costruzione di una macchina burocratica esclusivamente dedicata alla spesa e alla nomina, anche attraverso la costruzione di famigerate "agenzie" le cui attività sono state finalizzate alla rielezione di qualcuno e/o della sua parte politica. Esemplare in questo senso il comportamento del Presidente della Regione Liguria che, dalla sua rielezione avvenuta a Settembre 2020 trattiene a sé le deleghe dell'assessorato competente. La sanità rappresenta infatti il boccone più ghiotto di questa macchina burocratica divoratrice di danaro e potere.
Adesso ci si chiede se il ritorno alla centralità dello Stato in materia non rappresenti altro che un "arretramento al medioevo".
In tutto questo, tra l'altro, è assolutamente trascurato il dato della sovranazionalità delle questioni come ben è dimostrato in questi giorni e, di conseguenza, della necessità di interlocuzione adeguata (e costituzionale) a quel livello.
Sarà su questo terreno, vitale per il futuro, che si misurerà un'idea di ricostruzione dello Stato e di coerente aderenza costituzionale.
Siamo di fronte, quindi, a un ulteriore elemento di riflessione sulla strada che sarà necessario percorrere di vero e proprio "ritorno allo Statuto" da parte degli attori del nostro sistema politico e del rapporto fra questo e la società in un quadro di capacità di affrontare la nuova qualità delle contraddizioni di fronte alle quali, in questo momento, appare impotente la capacità del "pubblico" ed egemone la ferocia prevaricatrice del "privato".
giovedì 25 marzo 2021
mercoledì 24 marzo 2021
Luigi Corbani: Sono tutti riformisti? - Il Migliorista
Sono tutti riformisti? - Il Migliorista: La confusione politica sotto il cielo è enorme. Lungi da me l’idea di mettere ordine nel caos delle definizioni politiche e delle categorie politiche attualmente usate. Apprezzo molto i tentativi di unire forze sparpagliate e in questo senso va un plauso a chi ha organizzato la maratona “unire i riformisti”. Ma per favore, date a...
martedì 23 marzo 2021
Alessandro Pollio Salimbeni: Legge elettorale maggioritaria, voto a 16 anni, nuove regole contro la frantumazione in Parlamento: bisogna pensarci meglio, molto meglio. – ControPiede
Legge elettorale maggioritaria, voto a 16 anni, nuove regole contro la frantumazione in Parlamento: bisogna pensarci meglio, molto meglio. – ControPiede: Saltare da un gruppo all’altro è malcostume e va limitato, però la crisi della rappresentanza è pesante e va affrontata perché è la base di un sistema democratico. Non sembra che il Pd sia avviato …
lunedì 22 marzo 2021
domenica 21 marzo 2021
sabato 20 marzo 2021
BISCARDINI, NON PUO’ BASTARE L’INCERTEZZA SULLA PROPRIETA’ DELL’INTER PER DIRE NO AL NUOVO STADIO
Sulla stadio di San Siro interviene Roberto Biscardini, già presidente della Commissione Urbanistica del Comune di Milano: “Prendo atto che la discussione si riapre. Ma se la posizione della Lega è chiaramente a favore, cosa assolutamente sbagliata, la posizione dell’amministrazione comunale e del Sindaco Sala è debole e ambigua. Non può bastare l’incertezza sulla effettiva proprietà dell’Inter per mettere uno stop a tutta l’operazione. La questione è un'altra. Il Sindaco deve prendere atto che si sta usando l’argomento dello stadio come cavallo di Troia per avviare una delle più grandi operazioni immobiliari degli ultimi anni. E’ a questo che bisogna dire No. Per questo noi socialisti siamo contrari al nuovo stadio e a tutto quello che ci va dietro, senza se e senza ma, e vorremmo che su questo si esprimesse anche Sala. Insieme alla maggioranza dei milanesi vogliamo tenerci San Siro, salvare San Siro, punto e basta.”
Franco Astengo: Atlantico/Europa
ATLANTICO / EUROPA di Franco Astengo
La situazione internazionale deve essere oggetto di un’analisi diversa da quella che è stata portata avanti anche a sinistra nel corso degli ultimi anni.
La frattura non è quella Europa/antiEuropa come banalmente interpretato in questo periodo, ma quella della collocazione dell’Europa dentro il nuovo “ciclo atlantico”.
“Ciclo atlantico” aperto con grande chiarezza dal presidente USA in un quadro di rinnovata tensione bipolare (e la questione vaccini non è secondaria come oggetto del contendere).
Nel modificarsi del quadro internazionale e nell’idea della presidenza USA di riapertura appunto di una riedizione del “ciclo atlantico” , che dovrebbe presentarsi dopo la conclusione della fase post-caduta del Muro e del “gendarme del mondo”, la coppia “atlantismo/europeismo” è ormai inscindibile come hanno affermato sia Draghi sia Letta nei loro discorsi di insediamento da Presidente del Consiglio e da Segretario del PD e come ha confermato Di Maio contrapponendosi ai fuoriusciti dal M5S accusati di nostalgia per l’Italexit (non conosciamo, nel dettaglio, il pensiero della Lega che, ricordiamo, è “senior partner” di questo governo)?
Per una sinistra da costruire si tratta di questione essenziale, direi quasi (se il termine non fosse facilmente fraintendibile) identitaria.
Alla fine degli anni’40, in condizioni politiche, economiche, sociali frutto di un’emergenza affatto diversa dall’attuale gli USA costruirono l’idea dell’Europa Occidentale quale avamposto nella “guerra fredda”: quella che nacque allora sotto l’ombrello della NATO, con CECA, Euratom, fallimento della CED, Trattati di Roma non era certo l’Europa del “Manifesto di Ventotene” come invece arditamente sostenuto in tempi successivi.
Oggi può essere possibile una sorta di replica di quel copione in un’Europa a 27 (molti interpretano la Brexit come un passaggio di ritorno ad uno schieramento da rinnovata logica dei blocchi) attraversata ancora da una faglia est/ovest che si pone proprio sul tema della concezione della democrazia, oltre ovviamente a quelli delle grandi questioni economiche, ambientali, di vera e propria idea del possibile modello di sviluppo?
Lo scenario futuribile di uno scontro bellico pronosticato da alcune parti si è di molto spostato sulla carta geografica.
Dopo le guerre per “interposta persona” che hanno infiammato il Medio Oriente e sviluppate attorno al nodo energetico adesso lo scenario di una contesa bipolare della quale sarà protagonista, ovviamente, la Cina trova nelle risorse minerarie ad altissimo valore aggiunto dell’Africa un proprio sbocco ma anche in quella sede il confronto bellico si sta avvalendo di intermediari, come accade in Libia.
Esperti hanno individuato lo scenario possibile dove potrà accendersi la miccia nel Mar Cinese Meridionale.
L’Europa quindi potrà essere intesa come base logistica, quasi come una grande portaerei oppure un’estesa base missilistica.
Non credo che, affermando queste cose siamo di fronte a scenari fantascientifici.
Le ipotesi sono concrete soprattutto se analizziamo bene la fase di arresto della globalizzazione, del ritorno alla geopolitica e alle esigenze che ne derivano in tema di costruzione di alleanze strategiche.
Allora occorre stare in Europa ripensandone le coordinate di fondo circa la collocazione sullo scacchiere mondiale e rivedendo anche le formule della pratica politica che si esercita nel "Vecchio Continente".
E’ evidente che qualsiasi “dimensione nazionale” apparirebbe riduttiva, così come risulterebbe limitata una semplicistica riedizione di una sorta di “internazionalismo del populismo di sinistra”.
Per questo motivi ogni iniziativa che si intenda compiere sul piano di una rinnovata presenza della sinistra dovrà avere proprio la dimensione europea come elemento portante, cercando di introdurre nella struttura politica continentale, come elemento prioritario di una azione sovranazionale,la contraddizione avverso l’inscindibilità della coppia Europa/Atlantico.
L’obiettivo dell’autonomia politica dell’Europa dovrà rappresentare elemento costitutivo di una nuova dimensione della presenza di una sinistra portatrice di una visione di pace e cooperazione multilaterale.
venerdì 19 marzo 2021
Spagna, come funzionerà il test sulla settimana lavorativa di 4 giorni: 200 aziende coinvolte per tre anni e nessuna riduzione di stipendio - Il Fatto Quotidiano
Dutch elections: the triumph of two liberalisms – Future of social democracy | IPS Journal
Dutch elections: the triumph of two liberalisms – Future of social democracy | IPS Journal: Among dismal results for the Left, Mark Rutte's VVD and Sigrid Kaag's D66 consolidated the dominance of economic and cultural liberalism
giovedì 18 marzo 2021
mercoledì 17 marzo 2021
martedì 16 marzo 2021
Il Piano Biden e la via italiana alle riforme
Il Piano Biden e la via italiana alle riforme: il commento politico, political comments, political opinion
lunedì 15 marzo 2021
Franco Astengo: Fratture vecchie e nuove
FRATTURE VECCHIE E NUOVE di Franco Astengo
Nel seguire vecchi schemi Ezio Mauro (”Il campo del Papa straniero” - Repubblica del 15 marzo) individua quattro “angoli” che, dall’esaltata segreteria Letta in avanti, dovrebbero confrontarsi nel disastrato sistema politico italiano all’interno di un “campo progressista” destinata a contendere il Paese alla destra: una cultura democratica figlia della tradizione del centrosinistra ( o ancor meglio dell’Ulivo tanto evocato in questi giorni), un populismo moderato in via di definizione, un ambientalismo nascente in cerca di affermazione, un laburismo residuale con venature d’opposizione.
Tra questi soggetti , secondo l'analisi di Mauro, dovrebbe sorgere una contesa democratica per disputarsi il capitale culturale, sociale e simbolico di questo ipotetico “campo progressista” (dietro l’angolo si intravedono il sistema elettorale maggioritario e la riedizione del tentativo del “bipolarismo temperato”).
Questa analisi finisce con il tralasciare almeno due questioni di fondo: a) la radicalità delle “fratture” emergenti che appare tale da richiedere una contrapposizione ben più netta di quella possibile riesumando antiche culture di semplice “protezione degli esclusi dalla globalizzazione” (tanto più in tempi di ridisegno sociale complessivo a causa dell’emergenza sanitaria) b) la necessità di modellare l’agire politico rispetto al tipo di competizione che si aprirà con il modello che sarà proposto dall’evoluzione tecnologica.
La domanda, in sostanza, è questa: come si sarà capaci di affrontare la fase di emersione dell’intelligenza artificiale in sostituzione dell’intelligenza sociale ?
Stanno per saltare gli “angoli” descritti da Mauro: non esiste più una “utopia verde” sulla quale basare l’affermazione dell’ambientalismo (al di là di possibili effimeri mini-successi elettorali) dal momento in cui il capitale ha scelto la “transizione ecologica”; allarga il suo campo il laburismo che è chiamato a verificare la nuova complessità delle contraddizioni e assieme a proporre una nuova visione non relegabile nella marginalità di un’opposizione politicista; appare del tutto insufficiente una cultura democratica imperniata su modificazioni apparentemente razionalizzatrici dell’impianto istituzionale in Italia, come in Europa.
Così vanno rimescolandosi le carte con il nostro sistema politico in ritardo.
Un sistema inadeguato rispetto alle esigenze che si stanno imponendo, prima di tutto, ad una “Italia fuori d’Italia” rispetto all’Europa e al nuovo livello di scontro che sarà determinato dal riprofilarsi delle grandi potenze (Cina/USA; nuovo ciclo atlantico; penetrazione russa, turca, cinese nel cuore del Mediterraneo soltanto per fare degli esempi) in lotta essenzialmente per il primato nelle fonti di accesso alla trasformazione tecnologica.
Si è già ricordata la radicalità dei cambiamenti in atto: una radicalità che reclama, recupera, promuove identità nel confronto tra destra e sinistra.
La contesa sull’egemonia al riguardo dell’indirizzo che sarà assunto dall’evoluzione tecnologica costituirà il vero punto di rottura del futuro.
Cosa proporrà la destra? Ciò che sta accadendo: l’isolamento progressivo, il termitaio globale, l’incattivimento degli hater, il condizionamento mentale delle masse (Giuseppe Genna “Grillo va preso sul serio” L’Espresso 14 marzo 2021).
Non basta anche la contrapposizione proposta da “Laudato sì”: anche in quel caso è insita l’idea della riduzione nella portata delle “fratture” in atto.
Nella piena consapevolezza della totale insufficienza e genericità di questo tentativo di riflessione mi permetto allora di richiamare due questioni:
1) quello dell’esigenza di una presenza politica della sinistra capace di recuperare in profondità i due concetti base di uguaglianza e solidarietà non limitandosi alla semplice “protezione sociale”;
2) Una sinistra capace di ampliare il proprio bagaglio di riferimento fino a comprendere la gran parte dello spazio dei già ricordati “angoli”.
E’ questo il senso del riproporre l’idea del “socialismo della finitudine”.
Scrive Olga Tokarczuck, premio Nobel per la letteratura: “ La paura di fronte al virus ha richiamato le condizioni ataviche più banali, che i colpevoli sono altri e loro, sempre da un altrove, portano il pericolo” e ancora “Davanti ai nostri occhi si dissolve come nebbia al sole il paradigma della civiltà: che siamo i signori del Creato, possiamo tutto e il mondo ci appartiene” (Il Corriere della Sera 3 aprile 2020).
Così si pone un interrogativo: è davvero finita l’era delle “magnifiche sorti e progressive” e ci troviamo nella condizione dell’essere finito, limitato, imperfetto ?
Oppure è il caso di rassegnarci al dominio della tecnologia e di porre il genere umano al servizio dell'intelligenza artificiale?
Chi intende continuare a pensare alla giustizia sociale dell’uguaglianza pare proprio trovarsi davanti a un bivio.
Il "limite" può rappresentare la sola opposizione ad uno scenario futuribile che non può non essere immaginato come dominato da una sorta di "potere estraneo".
Preso atto della necessità di comprendere questa necessità della condizione di “limite” come definire, allora, un nuovo obiettivo di sviluppo.
Si era discusso, tempo addietro, sulla possibilità di elaborazione di un progetto di “società sobria” come “terza via”: forse quell’eventualità potrebbe essere già superata e un nuovo modello di vita ci sarà imposto dai fatti e dal governo assoluto della tecnica.
Si pone così davvero il tema di un mutamento come indica la Tokarczuck.
Se vogliamo contrastare l’affermarsi definitivo dell’egemonia della forza basata sull’esclusività del dominio della tecnologia e della conseguente concentrazione di potere, bisognerà disegnare quello che mi permetto di definire come un “socialismo della finitudine”.
Non servono voci figlie della catastrofe.
Si pensava di “cercare ancora” per trovare vie di nuovo sviluppo e modificare le grandi storture della modernità.
Adesso siamo davanti alla necessità di un ripensamento generale ad un livello che non avremmo mai immaginato e che potrebbe essere indicato come “di civiltà”.
Dobbiamo provare a muoverci pensando a quella dimensione propria di un orizzonte del “limitato” che richieda l’affermazione di una ricerca sull’uguaglianza non solo economica e sociale.
Si tratta di rifletterci e di trovare la strada per adeguare la nostra pratica politica,anche se abbiamo disperato bisogno di ritrovare tutto il pragmatismo necessario che serve per affrontare le lotte del giorno per giorno che, beninteso, continuano.
Gli effetti della pandemia sulla povertà assoluta: segnali preoccupanti da decifrare meglio - Menabò di Etica ed Economia
Gli effetti della pandemia sulla povertà assoluta: segnali preoccupanti da decifrare meglio - Menabò di Etica ed Economia: Andrea Cutillo, Ilaria Arigoni e Valeria de Martino presentano i dati preliminari sull’andamento della povertà assoluta nel 2020, recentemente diffusi dall’Istat. Nel corso del 2020, le spese per consumi delle famiglie sono scese del 9,1%; contestualmente, l’incidenza della povertà assoluta familiare è salita dal 6,4 al 7,7% e quella individuale dal 7,7 al 9,4%. Non è, però, chiaro quanto l’aumento di povertà sia dovuto al ridotto potere d’acquisto e quanto alla contrazione dei consumi nelle categorie di spesa maggiormente colpite dalle misure restrittive del Governo.
domenica 14 marzo 2021
sabato 13 marzo 2021
venerdì 12 marzo 2021
Il sindaco di Milano Beppe Sala passa ai Verdi europei - Linkiesta.it
Il sindaco di Milano Beppe Sala passa ai Verdi europei - Linkiesta.it: «Da loro mi sento a casa», dice. «È la forza politica europea con cui mi identifico maggiormente dal punto di vista dei valori e dei contenuti». Il Partito democratico? «Paga la scelta di dare troppo spazio, da troppi anni, alle correnti»
giovedì 11 marzo 2021
mercoledì 10 marzo 2021
martedì 9 marzo 2021
Brasile sottosopra, annullate le condanne contro Lula : "Torna eleggibile, processo da rifare" - Il Riformista
Brasile sottosopra, annullate le condanne contro Lula : "Torna eleggibile, processo da rifare" - Il Riformista: Lula è innocente: l’ex presidente del Brasile potrà ricandidarsi, se lo vorrà, alle elezioni del 2018. A deciderlo un giudice […]
lunedì 8 marzo 2021
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La consulenza di McKinsey è “un autogol” di Draghi #intervista @radiopopmilano « gianfrancopasquino: 7 marzo 2021La consulenza di McKinsey è “un autogol” di Draghi, dice il professore emerito di scienza della politica all’Università di Bologna Gianfranco Pasquino, ed è necessario un dibattito pubb…
Giani e la 'svolta statalista' in Toscana: no alla privatizzazione di Mps. Dall'acqua alla Fi-Pi-Li, ora vuole tornare al controllo pubblico - Il Fatto Quotidiano
domenica 7 marzo 2021
La vergogna di Zingaretti, le macerie di Draghi con Draghi vince la destra
La vergogna di Zingaretti, le macerie di Draghi con Draghi vince la destra: la vittoria del blocco sociale da sempre ostile a Conte ottenuta con il governo Draghi riduce in macerie lo stesso quadro istituzionale
sabato 6 marzo 2021
venerdì 5 marzo 2021
Le Dimissioni improvvise e laceranti di Zingaretti ci dicono molto su quanto partito e quanto democratico sia il PD @nzingaretti @pdnetwork « gianfrancopasquino
giovedì 4 marzo 2021
mercoledì 3 marzo 2021
martedì 2 marzo 2021
lunedì 1 marzo 2021
Il dibattito a sinistra. Felice Besostri. Se il governo Draghi definisse, in un senso o nell’altro, il perimetro della sinistra: NON CI STIAMO! | Jobsnews.it
#Draghi La strada appare molto in salita « gianfrancopasquino
#Draghi La strada appare molto in salita « gianfrancopasquino: Gli osanna delle ultime tre settimane sono praticamente terminati. Chiamato a salvare la patria –non a ricostruire la politica, che non è compito suo e non sta nelle sue capacità, Draghi deve…
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