tag:blogger.com,1999:blog-5826002507945626565.post1455692697363374799..comments2024-01-01T09:18:54.500+01:00Comments on Circolo Rosselli Milano Attualità politica: Piero Graglia: Elezioni europeeCircolo Rosselli Milanohttp://www.blogger.com/profile/00974502901995398987noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-5826002507945626565.post-91332443231412526562009-05-27T12:39:24.422+02:002009-05-27T12:39:24.422+02:00Caro Baccalini,
forse per ragioni di spazio ho do...Caro Baccalini, <br />forse per ragioni di spazio ho dovuto evitare di addentrarmi nel problema che indichi giustamente tu, e cioè la perdita di centralità dello stato nazionale rispetto ai processi di creazione di forme di integrazione regionale (dove per regionale si intende una regione continentale e non una regione amministrativa italiana).<br />Si tratta di una percezione che sta alla base del moderno pensiero federalista europeo, che è qualcosa di più rispetto al semplice europeismo. Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, ad esempio, prendono le mosse proprio dall'inadeguatezza degli stati nazionali sovrani, giunti al punto di crisi ipertrofica, per motivare il loro richiamo alla necessità degli Stati Uniti d'Europa, della federazione europea. Oggi lo stato nazionale, che pure ha tratto molti benefici e vantaggi evidenti dal processo di integrazione europea, è incapace di confrontarsi con problemi che superano i suoi mezzi e le sue dimensioni limitate. Ma frena di fronte a quelle necessarie cessioni di sovranità che sono richieste dalle circostanze: un'Unione europea stretta tra grandi formazioni continentali, come gli Stati Uniti, la Russia, la Cina/India, non può assolutamente sperare di essere un soggetto politico internazionale credibile se non si dà un'organizzazione politica sovranazionale, se non realizza la federazione europea. L'europeismo timido, di facciata che circola anche adesso, sotto le elezioni europee, è l'unica forma con la quale si presenta il dibattito sull'Europa, dibattito che dovrebbe essere incentrato invece sul problema della federazione politica tra gli stati europei che sentono più intensamente la necessità di una organizzazione sovranazionale e sentono meno il richiamo del vecchio nazionalismo (sentimento ancora diffuso nell'est Europa, e con ragione, poiché i regimi socialisti erano intimamente e fortemente nazionalisti).<br />In questo periodo sto facendo campagna per le elezioni europee, per le quali sono candidato nelle liste del PD nella circoscrizione Nord-Ovest; il mio impegno come europarlamentare sarà tutto teso ottenere quell'aumento dei poteri del Parlamento europeo che rendano possibile la realizzazione di una democrazia europea sovranazionale.<br />Cordiali saluti,<br />Piero GragliaAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/18267986746889024870noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5826002507945626565.post-13639146577014047862009-04-27T09:12:00.000+02:002009-04-27T09:12:00.000+02:00Lo scritto di Piero S. Graglia è molto interessant...Lo scritto di Piero S. Graglia è molto interessante e ricco di spunti che fanno riflettere, ma elude, a mio parere, la causa essenziale della crisi della costruzione europea. Riflettendo sulle vicende europee dal mio modesto osservatorio, sono venuto nella convinzione che si sia esaurita la funzione degli stati nazionali in Europa, tanto che questi sono caduti in una profonda crisi civile e sociale, che ha colpito l’Italia in modo particolarmente profondo. D’altra parte i sistemi lobbistici che determinano molte delle scelte dei gruppi dirigenti politici sono in gran parte ancora abbarbicati attorno alle istituzioni nazionali e spingono queste ultime a difendere grintosamente le loro prerogative ed i loro poteri: ne va degli interessi dei gruppi dominanti nelle economie dei singoli paesi. Io reputo che soltanto una ripresa di iniziative transazionali ed il verificarsi di eventi traumatici che mettano gli europei con le spalle al muro possano far uscir fuori dall’impasse in cui sono cadute l’Europa e le sue istituzioni. Il prevalere nel Mondo delle grandi potenze continentali (USA; Russia, Cina, India ed altre ancora in via di possibile formazione come in America latina) porranno gli europei di fronte all’alternativa tra il divenire colonie di fatto di qualcuna delle grandi potenze e il partecipare la governo del mondo contando su di una federazione delle comunità regionali del nostro continente. Mi sembra che la esistenza stessa degli stati nazionali impedisca il formarsi di un governo europeo dotato dei poteri e della tempestività ed incisività necessari per svolgere un ruolo significativo sulla scerna mondiale. Sono io fuori strada o sono inadeguate le iniziative degli europeisti dei nostri tempi? Mi piacerebbe conoscere l’opinione di Piero S. Graglia, che mostra di conoscere assai bene le vicissitudini della costruzione europea. Cordiali saluti. Giovanni Baccalinigiovanni baccalininoreply@blogger.com